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domenica 20 novembre 2016

Migranti a Ceglie

Anche Ceglie Messapica farà la sua parte nell'accoglienza e nella solidarietà verso i migranti. Domani arriverà un primo nucleo di migranti che sarà ospitato in una struttura localizzata nella nostra città. Benvenuti.


“Ho capito che ogni centimetro che riescono a occupare sul barcone è un centimetro di libertà, pagato non solo con denaro, tanto denaro, ma soprattutto con sacrifici, umiliazioni, sofferenza, violenze, paura. Sanno che rischiano la vita, molti non hanno mai visto il mare, pochissimi sanno nuotare, ma preferiscono avere una speranza piuttosto che convivere col terrore di saltare in area su una mina o straziati da un machete”.
Alfredo Lo Piero
Autore, regista e produttore di “La libertà non può morire in mare”


Un popolo in fuga: 65,3 milioni i migranti forzati nel mondo.
E’ un popolo in fuga da guerre e situazioni di crisi legate ai conflitti quello descritto nel terzo rapporto sulla “Protezione internazionale” presentato a Roma e redatto da Fondazione Migrantes, Anci, Caritas Italiana, Cittalia e Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo) con la collaborazione dell’Unhcr (l’Alto commissariato Onu per i rifugiati). Il volume aggiornato a poche settimane fa, fotografa una situazione in continua evoluzione, dai cui contorni emerge una mappa inedita del nostro mondo. E’ l’immagine di un’umanità in cammino attraverso nazioni, continenti, mari, deserti e città. Ben 35 guerre e 17 «situazioni di crisi» sono fra le principali cause – ma non le uniche – che hanno messo in movimento 65,3 milioni di persone in tutto il mondo, il dato è complessivo e riguarda scenari più antichi e più recenti. Di fatto però nel 2015 sono state costrette a fuggire 34mila persone al giorno, 24 persone al minuto. Nello specifico il dato generale si suddivide in: 21,3 milioni di rifugiati (5,2 mln di palestinesi), 40,8mln di sfollati interni, 3,2mlni di richiedenti asilo. Moltissimi sono i minori, in molti casi non accompagnati.  
Le guerre poi, oltre a causare morte e distruzione di città, Paesi, infrastrutture, «provocano la fuga di un numero tanto maggiore di persone quanto più lungo e cruento diventa il conflitto o quanto più perdurano nel tempo situazioni di insicurezza, violenza e violazione dei diritti umani. Altri motivi di fuga sono costituiti dalle disuguaglianze economiche, dalle disuguaglianze nell’accesso al cibo (per mancanza di un’equa distribuzione della produzione mondiale) e all’acqua, dal fenomeno del cosiddetto land grabbing, che sottrae terre produttive ai paesi più poveri (in favore di grandi gruppi multinazionali), e dall’instabilità creata dagli attentati terroristici». Tuttavia anche la fuga lascia dietro di sé una scia di vittime: 4900 sono quelli morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, 3654 hanno perso la vita nel Mediterraneo (dati aggiornati a fine 2016).