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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 9 giugno 2017

Castello Ducale

Castello Ducale o Verusio – Ceglie Messapica (BR)

Il monumentale castello si erge a 300 m. circa sul livello del mare, su uno dei due colli su cui si estende il borgo di Ceglie Messapica e, con la sua mole, domina il tessuto urbano medioevale circostante. La costruzione si presenta esternamente come un agglomerato di torrioni cilindrici collegati da uniformi cortine murarie, alle quali risultano ora addossate strutture abitative di epoca posteriore. 
Lo svettante mastio quadrangolare quattrocentesco, dotato di merlature, barbacani e piombatoi, non è tuttavia l’elemento più antico dell’intera struttura, che è invece da identificare nella torre quadrangolare più bassa che gli sta a fianco e che, col suo aspetto più severo e arcaico, ricorda i masti d’età normanno-sveva da cui hanno avuto origine i vicini castelli di S. Vito dei Normanni, di Oria e di Carovigno. Al complesso si accede tramite un grande portale fronteggiante la chiesa matrice del paese, dal quale si raggiunge lo spazioso cortile di pianta approssimativamente trapezia.
E’ probabile che la torre normanna, ovvero il nucleo più antico, sia da mettere in relazione con la figura di un certo Sirepagano, che risulta signore di Ceglie in un rogito notarile del sec. XI riportato nel Libro Rosso di Ostuni; e se non proprio con questo personaggio, allora con la famiglia dei Drimi che detenne il possesso del feudo dal 1120 fino al termine del Duecento, allorché esso venne aggregato al potente principato di
Taranto.
Alla fine del XIII sec. Carlo d’Angiò assegnò in dote Ceglie alla figlia Eleonora, sposa del barone Filippo de Tuzziaco, il quale, non avendo eredi, la donò alla curia di Brindisi. Nel 1361 l’arcivesovo Pino vendette il feudo a Francesco Sanseverino, e fu con questa casata che il castello cambiò aspetto, con la costruzione prima del torrione più alto, poi di bastioni e torri circolari e con la sistemazione del cortile interno. Alla prima metà del XVI sec., con l’innalzamento dell’ala destra (ancor oggi la parte principale) e dell’elegante scalinata con balaustra scolpita, la rude fortezza venne trasformata in una fastosa ed elegante dimora signorile del primo rinascimento, esempio di grande interesse per la ricostruzione odierna della storia dell’architettura pugliese di tale periodo. 
Da allora, per circa tre secoli, il castello passò nelle mani di diverse famiglie finché nel 1862 fu acquistato dal marchese Luigi Verusio. Nel ‘900 l’unitarietà dell’edificio si perse con una suddivisione fra gli eredi, ed alla frammentazione è conseguito anche l’abbandono e il degrado.
Oggi, salvo una piccola porzione ancora conservata dagli eredi, è per oltre la metà di proprietà del Comune di Ceglie, che ha provveduto al restauro e vi ha collocato, da maggio 2016, la Pinacoteca Emilio Notte e la Biblioteca Pietro Gatti.