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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 16 dicembre 2008

FERMARONO I CIELI


Giuseppe Verdi nella notte di Natale del 1890, ascoltando la messa nella cappella del palazzo Doria a Genova, dove abitava, si congratulò con i ragazzi cantori «per aver eseguito con bella intonazione quella tradizionale canzone sacra, che era "Tu scendi dalle stelle", senza la quale Natale non sarebbe Natale».
Autore delle parole e della musica del canto natalizio più celebre, più diffuso del folclore italiano è  S. Alfonso Maria de’ Liguori. Egli è stato autore anche delle musiche e delle parole di diverse canzoncine spirituali e di componimenti poetici. La poesia di S. Alfonso ha, praticamente lo stesso scopo che aveva la pittura attraverso l'immagine: parlare alla gente. Molte canzoncine erano legate al ciclo delle festività natalizie e fra queste le famosissime Tu scendi dalle stelle, Quante nascette ninno, Fermarono i cieli, altre alla devozione mariana. 
Questo repertorio si diffuse intorno alla metà del Settecento in tutto il territorio del Regno di Napoli  diventando protagonista dei tanti rituali del ciclo liturgico in particolare quello natalizio e mariano.
Il successo di queste canzoncine spirituali favorì lo sviluppo in ambito popolare di un larghissimo repertorio di canti popolari religiosi che sono ancora largamente in uso.
“Tu scendi dalle stelle” è stata scritta a Nola nel dicembre del 1754 nel periodo natalizio, proprio in occasione di una missione che S. Alfonso stava predicando in questa cittadina. Don Michele Zamparelli, che ospitava S. Alfonso sentendo le parole e la musica, mentre le stava componedo, chiese al Santo se gliela avrebbe fatta copiare. S. Alfonso rispose di no perché prima avrebbe dovuto stamparle e poi eventualmente gliene avrebbe regalato una copia. Invece, il sacerdote, mentre S. Alfonso era andato in chiesa per fare la sua predica intorno al Natale, copiò di nascosto musica e parole. La cerimonia religiosa era ormai giunta quasi al termine, e S. Alfonso cominciò a cantare il canto di conclusione, ma a un certo momento lui stesso che aveva scritto quelle parole, ne dimenticò alcune. Avendo intuito che don Michele aveva copiato le sue parole, mandò un chierichetto a chiedergliele. Don Michele rimase così sorpreso, così sconvolto per il fatto che S. Alfonso si fosse accorto di quel furto, che non volle scendere in chiesa né volle più scendere a cena per mangiare con il Santo fino a quando capì che S. Alfonso aveva immediatamente perdonato.


CEGLIE MESSAPICA (BR)
TEATRO COMUNALE
19 Dicembre 2008 ore 21
Ambrogio Sparagna, Peppe Servillo
FERMARONO I CIELI
Le Canzoncine spirituali di Sant’Alfonso


Lo spettacolo "Fermarono i cieli" propone alcuni di questi canti religiosi popolari  ed altri appositamente composti da Ambrogio Sparagna affidandoli all’interpretazione originalissima di Peppe Servillo (voce degli Avion Travel), di un quintetto vocale e di un trio di strumenti popolari fra cui una zampogna gigante, un modello di straordinarie proporzioni, alta quasi due metri, diffusasi nel regno di Napoli a partire dalla fine del settecento proprio allo scopo di accompagnare il repertorio tipico delle canzoncine spirituali.