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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 24 maggio 2007


 

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Tratto da UMANESIMO DELLA PIETRA 1980

 

Le orchidee selvatiche del territorio della murgia


di Anna Maria Castellaneta


 

Quello che si vuole proporre all'attenzione del lettore, in questa tavola di botanica, è un aspetto estremamente interessante, a mio avviso, della vegetazione spontanea della Murgia dei Trulli, di sicuro poco conosciuto, che, per i più sensibili naturalisti, potrebbe costituire un affascinante itinerario botanico, gia dalla fine di febbraio sino agli inizi di giugno.
Le orchidee, dalle forme e dai colori più vari, sono distribuite prevalentemente nelle regioni della fascia tropicale e sub-tropicale e si conta che, alla vasta famiglia delle Orchidaceae, appartengano circa ventimila specie delle quali solo un centinaio e forse anche meno nei paesi temperati.
Si tratta di piante erbacee perenni che possono essere sia autòtrofe (capaci di sintetizzare da sé la sostanza organica) che sapròfite (che traggono nutrimento da organismi in decomposizione) e vanno distinte in epifite e terrestri. Le prime sono prevalentemente distribuite nei paesi caldi e vivono su rocce e alberi, le altre sono tipiche dei climi temperati, in cui l'alternanza delle stagioni consente loro un periodo di riposo vegetativo.
E' interessante e forse non noto a tutti che diverse specie sono presenti anche nel nostro Paese; ne sono state riscontrate infatti circa sessanta, di cui una dozzina da me raccolte nei boschi, negli incolti, lungo i tratturi delle contrade più interne e lungo le strade comunali della Murgia.
Tali specie, appartengono a cinque generi diversi. Le orchidee hanno l'infiorescenza a spiga o a grappolo, le foglie, non sempre presenti, possono essere: lanceolate, oblunghe, lunghe, o brevi, quasi sempre inguainanti il fusto. Le radici, molto carnose, formano, ingrossandosi, organi di riserva (tuberi) molto irregolari.
Al momento della fioritura ciascun fiore compie una torsione di 180 che gli consente di portare il labello in basso e i tepali in alto. Il fusto ha un'altezza variabile tra 6-10 e 50 centimetri.
Le orchidee da me identificate sono quelle che si riportano al termine di questa tavola ma naturalmente molte sono le specie ancora da individuare e soprattutto numerose sono le varietà, data la notevole facilità con cui alcune si incrociano.
Al genere Orchis appartengono: Orchis papilionacea L. (abbastanza frequente, con fiori violaceo-porporini), Orchis longibracteata Biv. (specie abbastanza rara, dal labello bianco punteggiato di viola con margine porporino), Orchis longicruris L.K. (abbastanza frequente, spiga molto densa di fiori rosa), Orchis laxiflora Lam. (molto frequente, fiori dal viola chiaro al porpora scuro), Orchis morio L. (specie piuttosto rara, dal labello bianco e tepali verdi, striati).
Al genere Ophrys appartengono: Ophrys Bertolonii Moretti (non molto frequente, con labello vellutato, nero-violaceo), Ophrys latea Cav. (non molto frequente, con labello giallo e macchia centrale bruno scura), Ophrys aranifera Huds. (non molto frequente, talvolta il labello, porporino brunastro, presenta due gibbosità alla base).
Al genere Serapias appartiene: Serapias vomeracea Briq. (abbastanza frequente, fiori allungati con labello bruno-rossiccio, coperto di peli).
Al genere Loroglossum appartiene l'unica specie Loroglossum mircinum Rich. (rarissima, emana un intenso odore di fieno, il labello è costituito da tre lobi elicoidali lunghi fino a cinque centimetri).
Al genere Anacamptis appartiene la specie Anacamptis pyramidalis (abbastanza rara, con spiga molto densa di fiori dal rosa al rosso carminio). Si è potuto notare che le specie maggiormente rappresentate appartengono al genere Orchis e si possono riscontrare con maggiore frequenza nel periodo aprile-maggio, che è quello di maggiore fioritura.

 

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Foto www.cicloamici.it


20 aprile 13.28