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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 22 settembre 2008

E. Notte:Fondamento Lineare Geometrico e "Popolana"(1919)

Geometria e analogia plastica si coniugano nel Manifesto Fu­turista “Fondamento Lineare Geometrico” firmato, nel 1917, da Emilio Notte e Lucio Venna.

“Dominando l'espressione degli oggetti, e comprendendoli, si crea un equivalente pittorico di forma. Possiamo far vivere un oggetto della nostra visione estetica solo comprendendolo e pe­netrandolo fino al punto da dominarlo e ridurlo a una sintesi geometrica nella quale le direzioni di una cima, gli angoli, le cur­ve, l'insieme infine di tali figure, abbia valore esatto»".

Entrambi formatisi nel clima del Futurismo fiorentino, svi­luppano l'eredità di Sironi e Soffici.

Legato come questi ad un'idea strutturale della superficie pit­torica, Notte é attratto, come dimostra la sua “Popolana” (1919), più dalla lezione di Cezanne e di Picasso, che dalla frantumazio­ne esplosiva delle forme futuriste.

Gli interessa costruire con colori terrosi: geometrie, volumi, masse. Restituisce la monumentalità delle forme al corpo umano, trasforma il personaggio effimero, in monumento, blocca il tem­po della visione, in quello della meditazione.

La sua “Popolana” assume le fattezze statuarie di una grande madre, diventa un idolo. Notte pone sul piedistallo i personaggi di quel mondo umile e paesano che non lo abbandonano neppu­re nei suoi anni futuristi, opponendosi ai contenuti del moderni­smo urbano.

A Boccioni é legato da un interesse introspettivo che lo spin­ge ad una ricerca di purezza formale, quale equivalente dello spi­rito racchiuso nella materia.

 

L'universo futurista: una mappa, dal quadro alla cravatta.

Di Anna D'Elia, Edizioni Dedalo, 1988.



“Popolana” (1919) è una delle opere donate nel 1976 da Emilio Notte alla sua città natale,Ceglie Messapica, ed è esposta nella galleria d'arte moderna che porta il suo nome.

L'immagine “Popolana” (1919) proviene dal blog: Le mie radici