.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 22 marzo 2021

Donazione Avis


Donazione Avis domenica 28 marzo dalle 8:30 alle 11:30 nei pressi del "Centro Anziani". 

Per donare è necessaria la prenotazione al  numero 3343138404. 

Tra tutti coloro che doneranno saranno estratte 2 lattine di olio gentilmente offerte da "Tenute Monaco".

domenica 21 marzo 2021

Giornata Mondiale della Poesia

 È PRIMAVERA AL “SISTEMA GUSTO D’ARTE” : DOMENICA 21 MARZO APPUNTAMENTO ON LINE CON LA “GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA” E L’AVVIO DEL PROGETTO REGIONALE “I MUSEI RACCONTANO LA PUGLIA”.

Con l’arrivo della Primavera ripartono le attività del Sistema Gusto d’Arte di Ceglie Messapica, il polo culturale della città che nel prossimo maggio spegnerà le sue prime 5 candeline.

Infatti nella giornata di domani, domenica 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia si avvieranno ufficialmente le attività della seconda edizione del progetto regionale “I musei raccontano la Puglia”. Tale progetto si propone di avvicinare i giovanissimi all’uso consapevole, alla fruizione e alla conoscenza dei beni culturali, degli istituti e dei luoghi della cultura pugliesi ed in particolare dei Musei. Per l’attuazione di questa innovativa iniziativa, avviata nel 2018, la Regione ha selezionato, sulla base di standard di qualità e dei servizi offerti, cinque istituzioni museali pugliesi (Museo Civico di Foggia; Museo del Libro e Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Ruvo di Puglia; Museo della Maiolica – MuMa di Laterza; Museo Archeologico e dell’Arte Contemporanea – MAAC di Ceglie Messapica; Museo Archeologico di Ugento) quali Hub capofila di una articolata rete composta da altri musei, luoghi e istituti di cultura e istituti scolastici dei rispettivi territori di riferimento, tutti impegnati in attività rivolte a scuole e famiglie.

Ed in questo periodo molto complicato, anche se le condizioni epidemiologiche non consentono la realizzazione di incontri e laboratori in presenza, l’Amministrazione Comunale, di comune accordo con la società Smac Multisevizi, attuale gestore del Sistema Gusto d’Arte, ha voluto fortemente avviare le attività culturali del progetto regionale e non solo, quale segno di speranza e rinascita per il mondo della cultura e per l’intera comunità locale, scegliendo come data simbolica il 21 marzo, primo giorno di Primavera e Giornata Mondiale della Poesia.

Pertanto nell’intera giornata di domani, ad intervalli cadenzati, con inizio alle 10.05 (perché il “Sistema Gusto d’Arte” è nato ufficialmente il 10 maggio alle 10.05) tempesteremo Facebook di poesie dei nostri due illustri poeti non più in vita (Pietro Gatti e Rita Santoro Mastantuono) e di alcuni altri poeti.

Versi sparsi, con temi vari, per solleticare la curiosità di chi legge e celebrare in questa particolare giornata l’importanza che la poesia ha nella letteratura e, perché no, nelle nostre vite.

Buona Primavera poetica al Sistema Gusto d’Arte e alla nostra bellissima Ceglie Messapica.

Ceglie Messapica, 20 marzo 2021

Il gestore e lo staff del “Sistema Gusto d’Arte”
L’Assessore alla Cultura Antonello Laveneziana
Il Sindaco Angelo Palmisano


Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati

 

21 MARZO – “GIORNATA NAZIONALE DELLA GENTILEZZA AI NUOVI NATI”: LA CITTA’ DI CEGLIE MESSAPICA ACCOGLIE I 105 NUOVI CEGLIESI.

La Città di Ceglie Messapica ha aderito alla proposta dell’Associazione “Cor et Amor” – Rete degli Assessori alla Gentilezza  di celebrare la “Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati” per il 21 marzo 2021, nell’ambito del Progetto Nazionale Costruiamo Gentilezza.

La rete comunitaria di Costruiamo Gentilezza ha come obiettivo costruire pratiche di gentilezza per accrescere il benessere delle comunità mettendo al centro i bambini. 

E l’accoglienza dei nuovi nati nella comunità rappresenta il primo passo da cui partire per accompagnare ogni bambino nella sua crescita riservandogli l’attenzione e l’importanza che merita.

L’iniziativa proposta pone l’accento sull’importanza del futuro, che appartiene ai figli di una comunità, per i quali, dopo le sfide epocali poste dalla pandemia, dobbiamo cercare nuove opportunità e realizzare un nuovo modello di sviluppo.

Pertanto l’Amministrazione Comunale, condividendo l’iniziativa coerente con i valori di cui  intende farsi portavoce, accoglie virtualmente, nella giornata di Domenica 21 marzo, tutti i 105 nuovi cegliesi nati nell’anno 2020 e invita sin da ora le famiglie dei nuovi nati ad un evento pubblico, che si terrà nella tarda primavera o in estate compatibilmente con l’evolversi delle condizioni epidemiologiche, per consegnare a tutti la “Chiave della Gentilezza” come segno di benvenuto nella comunità cittadina.

La nostra città vuole essere per tutti una città accogliente e gentile dove chiunque possa “sentirsi a casa”.

Ceglie Messapica, 20 marzo 2021
L’Assessore alla Gentilezza Antonello Laveneziana
Il Sindaco Angelo Palmisano

venerdì 19 marzo 2021

A breve i lavori della Via Crucis

 Comunicato stampa


A BREVE I LAVORI DELLA VIA CRUCIS SARANNO AVVIATI

Le Cappelle della Via Crucis di Via San Paolo della Croce saranno restaurate a breve termine.

Quest’opera pubblica rappresenta per tutta la città un bene singolare da recuperare sotto l’aspetto storico-culturale e di riqualificazione.

La Via Crucis rappresenta gli avvenimenti dolorosi accaduti a Gesù durante il suo cammino e nel periodo di Pasqua rappresenta per la Chiesa un periodo molto forte, in quanto i fedeli rinnovano un momento di  devozione.

In data 18.3.2021 il Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ceglie Messapica mi ha assicurato che stavano trasmettendo la documentazione al Gal Alto Salento per la definizione del progetto finale e quindi poter iniziare entro un mese i lavori di rifacimento.

Questo patrimonio storico-culturale che appartiene alla comunità cegliese è situato Via San Paolo della Croce, il quale partendo dalla Chiesa dei Padri Passionisti, da una stazione all’altra si raggiunge il Calvario, situato nella Villa Comunale dedicata a Papa Giovanni Paolo  II.

A questo punto è doveroso da parte mia e di tutta la cittadinanza cegliese effettuare un ringraziamento al Sindaco Angelo Palmisano, al Consigliere Regionale Luigi Caroli e al Consorzio Gal Alto Salento per il continuo interessamento che hanno dimostrato per recuperare quest’ opera straordinaria e storica della comunità cegliese.

Un cordiale saluto a tutta la cittadinanza cegliese.

Ceglie Messapica lì 18.03.2021

Il Consigliere Comunale
Cataldo Rodio

sabato 13 marzo 2021

Puglia in zona rossa

 

Puglia in zona rossa da lunedì 15 marzo: come comportarsi

Da lunedì 15 marzo 2021 la Puglia è inserita in zona rossa, come disposto dall'Ordinanza del Ministero della Salute del 12 marzo.

Spostamenti

  • È vietato spostarsi fra regioni
  • È vietato spostarsi fuori dal proprio comune
  • È vietato circolare all’interno del proprio comune e spostarsi verso abitazioni private diverse dalla propria

Sono consentiti gli spostamenti per motivi di lavoro, salute o comprovati necessità con autocertificazione. Il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione è sempre consentito dalle 5 alle 22.

Ristorazione

  • Ristoranti, gelaterie e pasticcerie sono chiusi. È consentito il servizio a domicilio e, fino alle 22, l'asporto
  • bar sono chiusi. È consentito il servizio a domicilio e, fino alle 18, l'asporto

Attività motoria

  • È consentito svolgere attività motoria in prossimità della propria abitazione nel rispetto della distanza di almeno un metro e con obbligo di mascherina
  • È consentito svolgere attività sportiva solo all’aperto e in forma individuale

Altre attività

  • negozi al dettaglio sono chiusi, salvo quelli di generi alimentari e di prima necessità. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie
  • Sono chiusi i mercati, tranne le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici
  • servizi alla persona sono sospesi tranne lavanderie e servizi funerari
  • Musei, cinema e teatri sono chiusi. Vietate sagre e feste.

martedì 9 marzo 2021

Rinnovato il direttivo dell'AVIS

L'Avis di Ceglie Messapica ha rinnovato il direttivo e il presidente. Lascia la guida dell'associazione, dopo 8 anni e due mandati, Angelo Francioso che ha passato le consegne nelle mani del nuovo presidente la dott.ssa Mina Vitale. Il bilancio della gestione del presidente uscente è sicuramente positivo visto l'incremento consistente dei donatori, passati da 197 del 2012 ai 322 del 2020, e delle sacche di sangue raccolte, da 231 nel 2012 a 505 nel 2020. Inoltre, sotto la presidenza Francioso l'Avis comunale ha ottenuto l'istituzione di un punto fisso di raccolta nell'ex ospedale di Ceglie Messapica. Nell'ultimo anno, nonostante l'emergenza covid, l'associazione ha continuato ad operare grazie all'uso dell'autoemoteca.  

"Sono felicissima dell'incarico e soprattutto della fiducia riposta nella mia persona. L'Avis, la mia casa sin da quando il mio papà mi ci portava da bambina, con la maggiore età sono diventata donatrice, il desiderio di vivere l'associazione sempre più mi ha portato a ricoprire il ruolo da vice coordinatrice del Gruppo Giovani Provinciale Brindisi ed adesso eccomi qui.
L'impegno è quello di continuare l'ottimo lavoro portato avanti per otto lunghi anni da Angelo Francioso e da tutti i collaboratori, dedicando particolare attenzione alle nuove generazioni.
Al mio fianco c'è una forte squadra che ha già vinto ed affrontato  innumerevoli sfide non risparmiandosi nemmeno in questo ultimo anno di epidemia; a loro si sono aggiunti volti nuovi e giovani. Veterani e nuove leve, siamo tutti entusiasti di continuare a lavorare instancabilmente per i nostri donatori e per soddisfare il fabbisogno di sangue." Mina Vitale.

Il nuovo direttivo è così composto: 

Presidente: Mina Vitale
Vice Presidente: Pietro Santoro
Segretario: Cristian Basile
Tesoriere: Rocco Gioia
Presidente Onorario: Angelo Francioso
Consiglieri: Basile Pietro, Curri Grazia, Elia Antonio, Fragnelli Valentina, Santoro Cosimo, Santoro Pantaleone, Vitale Domenico, Vitale Vincenzo.
Consiglio Revisori dei Conti: Roma Giovanni, Barletta Tommaso, Gioia Giuseppe.

venerdì 5 marzo 2021

Roberto ci ha lasciati di Vito Elia

Fonte foto

Roberto ci ha lasciati
di Vito Elia


Roberto ci ha lasciati!, chi?, e già, detto così a Ceglie difficilmente qualcuno riuscirebbe ad individuare quella persona che ora non c’è più. C’è un modo però per individuarla con immediatezza e cioè utilizzare la parlata domestica del tipo “nassé ci i muert?...Lubbert!, oppure, a voler essere più  precisi nella identificazione, nassé ci i muert?...Lubbert u puju!”. Ora, mi perdoneranno gli studiosi cegliesi del loro dialetto per le mie insopportabili carenze, rese ancora più evidenti in virtù del fatto che da Ceglie io sono andato via molti anni fa, tant’è che sostenere che il dialetto parlato oggi nella città messapica non è più quello di 50, 60 o più anni fa non è affatto una eresia. Ma il problema adesso non è un affare di lingua, di dialetto o di vernacolo, il problema è che Roberto, per i cegliesi Lubbert (Rubbert?), ci ha lasciati per sempre ed io lo ho appreso con alcuni giorni di ritardo. Una persona semplice Lubbert per i suoi compaesani, poco o addirittura per niente scolarizzata, ma una persona laboriosa e rispettabile, sempre indaffarata, assai disponibile verso tutti. Per i lavori più disparati, i più umili, come fare pulizie, e non importa dove, in casa, in chiesa, presso le cappelle cimiteriali oppure in campagna, a chiunque avesse avanzato richiesta lui rispondeva presente. Ha faticato tutta una vita per portare il pane a casa, e quando avevi bisogno di lui te lo vedevi piombare con il suo vecchio triciclo a motore a scoppio, del tipo Ape Piaggio, di quelli cioè che si possono guidare già a 14 anni e che non richiedono nemmeno il possesso della patente B. 

 Io Lubbert ho cominciato ad incontrarlo e conoscerlo personalmente attorno alla metà degli anni 70, quando cioè lui frequentava la Chiesa Madre, di fronte al Castello ducale. Tuttavia non è di questo periodo che voglio ora parlare, ma di un periodo antecedente, ovvero degli anni sessanta, quando cioè io Lubbert  non lo avevo ancora conosciuto di persona. Qualcuno si chiederà, ed è lecito, come faccio a parlare di lui relativamente a quel periodo. Lo spiego. Lubbert, per quanto figura umile, era paradossalmente una persona “in vista” in paese, per carità non nella accezione più elittuale del termine, come lo sono il sindaco, il parroco, il farmacista di quartiere, ma esattamente come lo sono determinate altre figure umili che, uscendo di casa, non puoi fare a meno di incontrare per strada, quando non in Piazza od in altri punti strategici della città. 

E’ per queste ragioni che mi è dato conoscere, sia pure assai superficialmente, la vita di Lubbert, sin dagli anni sessanta, quando suo papà gestiva una piccola macelleria posta dietro ad un angolo di Piazza Plebiscito. Era lì, all’imbocco di via Pietro Elia, che di buon mattino Lubbert era solito appendere a robusti uncini di acciaio posti all’esterno della lillipuziana macelleria mezzo maiale con la testa in giù, da una parte, e metri di salsicce avvolte a spirale e lunghe budelle riempite ad arte di sanguinaccio, quando non bianca e rugosa trippa bovina dall’altra, mentre  papà macellaio era intento a tagliare e selezionare le carni, tra le anguste pareti di quella minuscola macelleria posta sotto l’imponente maniero che fu dei Sanseverino. Terminata l’esposizione della merce, v’era consolidata abitudine che Lubbert si tuffasse a preparare sin dal mattino prelibatezze, da mettere sui carboni ardenti di un’apposita griglia posta all’aperto, sui primi gradini che si incontrano da Piazza Plebiscito imboccando proprio via Pietro Elia.

Attorno a mezzogiorno o alla sera il clou. Il profumo della carne, gli inebrianti sapori sprigionati dagli gnummariedd, dalle salsicce e dagli spiedini di quella griglia si diffondevano progressivamente per tutta la piazza Plebiscito, e per Lubbert era quello il momento di cominciare a riscaldare le corde vocali, a guisa di cantante lirico prima dell’apertura del rosso sipario. Così mentre il triciclo di “bamminiedd”, un corpulento omaccione, attraversava Corso Garibaldi al grido “one arrivat li cozz, so frisch li cozz” (sono arrivate le cozze, sono fresche le cozze – quelle allora prelibate del mar Piccolo della città dei due mari) accendeva repentina ed orgogliosa risposta dell’allora giovane Lubbert “ariost è cott, ariost è cott, ariost è cootttt!” (in breve, la carne arrosto è cotta). A squarciagola “Ariost è cott, ariost è cott, ariost è cootttt!”, così per anni e anni, finché il papà non ce la fatta più ed ha deciso la chiusura della macelleria. Da lì in poi, come ho avuto modo di anticipare, Lubbert ha riempito le sue giornate di duro ed umile lavoro, dal mattino alla sera, sino a qualche mese addietro, prima di ammalarsi gravemente ed aspettare che i suoi occhi chiudessero per sempre. Oggi Lubbert non c’è più, con lui se n’è andato un frammento, seppur infinitesimale, della storia legata in qualche modo alla ristorazione della nostra città.

Dagli anni 60 del secolo scorso molte cose sono cambiate, tant’è che oggi Ceglie viene da più parti indicata come capitale dell’enogastronomia di Puglia. Tra l’altro, molti i ristoranti e le trattorie e con essi molti i cuochi e gli chef affermati e ormai da tempo premiati, ultra premiati e pure stellati, spesso noti nel resto d’Italia e qualcuno persino nel mondo. A me, a scanso di equivoci, questo dato di fatto mi riempie di orgoglio, né dispiace affatto che alcuni di essi siano osannati pure dalla TV, quantunque sia consapevole di essere cegliese “solo” di nascita e per aver vissuto i primi 20 anni della mia vita nella città messapica.

Ecco, è qui il punto, i miei ricordi focalizzano proprio quel periodo storico della mia adolescenza, quando Ceglie era un tranquillo paese dell’entroterra pugliese, dove il fenomeno della  ristorazione conosciuto oggi era ancora agli albori, sostenuta da alcune trattorie, che chiamavamo “cantine”, dove per bere un bicchiere di vino ti veniva servito qualche pescetto fritto, o al più una “cuppitedda di brodo”, ben lontani cioè dalla realtà di oggi, dalle non poche attività che vantano innumerevoli riconoscimenti di “coltelli e forchette”, di “chiocciole” e persino di “stelle”. E Lubbert?, negli anni 60 c’era già! con la sua rudimentale griglia per cuocere carne per strada, fatta costruire da uno dei non pochi fabbri locali. A quel tempo le “cantine” costituivano la forma embrionale storica di quella che decenni più tardi sarebbe  riuscita a ritagliarsi un posto di tutto rilievo nei grandi circuiti della ristorazione regionale e nazionale. Tutto è nato e si è sviluppato facendo leva sulla fortunata tradizione culinaria della millenaria civiltà contadina e domestica locale, ed è bene che i giovani non lo disconosticano, perché conoscere la propria storia è fondamentale per progettare e costruire il proprio futuro. "Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro" lo diceva Tucidide già attorno agli anni 460 404 a.C.. 

In questa ottica, mi pare sia giusto non dimenticare tutti gli attori, per quanto figure umili come quella di Lubbert, che nel passato hanno mosso i primi passi nel campo della ristorazione, dello “street food” in particolare che, proprio per le caratteristiche dei preparati (tra tutti gli gnummariedd), insieme ad altre bontà a forte connotazione locale identitaria come il “panino cegliese”, il “biscotto cegliese” delle storiche botteghe locali, hanno come catalizzato uno sviluppo di un numero sempre crescente di trattorie e ristoranti che, basandosi su una serie di altri genuini prodotti da forno, dell’agricoltura e degli allevamenti locali, hanno permesso alla città di Ceglie di raggiungere un impensabile primato, nel campo eno gastronomico più in generale. Ma c’è un ma, autentica iattura sarebbe se per tale raggiunto primato ci si abbandonasse a dormire sugli allori, invece di pensare al consolidamento, anno dopo anno, non solo puntando su innovazione e contaminazione, ma riscoprendo le radici più profonde, pregne di cultura culinaria di quella millenaria civiltà contadina, sostenuta da innumerevoli invisibili attori, come lo fu il giovane Lubbert che, infastidito dal grido di bamminiedd “one arrivati li cozz, so frisch li cozz!”, dava il meglio di se a squarciagola, intonando il suo solito e convincente ritornello “ariost è cott, ariost è cott, ariost è cottt”. Un invito a pasteggiare quest’ultimo che non sentiremo più, anche perché Lubbert è volato al cielo e non tra una, due o tre stelle, ma in mezzo ad uno sterminato firmamento.

Adieu Lubbert, adieu!, come avrebbe detto Joël Robuchon.