.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

Il Posto delle Favole

Mostra fotografica di Vincenzo Suma

Una valle di Libri

"Positiva" e "Attacco di Bellezza"

LABOR CURAE - festival del vivere bene

Il programma de "La Piazza"

Terra Rossa

Emiliano chiuderà "La Piazza"

La Piazza, la politica dopo le ferie

La pizzica serpentata.

Solenni festeggiamenti in onore di San Rocco

Sorgenti della giustizia a Ceglie Messapica

L'arte Pirotecnica in Italia

L’amore inabitabile

Festa di Sant'Anna

Puglia Tipica 2021

Una pagina dedicata a Pietro Gatti

Presentazione del libro "Le Mute Infernali"

venerdì 13 gennaio 2012

Pierino e il Loop

Il posto delle favole
Domenica 15 Gennaio 2012 alle ore 17,30 
Teatro Comunale di Ceglie Messapica
Armamaxa teatro/Casarmonica
PIERINO E IL LOOP
giri di parole/giri di note davvero molto
liberamente ispirati a Prokopief
di e con
Enrico Messina e Mirko Lodedo


Un Lupo e un bambino si ritrovano dentro alla stessa storia. E ci sono anche un’anatra, un gatto, un uccello e un nonno. Chissà se ne avevano davvero voglia. E poi quella storia degli strumenti musicali…
Il punto è cosa ci si aspetta. Perché sempre ci si aspetta qualche cosa: dalle persone, dalle cose; e dalle storie anche. Perciò capita di sentire Pierino e il Loop e ci si aspetta Pierino e il Lupo. Certo, perché Loop suona come Lupo.
Ma se ascoltando una storia ci si aspetta già la storia che si ascolterà, come si fa a restare a bocca aperta? Ecco allora che, giocando con l’immaginazione, con i suoni e con le parole in un gioco che si ripete ciclico (in loop, appunto!), un musicista e un attore, senza l’orchestra, ma solo con un pianoforte, una loop station, un microfono e un leggio, reinventano una storia in cui i personaggi sono gli stessi della fiaba musicale più nota di ogni tempo ma la vicenda è un’altra.
E allora l’anatra starnazza nello stagno di un giardino, dove un gatto la guarda sospirando innamorato, il nonno dorme su una panchina mentre l’uccello gli svolazza intorno e il ragazzo e il Lupo si guardano. In un occhio solo. E nella pupilla del lupo il ragazzo legge la sua storia: la storia di una vita da Lupo, condannato ad essere cattivo e invece sempre braccato, fuggitivo, costretto con i suoi fratelli a scappare sempre più a Nord per non venire ucciso.