.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 12 luglio 2008

Jazz: le origini.

Il jazz non deve essere proprietà di una piccola élite di persone che possiedono una vasta conoscenza della sua storia, dei suoi interpreti e delle sue peculiarità. Tuttavia, poiché è una forma artistica evoluta ed ha una storia ampia, è importante conoscere le basi della tradizione jazzistica per apprezzare e comprendere quello che si ascolta.


Proverò ad individuare i movimenti più importanti ed i musicisti più rappresentativi. Non essendo un esperto della materia, ma solo un semplice appassionato, perdonerete gli errori e le lacune che inevitabilmente ci saranno.


 


Le origini del Jazz.


Le origini del jazz provengono tanto dai campi del Sud degli Stati Uniti, come dalle sue città. In particolare New Orleans, centro di confluenza di varie culture, come la francese, la spagnola e quella locale costituita dai neri giunti dall’Africa, costituì il centro cristallizzante delle tendenze e degli stili originari del jazz.


Il jazz sorse agli inizi del secolo XX dall'unione di due tradizioni musicali differenti:  l'Africana Occidentale e l'Europea. La musica africana mise a disposizione del jazz l’impulso ritmico, la musica europea gli strumenti ed alcuni elementi compositivi, quali l’armonia e la melodia.


Il miscuglio di queste due tradizioni produsse una musica che giocava col ritmo ed inventava combinazioni di note musicali, che esprimevano sia tristezza che felicità.


I canti degli schiavi che lavoravano nei campi di cotone si fusero con i suoni urbani e moderni dei musicisti ambulanti di New Orleans per creare un ritmo nuovo: il blues. La musica gospel, con gli spirituals (salmi o canzoni religiose) integrandosi col blues, mise a disposizione un modello di vocalizzazione, che fu imitato ampiamente dagli strumentisti.



ahiceglie


Gospel


Thomas A. Dorsey


 


Country blues
Charlie Patton


 


City blues
Bessie Smith


 

Jazz: le origini.

Il jazz non deve essere proprietà di una piccola élite di persone che possiedono una vasta conoscenza della sua storia, dei suoi interpreti e delle sue peculiarità. Tuttavia, poiché è una forma artistica evoluta ed ha una storia ampia, è importante conoscere le basi della tradizione jazzistica per apprezzare e comprendere quello che si ascolta.


Proverò ad individuare i movimenti più importanti ed i musicisti più rappresentativi. Non essendo un esperto della materia, ma solo un semplice appassionato, perdonerete gli errori e le lacune che inevitabilmente ci saranno.


 


Le origini del Jazz.


Le origini del jazz provengono tanto dai campi del Sud degli Stati Uniti, come dalle sue città. In particolare New Orleans, centro di confluenza di varie culture, come la francese, la spagnola e quella locale costituita dai neri giunti dall’Africa, costituì il centro cristallizzante delle tendenze e degli stili originari del jazz.


Il jazz sorse agli inizi del secolo XX dall'unione di due tradizioni musicali differenti:  l'Africana Occidentale e l'Europea. La musica africana mise a disposizione del jazz l’impulso ritmico, la musica europea gli strumenti ed alcuni elementi compositivi, quali l’armonia e la melodia.


Il miscuglio di queste due tradizioni produsse una musica che giocava col ritmo ed inventava combinazioni di note musicali, che esprimevano sia tristezza che felicità.


I canti degli schiavi che lavoravano nei campi di cotone si fusero con i suoni urbani e moderni dei musicisti ambulanti di New Orleans per creare un ritmo nuovo: il blues. La musica gospel, con gli spirituals (salmi o canzoni religiose) integrandosi col blues, mise a disposizione un modello di vocalizzazione, che fu imitato ampiamente dagli strumentisti.



ahiceglie


Gospel


Thomas A. Dorsey


 


Country blues
Charlie Patton


 


City blues
Bessie Smith


 

mercoledì 9 luglio 2008

Smaltimento Elettrodomestici

Il decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151 attua le direttive 2002/95/Ce, 2002/96/Ce e 2003/108/Ce, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti. 


Con questo provvedimento doveva partire la raccolta differenziata e la gestione finalizzata al recupero di televisori, computer, telefonini, videogame ed affini giunti a fine vita. L'obbligo di avviare il nuovo sistema di gestione dei rifiuti (insieme a quello di evitare in fase di costruzione l'utilizzo di determinate sostanze pericolose) graverà sui produttori; su distributori e venditori, invece, l'obbligo di assicurare il ritiro dei prodotti a fine vita all'atto di acquisto dei nuovi. Il commerciante non potrà rifiutarsi in alcun modo altrimenti scatteranno sanzioni nei suoi confronti. In tutti i casi, il produttore potrà aggiungere al prezzo una cifra fissa (l'eco-contributo RAEE) a seconda del tipo di apparecchio sostituito.


Purtroppo la finanziaria 2008 ha fatto slittare al 31 dicembre 2008 quanto prevedeva il suddetto decreto.


Nel frattempo, è compito del cittadino portare gli elettrodomestici, che non utilizza più, presso il centro di raccolta ( ? ) del comune di residenza in modo che possano essere smaltiti correttamente.


Per gli apparecchi più grande, esiste la possibilità di chiamare ( ? )  i servizi di smaltimento rifiuti affinché si prendano carico dell'elettrodomestico ingombrante.

Smaltimento Elettrodomestici

Il decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151 attua le direttive 2002/95/Ce, 2002/96/Ce e 2003/108/Ce, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti. 


Con questo provvedimento doveva partire la raccolta differenziata e la gestione finalizzata al recupero di televisori, computer, telefonini, videogame ed affini giunti a fine vita. L'obbligo di avviare il nuovo sistema di gestione dei rifiuti (insieme a quello di evitare in fase di costruzione l'utilizzo di determinate sostanze pericolose) graverà sui produttori; su distributori e venditori, invece, l'obbligo di assicurare il ritiro dei prodotti a fine vita all'atto di acquisto dei nuovi. Il commerciante non potrà rifiutarsi in alcun modo altrimenti scatteranno sanzioni nei suoi confronti. In tutti i casi, il produttore potrà aggiungere al prezzo una cifra fissa (l'eco-contributo RAEE) a seconda del tipo di apparecchio sostituito.


Purtroppo la finanziaria 2008 ha fatto slittare al 31 dicembre 2008 quanto prevedeva il suddetto decreto.


Nel frattempo, è compito del cittadino portare gli elettrodomestici, che non utilizza più, presso il centro di raccolta ( ? ) del comune di residenza in modo che possano essere smaltiti correttamente.


Per gli apparecchi più grande, esiste la possibilità di chiamare ( ? )  i servizi di smaltimento rifiuti affinché si prendano carico dell'elettrodomestico ingombrante.

sabato 5 luglio 2008

Indovinello

Cummà Zumb∂r∂bell∂
ten∂ carn∂ joss∂ e pell∂.
La figghj∂ di cummà Zumb∂r∂bell∂
nna tten∂  na carn∂, na joss∂, na pell∂ .
Cè jet∂ ?










Fonte e voce della signora Immacolata Vitale


Trad. : Comare "Zumb∂r∂bell∂" / ha carne ossa e pelle. / La figlia di comare "Zumb∂r∂bell∂" / non ha nè carne, nè ossa, nè pelle. / Che cosa è ?


Le origini dell'Indovinello.
Si chiama più comunemente con questo nome l'enigma popolare, breve, riferentesi a cose comunissime.
L'indovinello popolare ha generalmente struttura metrica e comincia con una formula che varia da luogo a luogo ( "Indovina, indovinaglia" in Sicilia; "Cosa, cosella" in Lucania; "Devine, devinaille" in Bretagna; "Adivina, adivinanza" in Andalusia; ecc.).
A seconda del tipo si chiama: dubbio, quando contiene molteplici proposte e risposte; acchiapparello, quando serve ad "acchiappare" (burlare) con una seconda proposta a chi ha fatto la prima; passerotto, quando fa pensare l'interrogato a tante cose diverse, mentre la risposta è semplice e naturale.
Comunemente è descrittivo, ma può essere anche narrativo (indovinello-storia), e nell'una e nell'altra forma può trovarsi intercalato in un racconto, in una facezia, in una fiaba, se pure il racconto non abbia come motivo centrale l'indovinello stesso e la sua soluzione.
L'uso di questo componimento è universale, presso i popoli antichi e gli odierni, ma non sempre ha carattere di divertimento.
Da alcune tradizioni popolari si rileva che agl'indovinelli venne talvolta attribuito un carattere ordalico, onde la soluzione faceva guadagnare la vita al condannato a morte, ottenere una sposa d'alto lignaggio a un uomo povero o di modesti natali e così via.
L'origine dell'indovinello è oscura; la si può far risalire al periodo mitico dell'umanità, quando alcune espressioni relative a fatti e fenomeni naturali avrebbero acquistato significato simbolico col passare di bocca in bocca e di generazione in generazione.
Fonte

Indovinello

Cummà Zumb∂r∂bell∂
ten∂ carn∂ joss∂ e pell∂.
La figghj∂ di cummà Zumb∂r∂bell∂
nna tten∂  na carn∂, na joss∂, na pell∂ .
Cè jet∂ ?










Fonte e voce della signora Immacolata Vitale


Trad. : Comare "Zumb∂r∂bell∂" / ha carne ossa e pelle. / La figlia di comare "Zumb∂r∂bell∂" / non ha nè carne, nè ossa, nè pelle. / Che cosa è ?


Le origini dell'Indovinello.
Si chiama più comunemente con questo nome l'enigma popolare, breve, riferentesi a cose comunissime.
L'indovinello popolare ha generalmente struttura metrica e comincia con una formula che varia da luogo a luogo ( "Indovina, indovinaglia" in Sicilia; "Cosa, cosella" in Lucania; "Devine, devinaille" in Bretagna; "Adivina, adivinanza" in Andalusia; ecc.).
A seconda del tipo si chiama: dubbio, quando contiene molteplici proposte e risposte; acchiapparello, quando serve ad "acchiappare" (burlare) con una seconda proposta a chi ha fatto la prima; passerotto, quando fa pensare l'interrogato a tante cose diverse, mentre la risposta è semplice e naturale.
Comunemente è descrittivo, ma può essere anche narrativo (indovinello-storia), e nell'una e nell'altra forma può trovarsi intercalato in un racconto, in una facezia, in una fiaba, se pure il racconto non abbia come motivo centrale l'indovinello stesso e la sua soluzione.
L'uso di questo componimento è universale, presso i popoli antichi e gli odierni, ma non sempre ha carattere di divertimento.
Da alcune tradizioni popolari si rileva che agl'indovinelli venne talvolta attribuito un carattere ordalico, onde la soluzione faceva guadagnare la vita al condannato a morte, ottenere una sposa d'alto lignaggio a un uomo povero o di modesti natali e così via.
L'origine dell'indovinello è oscura; la si può far risalire al periodo mitico dell'umanità, quando alcune espressioni relative a fatti e fenomeni naturali avrebbero acquistato significato simbolico col passare di bocca in bocca e di generazione in generazione.
Fonte

venerdì 4 luglio 2008

I concerti di CeglieJazz Open Festival 2008

CeglieJazz Open Festival  08CEGLIEJAZZ OPEN FESTIVAL
dedicato a Mario Schiano

21-22 luglio Monopoli,
Conservatorio “Nino Rota”, ore 16-19
workshop di composizione jazz condotto da John Tchicai.


Ceglie Messapica


23 luglio largo Ognissanti ore 21
“Un cielo di stelle”: un ricordo di Mario Schiano (proiezione video)


Jazzerie ‘08
[produzione originale]


Roberto Ottaviano, sax soprano
Nico Stufano, chitarra
Maurizio Quintavalle, contrabbasso
Mimmo Campanale, batteria



24 luglio, sagrato chiesa matrice ore 21
spazio “What’s new?”


Comanda Barabba


Christian Ferlaino, sax alto e baritono
Tim Trevor-Briscoe, sax alto e tenore
Nicola Guazzaloca, piano
Luca Bernard, contrabbasso
Gaetano Alfonsi, batteria



25 luglio piazza Plebiscito ore 21


John Tchicai & The Open Orchestra
[produzione originale]

Gianni Lenoci pianoforte
Antonio Borghini, contrabbasso
Marcello Magliocchi, batteria, percussione
Pasquale Innarella, sax alto, tenore e soprano
Stefano Maltese, sax alto e soprano
John Tchicai, sax tenore, wooden flute
Tony Cattano trombone
Luca Bonvini trombone, slide trumpet
Angelo Olivieri tromba, flicorno
Mario Fragiacomo tromba, flicorno


Oltre ai concerti sono previste varie iniziative collaterali:
le prove dell’Orchestra, una mostra fotografica di “CeglieJazz Open Festival” a cura di Nico Elia presso lo show room “Rocco Schifano”, installazioni video e happenings mattutini.


Info:
www.cegliejazzopenfestival.com
Comune di Ceglie Messapica 0831 387299-387235

I concerti di CeglieJazz Open Festival 2008

CeglieJazz Open Festival  08CEGLIEJAZZ OPEN FESTIVAL
dedicato a Mario Schiano

21-22 luglio Monopoli,
Conservatorio “Nino Rota”, ore 16-19
workshop di composizione jazz condotto da John Tchicai.


Ceglie Messapica


23 luglio largo Ognissanti ore 21
“Un cielo di stelle”: un ricordo di Mario Schiano (proiezione video)


Jazzerie ‘08
[produzione originale]


Roberto Ottaviano, sax soprano
Nico Stufano, chitarra
Maurizio Quintavalle, contrabbasso
Mimmo Campanale, batteria



24 luglio, sagrato chiesa matrice ore 21
spazio “What’s new?”


Comanda Barabba


Christian Ferlaino, sax alto e baritono
Tim Trevor-Briscoe, sax alto e tenore
Nicola Guazzaloca, piano
Luca Bernard, contrabbasso
Gaetano Alfonsi, batteria



25 luglio piazza Plebiscito ore 21


John Tchicai & The Open Orchestra
[produzione originale]

Gianni Lenoci pianoforte
Antonio Borghini, contrabbasso
Marcello Magliocchi, batteria, percussione
Pasquale Innarella, sax alto, tenore e soprano
Stefano Maltese, sax alto e soprano
John Tchicai, sax tenore, wooden flute
Tony Cattano trombone
Luca Bonvini trombone, slide trumpet
Angelo Olivieri tromba, flicorno
Mario Fragiacomo tromba, flicorno


Oltre ai concerti sono previste varie iniziative collaterali:
le prove dell’Orchestra, una mostra fotografica di “CeglieJazz Open Festival” a cura di Nico Elia presso lo show room “Rocco Schifano”, installazioni video e happenings mattutini.


Info:
www.cegliejazzopenfestival.com
Comune di Ceglie Messapica 0831 387299-387235

mercoledì 2 luglio 2008

CeglieJazz Open Festival 2008


Venerdì alle ore 11, presso la sala di rappresentanza del comune di Ceglie Messapica, conferenza stampa di presentazione di CeglieJazz Open Festival 2008.

CeglieJazz Open Festival 2008


Venerdì alle ore 11, presso la sala di rappresentanza del comune di Ceglie Messapica, conferenza stampa di presentazione di CeglieJazz Open Festival 2008.

martedì 1 luglio 2008

FAI e Madonna della Grotta


Ha avuto inizio lo scorso 5 giugno il nuovo censimento nazionale del FAI, il Fondo per l'ambiente italiano, “I Luoghi del Cuore”.


 


Come sempre il censimento, che quest’anno giunge alla quarta edizione, intende sensibilizzare cittadini e istituzioni e dare voce alle segnalazioni di ognuno di noi.


Segnalare le brutture che si vorrebbero cancellare da un luogo amato, ciò che deturpa e compromette l’equilibrio e l’originaria bellezza del nostro patrimonio naturalistico, artistico, storico e architettonico.


 


Questo l’invito rivolto dal FAI a tutti i cittadini italiani in occasione dell’edizione 2008 del Censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, che quest’anno affronta con una prospettiva diversa l’appello alla salvaguardia dei luoghi che arricchiscono l’Italia e il cuore di chi li sa apprezzare.



Stiamo organizzando una campagna a favore di Madonna della Grotta,uno dei monumenti della storia cegliese da salvare dal degrado in cui versa.


 


CLICCA QUI e scrivi


 


"Chiedo la cancellazione degli ostacoli materiali e giuridici che impediscono la fruizione di Madonna della Grotta"

FAI e Madonna della Grotta


Ha avuto inizio lo scorso 5 giugno il nuovo censimento nazionale del FAI, il Fondo per l'ambiente italiano, “I Luoghi del Cuore”.


 


Come sempre il censimento, che quest’anno giunge alla quarta edizione, intende sensibilizzare cittadini e istituzioni e dare voce alle segnalazioni di ognuno di noi.


Segnalare le brutture che si vorrebbero cancellare da un luogo amato, ciò che deturpa e compromette l’equilibrio e l’originaria bellezza del nostro patrimonio naturalistico, artistico, storico e architettonico.


 


Questo l’invito rivolto dal FAI a tutti i cittadini italiani in occasione dell’edizione 2008 del Censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, che quest’anno affronta con una prospettiva diversa l’appello alla salvaguardia dei luoghi che arricchiscono l’Italia e il cuore di chi li sa apprezzare.



Stiamo organizzando una campagna a favore di Madonna della Grotta,uno dei monumenti della storia cegliese da salvare dal degrado in cui versa.


 


CLICCA QUI e scrivi


 


"Chiedo la cancellazione degli ostacoli materiali e giuridici che impediscono la fruizione di Madonna della Grotta"

venerdì 27 giugno 2008

CEGLIESTATE

logo CegliEstate miniDa uno sguardo veloce al programma di CegliEstate un giudizio rapido e sintetico, rinviando quello definitivo allo svolgimento delle singole manifestazioni.


Note positive:


CeglieJazz Open Festival 2008, Barocco Festival “Leonardo Leo” di S.Vito, La Ghironda  e le due serate dedicate alla presentazione di due libri.


Presente la pinacoteca Emilio Notte.


Note dolenti:


Rispetto allo scorso anno è stata inserita una serata di musica classica, manca però la serata con gli allievi del conservatorio. Che fine ha fatto “Musica al chiostro”? Troppo costosa? Non credo. Peccato!


Assente la sinergia con il conservatorio Tito Schipa.


Assente il Centro di documentazione archeologica.


P.S. Quest'anno non ci sarà la polemica sulle feste di partito, se non si lamentano quelli del PD.


Il programma cliccando sul logo.

martedì 24 giugno 2008

APRèS LA CLASSE

Aspettando il programma di Cegliestate ....


APRÈS LA CLASSE
LUNA PARK "DAL VIVO" TOUR



Domenica 31 agosto
Piazza Plebiscito
Ceglie Messapica (BR)


Gli Après La Classe sono un gruppo salentino di musica reggae-pop e ska.


Altri appuntamenti:


Venerdì 04 Luglio 2008
Francesco Merola in Piazza Plebiscito


Mercoledi  13 Agosto 2008
ALTOSALENTO FOLK FESTIVAL in Piazza Plebiscito


Agosto 2008
Le Vibrazioni
ingresso con biglietto

domenica 22 giugno 2008

Buona domenica

Musica


Nino Rota 21-06-08


L'omaggio a Nino Rota del Collegium Musicum diretto dal M° Rino Marrone ha visto l'esecuzione delle suite per alcuni film di Federico Fellini e di Francis Ford Coppola: La strada, La dolce vita, Amarcord, Otto e mezzo e Il Padrino. 


Patrimonio storico 1


La vita è un carcere ..... 


Asilo 01


 


Asilo 02


bisogna abituarsi da piccoli.



Patrimonio storico 2


Cappella ruraleCappella rurale di Ceglie Messapica (BR)
continua ...

venerdì 20 giugno 2008

OMAGGIO A NINO ROTA

Teatro Comunale - Ceglie Messapica (BR)
Sabato 21 giugno ore 20.30



Collegium Musicum
OMAGGIO A NINO ROTA
Dirige il  M° Rino Marrone


Nino Rota
Ad undici anni è allievo di Ildebrando Pizzetti e a 15 di Alfredo Casella. Perfeziona i suoi studi negli Stati Uniti; rientra in Italia e a 37 anni è direttore del Conservatorio di Bari. La dote di Nino Rota è la semplicità di configurare la musica a livelli di una facilità d’ascolto molto elevata, derivata principalmente dalla semplicità di vena, inserita in prospettive tradizionali e sorretta da una creatività eccezionale. Dopo la guerra diventa uno dei più prolifici e richiesti compositori per il cinema, fornendo partiture a registi italiani (Soldati, Lattuada, Castellani, Monicelli, Visconti, Zeffirelli, Wertmüller) e stranieri (Vidor, Clément, Bondarcuk, Coppola); ma soprattutto con Fellini stabilisce un sodalizio di ferro. Vasta anche la sua produzione teatrale (Ariodante, 1942; Il cappello di paglia di Firenze, 1955; La notte di un nevrastenico, 1959; Aladino e la lampada magica, 1968; La visita meravigliosa, 1970) e strumentale - sinfonie e orchestra - (Concerto per arpa e orchestra, 1948; Variazioni sopra un tema gioviale, 1953; Concerto per orchestra, 1958; Napoli milionaria, 1977, dal testo di Eduardo De Filippo). Ha inoltre composto musica corale (Il Natale Degli Innocenti, 1969), balletti (Torquemada, 1943) e musica da camera (Sonata in sol per Viola e Pianoforte, 1934). Tra i numerosi riconoscimeni critici il Nastro d'Argento, postumo, per la sua ultima composizione, Prova d’orchestra .


Alcune colonne sonore:
1954  Senso, 1954  La strada, 1957  Le notti di Cabiria, 1957  Guerra e pace, 1960  Rocco e i suoi fratelli, 1963  Il Gattopardo, 1964  Otto e mezzo, 1966  Giulietta degli spiriti, 1967  La bisbetica domata, 1968  Romeo e Giulietta, 1970  I clowns, 1972  Il padrino, 1973  Amarcord, 1974  Il padrino - Parte seconda, 1977  Il Casanova, 1978  Assassinio sul Nilo, 1979  Prova d’orchestra.
Fonte


    

mercoledì 18 giugno 2008

Castariedde


Castariedde (Gheppio)


...
a 'm mienz'a lle rascche a lle strazze d'a fame
de ciende i ciende castariedde
...

Pietro Gatti, 'Nguna vite.


... tra i graffi e gli squarci della fame di cento e cento gheppi ...





Gheppio - Falcus tinnunculus - Falconidae
Piccolo rapace diurno, raggiunge circa 44 cm, con apertura alare di circa 75cm. Peso medio 70-270 gr. Durante la caccia lo si vede volare in modo stazionario, detto "spirito santo" (sbatte velocemente le ali, controvento, rimanendo immobile).
L'habitat ed illuogo di caccia preferiti sono le zone aperte. Eccellente cacciatore, si nutre di piccoli mammiferi, piccoli roditori, insetti vari, lucertole, molti invertebrati (lombrichi, cavallette, grillotalpa, etc.), piccoli serpenti ed uccelli, come storni, allodole, pipistrelli e passeri.
Fonte

sabato 14 giugno 2008

Uno studio sui proverbi cegliesi - 2

Presagi e proverbi meteorologici nel sapere contadino di Ceglie Messapica


Cosimo Francesco Palmisano


Riflessioni-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, Luglio 1998 



Il bello e il cattivo tempo nei presagi della campagna


 


È in campagna più facile riscontrare la so­pravvivenza di una mentalità magica, che un tempo aveva maggiore consistenza e che, oggi, resiste con sempre maggiore fatica all'assalto delle macchine e dei sistemi di produzione del­l’industria, applicati all'agricoltura. La soprav­vivenza, secondo l'antropologo inglese Edward Burnett Tylor, innalza tuttora in mezzo a noi monumenti primordiali di pensiero e di vita. 5


I presagi meteorologici, di cui rimane traccia sempre più labile anche nella campagna ceglie­se, documentano mirabilmente il tema della so­pravvivenza.


La cultura contadina aveva proprie forme di divinazione, relativamente a ciascuno dei quat­tro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco) ma qui saranno riesumate alcune credenze, so­stanziate da presagi, legate a due degli elementi fondamentali della campagna, ossia l'acqua e la terra.


1 presagi per comodità si prestano a essere suddivisi in due ampie categorie: presagi segni­ci, fondati sull'interpretazione di segni, quali la mistica di particolari numeri e il comporta­mento degli animali; presagi oracolari, i quali si manifestano attraverso le forme di un sapere empirico, trasmesso oralmente, mediante i pro­verbi.


Nel novero dei primi s'include la conta bu­strofedica dei primi ventiquattro giorni del me­se di dicembre per trarre auspici sul ciclo delle piogge nell'anno successivo.


La pioggia in alcuni dei primi dodici giorni di dicembre sarebbe coincisa, nei primi quindici giorni dei mesi dell'anno successivo con preci­pitazioni meteoriche più o meno copiose: per esempio, un 3 dicembre piovoso consentiva al contadino di Ceglie di pronosticare un mese di marzo altrettanto ricco di piogge nella prima metà.


Dall'osservazione dei fenomeni meteorolo­gici dal 13 al 24 dicembre era possibile, a ritroso, prevedere il ciclo delle piogge degli ultimi quin­dici giorni dei mesi dell'anno seguente: la piog­gia il 14 dicembre, pertanto, sarebbe coincisa con una seconda quindicina di novembre pio­vosa; un 15 dicembre asciutto, invece, avrebbe resa parimenti asciutta la seconda quindicina di ottobre dell'anno seguente e così via a decresce­re.


Di questo elaborato sistema cabalistico, di cui si va perdendo memoria, ovviamente esistono varianti: alcuni escludono dalla conta il 13 di­cembre, antico giorno solstiziale e ancor oggi fe­sta della rinascita del sole presso molte culture nordiche. 6


Il computo si estenderebbe, così, al 25 dicem­bre ma l'impalcatura bustrofedica del conteg­gio rimane immutata.


Un altro modo di trarre presagi secondo una procedura numerica consisteva nell'associare i tuoni di marzo alla quantità di grano da racco­gliere: raccolto scarso se tuonava in principio del mese ma, se i tuoni venivano uditi dopo il giorno 15, i tomoli di grano da raccogliere sareb­bero stati pari al numero del giorno in cui il fe­nomeno si manifestava.


Va ricordato, per inciso, che il mese di marzo nell'antico anno romano occupava il primo po­sto e che, tuttora, al pari di dicembre, esso con­serva una posizione liminare in ragion della quale molte culture contadine traggono presagi dai fenomeni uranici di detti mesi. 7


Non a caso un proverbio, vulgato a Ceglie e in molti comuni viciniori, ha codificato: Ci chiov di Sanda Bibbian_ (2 dicembre) chiove nu mes i na sittiman.


Remotissimo è anche l'uso di osservare la lu­na per trarre presagi sul tempo a venire: Luna... si nigrum obscuro comprenderit aëra cornu, maxu­mus agricolis pelagoque parabitur imber (la luna se mai avrà rappreso dell'aria nera nella falce oscura, copiosissima pioggia si procurerà agli agricoltori ed al mare), avvertiva già Virgilio nelle Georgiche. 8


I contadini di Ceglie e di altri comuni conter­mini, quasi analogamente, alla vista della luna offuscata da un cerchio di luce, presagivano la pioggia. 9


Il gracidio delle cornacchie era un altro sinto­mo di tempesta imminente, cosa che Virgilio annotava nelle Georgiche: tum cornix plena plu­viam vocat improba voce (allora la cornacchia ma­ligna chiama a gran voce la pioggia). 10


Presagi segnici di pioggia, non solo nella cam­pagna cegliese ma anche in quella di comuni fi­nitimi, come Putignano, 11 sono, anche: il gatto che si lava la faccia o la comparsa delle formiche alate.


Il cane, che riproduce il verso del lupo, è un segno ambivalente: alcuni dicono che prean­nunci l'arrivo del grande freddo, analogamente all'orso intento a fabbricarsi un riparo nell'ulti­mo triduo di gennaio; 12 altri sostengono che es­so presagisca una morte imminente nel nucleo famigliare di chi ascolta l'ululato o nel vicina­to. 13


Indizio di gran freddo sopravveniente è, pu­re, la fiamma del camino, quando, secondo la credenza, si mantiene bassa e s'avvinghia alla pa­letta o all'attizzatoio.


Dall'osservazione di segni il sapere popolare è passato, poi, alla codificazione di un patrimo­nio di conoscenze, intorno agli auspici sul bello e sul cattivo tempo, attraverso proverbi dalla semplice scrittura, che prevede un paio di versi­coli in rima fra loro, condensazione di una tra­smissione orale attraverso varie generazioni.


Alcuni proverbi trovano riscontro anche in italiano, come: Tiemp russ di ser / Tiempu buen si sper, Tiemp russ di matin / Tiempu brutt s'av­vicin; Ciel' a picuredd /Jacqu a catinedd. 14


Altri, elaborati nella campagna di Ceglie, hanno qualche affinità con quelli di contadi vi­ciniori: Levand / Jacqu annand; / Quann u gio­vidi u sol pone anzak / Fin a dimenik ma javì l'ac­qu. Il primo di questi adagi allude all'approssi­marsi della piogga con il vento di levante; il se­condo ai presagi connessi con il giovedì, giorno centrale della settimana in cui si vuole che, se il sole tramonta fra le nuvole, pioverà fino alla do­menica. 15


Un riscontro nel libro della Genesi (9, 13-16) evidenzia il presagio Quann jess l'ark di Novè / Ci na chiov josc chiov crè (quando spunta l'ar­cobaleno, se non piove oggi, piove domani). 16


In quest’ultimo adagio si coglie un'inversio­ne dei significati comunemente connessi all'ar­cobaleno, che indica la fine della pioggia e, pres­so gli antichi Greci, anche il passaggio nel cielo di Iride, messaggera degli dei. 17




Continua...2/4


note


(1) E. LE ROY LADURIE, Tempo di festa, Tempo di carestia, Torino, 1982; Idem, La storia della pioggia e del bel tem­po, in AA.VV., Fare storia, Torino, 1981, pp. 209-234.


(2) A. CATTABIANI, Calendario, Milano, 1994, p.13.


(3) M. MESLIN, L'uomo romano, Milano, 1981, pp. 45-46, 52-53,62-63; R. GRAVES, I miti greci, Milano, 1983, par. 34, nt. 3; par. 37, nt. 2.


(4) C.F. PALMISANO, Gestualità e formularità scaramanti­che nella cultura contadina di Ceglie Messapica, in Ri­flessioni-Umanesimo della Pietra (in seguito R-UdP) Martina Franca, Luglio 1997, p. 220.


(5) E.B. TYLOR, Alle origini della cultura, Roma, 1985, vol. l, p. 26.


(6) A. CATTABIANI, op. cit., pp. 21 e 83. (7) Ivi, p.15.


(8) VIRGILIO, Georgiche, I, 427-429.


(9) M. GIULIVO, La luna e il sole nei proverbi e nelle curio­sità, in R-UdP, Martina Franca, luglio 1988, p.164. (10) VIRGILIO, Georgiche, I, 388; cfr. anche C.F. PALMISA­NO, op. cit., p. 220.


(11) M. GIULIVO, Credenze e pregiudizi nella meteorologia popolare, in R-UdP, Martina Franca, luglio 1987, p. 121,


(12) C.F. PALMISANO, op. cit., p. 220; M. GIULIVO, Creden­ze... cit., p.123.


(13) E. B. TYLOR, op. cit., p. 125.


(14) CENTRO REGIONALE SERVIZI EDUCATIVI E CULTURA­LI BR/21 (a cura del; in seguito CRSEC), Per le parole antiche-Proverbi cegliesi, Oria,1993, pp. 58-60. (15) Ivi, pp. 60 e 62.


Cfr. G. G. MARANGI, Il vento nella tradizione popolare di Martina Franca, in R-UdP, Martina Franca, lu­glio 1955, p. 7.


(16) Ivi, p. 62.


(17) A. BURGIO, Dizionario delle superstizioni, Milano, 1965, pp. 44-45.


giovedì 5 giugno 2008

concerto fine anno conservatorio di ceglie messapica

Concerto conservatorio Ceglie M. giugno 2008


Hanno suonato:


Basso cont.   Francesco Buccolieri


Chitarre        Rocco Daniele Carlucci   Marco De Luca


Clarinetti      Rocco Missere, Raffaella Palombo, Anna Romito, Angelo Semeraro


Flauto          Silvia Mazzeo, Anna Chiara Pagliara


Oboe           Viviana Macelletti


Pianoforte    Marco Biscosi, Francesco Buccolieri, Mara Caramia, Laura Gigante, Andrea Rizzo


Soprano       Maria Nicolardi


Trombone    Dario Carlucci

mercoledì 4 giugno 2008

C'è...vive ed opera in mezzo a noi.

Teatro Comunale - Ceglie Messapica (BR)


Mercoledi 4 giugno ore 20.00

CONCERTO DI FINE ANNO ACCADEMICO DEGLI ALUNNI DEL CONSERVATORIO TITO SCHIPA, SEZIONE DI CEGLIE MESSAPICA.

UN CONCERTO CON BRANI DAL REPERTORIO DA CAMERA ESEGUITI DAI RAGAZZI DELLE CLASSI DI CANTO, CHITARRA, OBOE, CLARINETTO, TROMBA, PIANOFORTE....

mercoledì 28 maggio 2008

Il catasto di Ceglie del Gaudo del 1603

U.d.P. 2006Protagonisti della storia umana sono secondo Lucien Febvre:« Gli uomini, soli oggetti della storia, gli uo­mini colti sempre nel quadro delle società di cui sono membri. Gli uomini membri di queste società in un'epoca ben determi­nata del loro sviluppo - gli uomini dotati di funzioni molte­plici, di attività diverse, di preoccupazioni e attitudini varie, che tutte si mescolano fra loro, si urtano, si contraddicono, finendo per concludere una pace di compromesso, un modus vivendi che si chiama la Vita ».


Gli uomini, che furono protagonisti della storia sociale ed economica di una città e che oggi rivivono nello studio del prof. Cosimo Francesco Palmisano pubblicato da Riflessioni-Umanesimo della Pietra, sono quelli che nel lontano 1603 furono censiti nel catasto di Ceglie del Gaudo.


Il catasto del 1603 fu compilato per fuochi, cioè per singoli nuclei familiari, in cui sono at­testati nome, cognome, età, mestiere del capo­famiglia e degli altri componenti il nucleo; di seguito compare l'eventuale importo della tas­sa di testatico, calcolata in onze, sicché ogni ca­pofuoco in grado di produrre un reddito lavorativo era tenuto al versamento di una cifra pa­ri a 6 once. Alcuni foresi privi di beni, qualificati brac­ciali, pagavano 5 onze per la testa, invece che 6, previa presentazione di una declaratione de la Camera; anche abitazioni e altri locali per uso proprio erano esentati dalla tassazione.


Venivano elencati in successione, quindi: i beni immobili, case e fondi, con i pesi censuari di cui, eventualmente, erano gravati; i capi di bestiame posseduti; la situazione debitoria e creditizia.


Erano esenti dal testatico gli huomini d'arme, alfieri de cavalli e cavalloleggeri, soldati del bat­taglione, pauperes, invalidi e viduae povere, sessagenari, nobili de consuetudine, preyti e clerici, nonché particolari figure professionali.


La prima parte dello studio, pubblicata nel 2001, contiene l’analisi dei problemi dovuti al restauro del 1961 e alle parti mancanti o lacunose, il computo della popolazione (2030 abitanti in 616 fuochi) e l’articolazione socio-professionale della popolazione.


La seconda parte, pubblicata nel 2004, si occupa dei massari, variabilmente da identificare sia come imprenditori agricoli, sia come uomini di fiducia o salariati di un ricco proprie­tario.


Con il termine massaria in passato veni­vano anche indicati “un gregge o una mandria; c'e­rano, infatti, le masserie di pecore, di giumente, di porci, diremmo così mobili e destinate all'alleva­mento... L'altro tipo erano le masserie di campo, de­stinate alla produzione cerealicola.”(Italo Palasciano).Dall’analisi delle schede dei massari risulta che a Ceglie le due tipologie coesistono.


La terza parte, pubblicata nel 2005,esamina i beni burgensatici del feudatario locale Ferrante Sanseverino, conte della Saponara e utile signore della terra di Ceglie, che denunciò solo il possesso di beni fondiari. Il conte, pur essendo tassato con 711,20 onze, non era il maggior contribuente in quanto il massaro Geronimo Nigro veniva tassato per 799,20 onze.


La quarta e la quinta parte, pubblicate da pochi giorni in due numeri di Riflessioni-Umanesimo della Pietra, si occupano dei possidenti benestanti e dei professionisti.    


I possidenti benestanti nel catasto sono qualificati con le seguenti diciture: vive del suo, vive d'intrate, vive no­bilmente, vive delle robbe sue, vivit nobilis de suo, vive nobilmente del suo, dice vivere de sue intrate.


Essi sono caratterizzati dal fatto che traevano i propri mezzi di sostentamento dalle rendite, più o meno co­spicue, derivanti dal possesso di terre, di beni edilizi e di capitali finanziari.


I professionisti presenti a Ceglie erano sei: un chirurgo, un utriusque iuris doctor, un medico fisico, uno spe­tiale e due notari. Questi capifuoco, escluso lo spetiale, erano esentati dal versamento del testatico, inU.d.P. 2007 quanto svolgevano attività determinate dall'intelletto, che, secondo la mentalità dell'epoca, era consi­derato un dono divino e, quindi, non soggetto a tassazione.


La quinta parte dell'intero lavoro,così come si presenta allo stato attuale, si conclude con un capitolo dedicato alla famiglia Clavica a Ceglie e a Francavilla fra il Cinquecento e gli inizi del Seicento.


Diversi sono i piani di lettura di questo studio, che nei prossimi anni vedrà il suo completamento. Si può leggere cercando i nomi delle famiglie, dei toponimi della città e della campagna, oppure cercando i germi dell’evoluzione che subirà il paesaggio agricolo e sociale e altro ancora.  


Una miniera di informazioni, documentate anche da fonti esterne a quella catastale, un tassello fondamentale per una moderna storia della nostra città.


 


Due numeri in edicola della rivista Riflessioni-Umanesimo della Pietra.


Cosimo Francesco Palmisano, Il catasto di Ceglie del Gaudo 1603-I possidenti benestanti in Riflessioni-Umanesimo della Pietra,Martina Franca,luglio 2006


Cosimo Francesco Palmisano, Il catasto di Ceglie del Gaudo 1603-I professionisti e la famiglia Clavica in Riflessioni-Umanesimo della Pietra,Martina Franca,luglio 2007

Musica


Teatro Comunale - Ceglie Messapica (BR)


Mercoledi 28 maggio ore 20.30


 


Accademia dei Cameristi
I concerti dell’Accademia
Stagione musicale 2008


 


Programma
Claude Debussy (1862-1918)


Trio in sol maggiore


Franz Schubert (1797-1828)  


Trio n. 2 in Mi bemolle maggiore D 929


 


Violino: Leonardo Micucci


Violoncello: Nicola Fiorino


Pianoforte: Elisabetta Mangiullo



 


 

lunedì 26 maggio 2008

Promossa

Dalla redazione sportiva


Ceglie-Castellana 1


Nuova Pallacanestro Ceglie - Athletic Club Castellana
73 - 70
22-6 / 41 - 32 / 48 - 43 / 73 - 70



La Nuova Pallacanestro Ceglie vince gara 3 ed è quindi promossa in serie C2.


Ceglie-Castellana 2

sabato 24 maggio 2008

Uno studio sui proverbi cegliesi

Presagi e proverbi meteorologici nel sapere contadino di Ceglie Messapica


 


Cosimo Francesco Palmisano


Ri­flessioni-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, Luglio 1998


 


La storia del bello e del cattivo tempo, nata nel solco del rinnovamento degli studi storici postulato dalla scuola francese des Annales, ha il suo più avvertito assertore in Emmanuel Le Roy Ladurie, il quale, analizzando il materiale più disparato (anelli di crescita degli alberi, date delle vendemmie, registri parrocchiali), è riu­scito a costruire una storia sommativa del clima d'Europa dall'anno Mille. 1


Il suo studio mira a colmare un vuoto nella grande storia economica e sociale: carestie in conseguenza di cattivi raccolti, spostamenti in massa su grandi distanze di popolazioni, perio­di di stagnazione e di espansione economica trovano, infatti, la loro giustificazione anche in un'analisi del micro e del macroclima.


Con questo contributo si tralascerà l'impatto del bello e del cattivo tempo su aspetti di micro­storia economica e agraria e si muoverà, invece, dall'analisi dei presagi, dei proverbi, delle prati­che devozionali, connesse alla meteorologia, con riferimento alla campagna di Ceglie Messapica.


Questo cumulo di sapere empirico era parte di una mentalità magica, che in un contesto eco­nomico chiuso e prevalentemente di autocon­sumo aveva codificato, attraverso osservazioni sperimentali, un proprio patrimonio di cono­scenze orali. Tali conoscenze servivano da gui­da negli atti quotidiani del lavoro nei campi, fortemente condizionato da favorevoli o da av­verse condizioni meteorologiche, nonché dal ci­clo delle stagioni.


L'immagine circolare delle stagioni, implici­ta anche nell'etimologia di anno (dal latino an­nus, anello del tempo), 2 si sostanzia con il contri­buto del lessico vernacolare, che conserva il re­taggio di un mondo contadino arcaico, il quale ignorava le stagioni intermedie e configurava l'intero ciclo dell'anno come un eterno succe­dersi di cattiva e buona stagione: a v∂rnat∂ e a staggion∂.


Lo stesso Giano, il dio bifronte dei Romani, erede di divinità mediterranee consimili, custo­de degli ingressi e dello scorrere del tempo, in origine aveva una relazione con questa arcaica bipartizione contadina del ciclo delle stagioni, che il lessico vernacolare di Ceglie ancora con­serva. 3


La scansione più dettagliata in quattro sta­gioni e, probabilmente, una sovrapposizione postuma. I mesi, infatti, appartengono alla buo­na o alla cattiva stagione, pur non essendoci in tutto ciò una rigida e pedante distinzione. L'ap­parente contraddittorietà e la difficoltà di collo­cazione di alcuni mesi lasciano intravvedere dei margini, che li rendono, specie quelli delle sta­gioni intermedie, fluttuanti e oscillanti fra l'uno e l'altro polo stagionale.


La riprova di tutto ciò è nel fatto che nei pro­verbi si coglie quasi un'idea circolare del caldo e del freddo e, conseguenzialmente, del bello e del cattivo tempo. 4

Continua...
note
 


(1) E. LE ROY LADURIE, Tempo di festa, Tempo di carestia, Torino, 1982; Idem, La storia della pioggia e del bel tem­po, in AA.VV., Fare storia, Torino, 1981, pp. 209-234.


(2) A. CATTABIANI, Calendario, Milano, 1994, p.13.


(3) M. MESLIN, L'uomo romano, Milano, 1981, pp. 45-46, 52-53,62-63; R. GRAVES, I miti greci, Milano, 1983, par. 34, nt. 3; par. 37, nt. 2.


(4) C.F. PALMISANO, Gestualità e formularità scaramanti­che nella cultura contadina di Ceglie Messapica, in Ri­flessioni-Umanesimo della Pietra (in seguito R-UdP) Martina Franca, Luglio 1997, p. 220.


 

giovedì 22 maggio 2008

Sport

La fase finale dei campionati aveva visto tre squadre cegliesi impegnate nella lotta per la promozione nelle rispettive serie superiori con i play off. Dopo la delusione in serie C1 con l'A.Dil.Basket Ceglie, mercoledi scorso c'è stata l'eliminazione  dell'Osam Volley Ceglie, che milita in serie C1, dai play off di pallavolo femminile. L'ultima squadra impegnata è la Nuova Pallacanestro Ceglie, che questa sera giocherà a Castellana la seconda gara dopo aver perso la prima in casa. Quindi gara decisiva per la promozione in C2.
Forza Ceglie.

martedì 13 maggio 2008

Chi sono ?

Do ped  si ste mangj u  ped  sobb a tre ped.


Arriv  quatt  ped  e  si  n  port  u  ped.


U do ped pigghj u tre  ped  e  u  men a quatt  ped.


Ci sont?


Fonte A. e S.


Due piedi sta mangiando un piede su tre piedi.
Arriva quattro piedi e si porta via il piede.


Il due piedi prende il tre piedi e lo tira a quattro piedi.


Chi sono?