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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 18 gennaio 2012

Diario del Sud

Il mio ultimo viaggio in Puglia, datato estate 2004, è stato ritmato da tre rapide incursioni: a Ceglie Messapica, per presentare il mio romanzo Appennino scortato dal docente di letteratura Ettore Catalano (autore, fra l'altro, di due impegnativi saggi sull'opera narrativa di Vittorini e di Nigro); a Lecce per conoscere l'editore Piero Manni; e a Otranto, per un incontro con le signore della Fidalpa organizzato da Anna Grazia D'Oria. A Lecce e Otranto ero in compagnia di Nigro, di Vito Matera e dell'italianista Mark Epstein.
Ceglie Messapica è una delle cittadine bianche della dorsale della Valle d'Itria. Città antica (Kailia) fondata dai cretesi tredici secoli prima dell'era cristiana, ricostruita nel Medioevo su un colle a 300 metri sopra il livello del mare. Ha un centro storico, movimentato da vicoli tortuosi e scoscesi, al quale si accede da tre porte, Porta di Guiso [sic], Porta del Monterrone, Porta dell'Arco. Ci fece da guida per esplorarlo, chiese comprese (abbazia di S. Anna, chiesa dell'Annunziata, chiesa di San Domenico, chiesa di San Gioacchino, santuario di San Rocco), un trio di giovanissimi ciceroni assoldati dalla municipalità; e il mio incontro con i lettori avvenne, poi, nel bel chiostro interno al Municipio. Saltai la cena e fu un peccato, perché Ceglie è celebrata come centro di eccellente ristorazione.