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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 9 luglio 2009

La storia di Hansel e Gretel


Venerdì 10 luglio ore 20.30
Ceglie Messapica atrio scuola elementare E. De Amicis
La storia di Hansel e Gretel
drammaturgia Michelangelo Campanale e Katia Scarimbolo
regia e scene Michelangelo Campanale
con Catia Caramia, Giulio Ferretto, Paolo Gubello, Maria Pascale


Secondo spettacolo teatrale dedicato ai bambini e famiglia inserito nel programma di Cegliestate. Lo spettacolo è stato presentato dalla compagnia CREST di Taranto in prima nazionale nella dodicesima edizione del Maggio all’Infanzia, vetrina d’eccellenza del teatro ragazzi italiano, svoltosi a Bari dal 21 al 25 maggio 2009.
La favola di Hansel e Gretel permette di far sperimentare il sentimento di solitudine (i due protagonisti che si perdono) e che può accadere nella vita di tutti i giorni. Ci si sente perduti e senza via d'uscita. Poi, come nella fiaba in cui i due protagonisti superano il difficile momento con le proprie forze (sconfiggono la strega e tornano a casa), così anche nella realtà si ha la speranza del lieto fine. Questo elemento è tanto importante nel bambino, quanto nell'adulto in un momento della vita negativo, come può essere ad esempio dover affrontare la fine di una storia d'amore o un lutto.
La psicologia della fiaba, Laura Catalli

“Cosa è buono? Cosa è brutto? Ciò è vero o ciò appare… non lasciatevi ingannare!”. Il messaggio de La storia di Hansel e Gretel, rilettura di una fiaba tedesca riportata dai fratelli Grimm, è chiaro e diretto: nella vita occorre tenere sempre bene aperti gli occhi perché il pericolo è sempre in agguato. E, non di meno, perché la materializzazione quasi "eccessiva" dei propri desideri può rivelarsi spesso una trappola. Nella regione dello Spessart esiste ancora una fitta foresta, difficile da attraversare con i suoi pochi e aspri sentieri, resi ancora più difficoltosi da giganteschi e ombrosi pini e faggi, i cui rami intralciano il cammino. Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Sembra essere questa l’origine della fiaba di Hansel e Gretel, racconto “ombroso” come il bosco, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare ai due fratellini bellissima, accogliente e materna, ma strega che inganna e mangia i bambini. Nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina.