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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 2 settembre 2009

XII Barocco Festival


Mercoledì 2 settembre
Chiesa Matrice Ceglie Messapica ore 21.00
XII Barocco Festival
Nel nome del padre, del figlio e del padrino
La musica a nord
Musica di J.S. Bach, C. Ph. E. Bach, G. Ph. Telemann, omaggio a L. Leo
Ensemble “Paradiso musicale”


Protagonista della sesta serata del XII Barocco Festival è la musica di un padre, Johan Sebastian Bach, del figlio, Carl Philipp Emanuel Bach, e del suo padrino Georg Philipp Telemann, eseguita da un ensemble svedese diretto dal maestro Dan Laurin riconosciuto come uno dei più grandi virtuosi del flauto dolce ed uno dei migliori interpreti di Vivaldi e noto per le sue eccezionali qualità didattiche.

Programma

George Philipp Telemann (1681 - 1767)
Sonata a tre in fa maggiore per flauto dolce, viola e bc
vivace, mesto, allegro

Carl Philipp Emanuel Bach (1714 - 1788)
Sonata in sol minore per viola e clavicembalo
allegro moderato, larghetto, allegro assai

George Philipp Telemann
Sonata a tre in sol minore per flauto dolce, viola e bc
soave ma non adagio, vivace, largo, allegro

Johan Sebastian Bach (1685 - 1750)
Sonata in si minore per flauto e clavicembalo obbligato
allegro, adagio, allegro

Leonardo Leo (1694 - 1744)
Una scelta da Solfeggi per voce e bc
(ed. critica Giorgio Pacchioni, Andrea Bornstein,
pubblicata su www. flauto-dolce.com)

George Philipp Telemann
Sonata a tre in re minore per flauto dolce, viola e bc
andante, vivace, adagio, allegro

 


J. S. Bach: Sonata in si minore per flauto e clavicembalo obbligato
L'origine di questa composizione, una delle più belle di Bach, è tuttora avvolta nel mistero, al punto che non si sa nemmeno per quali strumenti sia stata composta. Secondo alcuni studi recenti, questa sonata potrebbe essere stata destinata sin dal principio al flauto dolce (e non al traverso), con il clavicembalo obbligato. In quanto maestro di cappella della Chiesa di San Tommaso di Lipsia, Bach era tenuto a impartire lezioni di latino e retorica. Egli conosceva profondamente l'Institutio Horatoria di Quintiliano e aderiva a quella corrente così diffusa alla sua epoca secondo cui, per commuovere il pubblico, una composizione musicale doveva sottostare alle medesime regole di una orazione. È nostra opinione che questa sonata si inserisca in questa tradizione. Il primo movimento si apre con un exordium, a cui seguono la narratio, ossia "l'esposizione dei fatti" che, in musica, consiste nella presentazione del tema principale, e quindi l'argumentatio. Questa sezione comprende la refutatio, con la quale l’oratore difende la propria causa dalle accuse e dai dubbi. Per Bach, questo momento si traduce nella presentazione di nuovo materiale tematico che contrasta con quello iniziale e che lo pone “in dubbio”. La crisi si insinua nel discorso a tal punto da condurre la sonata sull’orlo del collasso. Il flauto e il clavicembalo restano sospesi su un lungo trillo … che infine porta alla peroratio, “l’avvio a conclusione della discolpa”, in cui sono ripresi tutti gli elementi del tema iniziale con gravità, come un avvocato ricapitola in chiusura tutti i fatti trattati. Nel Largo e dolce l’atmosfera si distende in un canto idilliaco del flauto, sebbene in sottofondo resti un senso di irrequietezza dovuto ad accordi spezzati carichi di tensione. La fuga del Finale e il tempo veloce che ne segue ristabiliscono un clima ancor più nervoso e teso, con un ritmo incessante che ci piace interpretare come una danza che ha luogo solo nella mente.

Anna Paradiso e Dan Laurin