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giovedì 15 marzo 2012

A che servono le rose

Vincenzo Gasparro, A che servono le rose
con dipinti di Sofia Rondelli
Libro di arte-poesia a tiratura limitata
Collana «Coincidenze», Edizioni L’Arca Felice, Salerno MMXII,
pp. 32, più una litografia fuori testo.



Pubblicato da poche ore il nuovo libro di Vincenzo Gasparro nella Collana «Coincidenze» per le Edizioni L’Arca Felice. In anteprima la copertina del libro, un estratto dello scritto introduttivo di Vincenzo Di Oronzo e un assaggio dell'opera. 

Si dice che il poeta è «colui che guarisce con la luce», e può ascoltare un’anfora rovesciata nel portico, in attesa del segno, la mente del geranio sul balcone, il firmamento impazzito di silenzi. Nella poesia di Vincenzo Gasparro gli archi di vento, le spirali di piante fra i trulli, i sassi e i cerchi scritti con la calce, gli uccelli fermi nel bianco sono gli emblemi della bellezza e della morte, le folgorazioni dell’enigma. Ed è l’occhio perfetto, che si pone accanto alla parola, quale alterità o epifania del sacro. Là appaiono le voci duali, le scarpe capovolte sulle soglie, le donne in corsa per l’acqua alla fontana, le foglie di alloro nei muri forati. Vincenzo Di Oronzo


Vincenzo Gasparro è nato a Ceglie Messapica (Br).
Opere di storia e memoria: La pampanella amara (Italgrafica, Oria, Bari, 1989); 5 Dicembre ’93 con altri (Progetto Phisis, Latiano Bari, 1993); Una famiglia borghese (Tiemme, Manduria Taranto, 2009); Melagrane scarlatte more nere (Tiemme, Manduria Taranto, 2010). Opere di poesia: Taccuino (L’Autore Libri Firenze, 1994); Parole mai distratte (Gazebo, Firenze, 2000); Grazie per i balconi fioriti (Bastogi, Foggia, 2001); Barchette arancio e limone (Bastogi, Foggia, 2002); Nel mattino disperso (LietoColle, Faloppio, Como, 2004); La cura di Gaia (LietoColle, Faloppio, Como, 2006); Il passero maldestro, (LietoColle, Faloppio, Como, 2008). Racconto: Il sortilegio della casa antica (BookSprint Edizioni, 2011).

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La bellezza ci aiuta a vivere, ma ci rimanda alla domanda più grande che ci tormenta da sempre e l’enigma è difficile da sciogliere. La Calamita Cosmica rappresenta la metafora di una civiltà putrescente avviluppata negli idoli del consumismo. L’io è frantumato e rivendica una teologia nuova. Il poeta, oggi, più che mai, deve ripartire dalla storia, a cominciare dalla propria biografia per approdare a un senso altro. La rosa simboleggia la vita e la morte, l’amore di Afrodite che nacque con le rose e la mistica che raccoglie il sangue e la grazia. Saffo dirigeva un tiaso: «L’acqua fredda risuona tra le rame/ del melo e la radura è un’ombra/ di rose…»

I’ passate lu basilicole
come lu sole come lu sole.
I’ passate pure la rose
come li cose come li cose.
I’ passate la frasche de lore
come l’amore come l’amore.
I’ passate a murtuscedde
come lu viende come lu viende.

È passato il basilico
come il sole come il sole.
È passata pure la rosa
come le cose come le cose.
È passata la foglia d’alloro
come l’amore come l’amore.
È passata la piccola morte
come il vento come il vento.

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E perché mi prende la malinconia
se i petali del garofano profumano
nei raggi rifratti della primavera
se il tempo serpeggia tra i libri
e si consumano i brividi in volti sfocati.
Sei comparsa come la prima volta
nello sfarfallìo della neve infuocata
al caldo della pelle che infuriava all’impazzata.
Sulle orme del soffice manto
sono impressi i ricordi di allora
e svanisce la bellezza della verità
cercata invano e imprigionata.
Ci sono sentieri tracciati ragazzi
che imparano senza una meta.
Vagano, ma ognuno batte il sentiero
e ribatte il sentiero.
Tutto è divino stasera.
E perché mi prende la malinconia
al primo basilico sul balcone non so.