Pagine

martedì 12 marzo 2019

Una poesia per Ceglie


Ceglie è il mio debole
Mi abbandono a ricordi che ritrovo
Oggi al salire del Monterone
Al discendere dal calvario
Quando arrivo al Votano
Se non giro vado su al Panteon del bello mio San Gioacchino
detto del brutto da esteti prezzolati
E se sublimo sulla porta di Giuso
Entro tra i profumi delle pentole
Pippianti di ragù di agnellone
E polpette di castrato
alla piazza vecchia
Non son da meno le giravolte
Chirulli
Oggi svuotate dalla umanità
Esiliata...
Ma spero che il vecchio insegni
Ceglie è uno
Non è né vecchio né nuovo
È Messapico sempre in eterno

Antonio Trinchera