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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 3 maggio 2011

Fiorisce il teatro popolare a Ceglie


Fiorisce il teatro popolare a Ceglie
Di recente mi è capitato di assistere a due rappresentazioni teatrali in vernacolo del Gruppo Teatrale Amatoriale " Maria SS. Assunta” e della Compagnia Teatrale “Nunzia Stoppa". II primo ha adattato in dialetto cegliese "U pacce di case” dell’ostunese Mario Crescenzio e la seconda "Agenzia investigativa” di Samy Fayad. Gli attori, tutti dilettanti nel senso etimologico del termine perché
recitano per diletto, sono capaci ad ogni rappresentazione e a ogni replica, di riempire il teatro in ogni ordine di posti, rendendo lo spazio teatrale il punto d’incontro per eccellenza della nostra comunità con degli adattamenti ben riusciti di commedie d‘intreccio e dell’equivoco, che portano in visibilio gli spettatori. In queste riuscite performance spiccano talenti innati nell’arte recitativa come Oronzo Chirico dalla travolgente vis comica o Antonella Bellanova dotata di sottile e perfida ironia, ma tutti gli attori sono bravi e contribuiscono a creare situazioni divertenti e brillanti. Un discorso a parte merita Mino Gervasi che ormai da oltre trent’anni è l’animatore della Compagnia Teatrale “Nunzia Stoppa" a cui si dedica con costanza e amore per il teatro. Bravo anche si rivela alla regia Mimmo Turrisi, e Pino Santoro che costruisce le sue scenografie con cura.
Il lavoro di questi concittadini va segnalato anche per il loro alto valore sociale, perché contribuisce a realizzare importanti momenti di beneficenza devolvendo tutto il ricavato in opere meritorie. In due rappresentazioni hanno raccolto 12 mila euro devoluti per il recupero della Chiesa di S.Demetrio e quandola chiesa sarà ricostruita sarebbe bello che questi bravissimi concittadini fossero adeguatamente ricordati. Essi sono una lezione vivente in un mondo ormai dominato solo dal mercantilismo e dall’egoismo. Il discorso, inoltre, merita almeno altre due considerazioni. Le compagnie locali rappresentano, purtroppo, solo testi adattati da altri dialetti perché la tradizione teatrale locale non presenta autori che si siano mai cimentati in lavori organici. Se ne conserva qualche rara e insignificante traccia. Sarebbe auspicabile che autori locali si prodigassero a scrivere testi per il teatro. Solo nel Secondo Novecento Ceglie ha prodotto qualcosa di significativo nel campo delle arti letterarie ed è bene incoraggiare tutti gli autori che si cimentano per realizzare dei prodotti di qualità legati al mondo della nostra tradizione e cultura.
C’è poi il discorso, ormai necessario, ed afferente all’organizzazione della produzione culturale. Per il teatro per esempio, si potrebbe pensare, con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale, a organizzare un raduno annuale in un festival del teatro dialettale. Sono esperienze che si realizzano anche in altri centri, ma puntando sulla qualità si possono raggiungere importanti traguardi.

L’organizzazione della cultura. Già, ma interessa veramente a qualcuno?
Vincenzo Gasparro
“Ceglie Plurale”, marzo-aprile 2011



Estratto da "Ceglie Plurale" pubblicato su "Il Diavoletto"