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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 24 luglio 2012

Autoritratti


Nell'ambito del cartellone Cegliestate 2012-Summer, martedì 24 luglio alle ore 20,00 presso il Palazzo Albergo Ferrovia si inaugura la mostra collettiva dal titolo "Autoritratti. Artisti del Terzo Millennio", che, in esposizione sino al 26 agosto prossimo, rappresenta una delle proposte legate al settore delle arti visive suggerite nel programma della corrente stagione estiva dall'amministrazione comunale di Ceglie Mesapica.
Si avviano con questo interessante evento espositivo le attività del rinnovato contenitore culturale del Palazzo Albergo Ferrovia, la cui sede nel cuore del centro storico di Ceglie Messapica è destinata ad accogliere una biblioteca e momenti culturali indirizzati a incontri, rassegne ed esposizioni.
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Espongono Carlo Elmiro Bevilacqua, Federica Bruno Stamerra, Azzurra Cecchini, Giuseppe Ciracì, Arianna D’accico, Valentina Dario, Angelica Dragone, Cosimo Epicoco, Gerardo Fornataro, Semira Forte, Fatos Lubonja, Annalisa Macagnino, Alfred Mirashi, Nancy Motta, Carmen Munafò, Pino Oliva, Alessandra pepe, Parlind Prelashi, Emilia Ruggiero, Enza Santoro, Salvatore Sava, Michele Stanzione, Tiziana Vanetti.



Autocelebrazione, narcisismo, vanità? Vien da chiederselo di fronte a quelle opere d’arte che, in ogni epoca e in ogni estetica,  hanno visto, prima o poi, l’artista cimentarsi in un (a volte più d’uno in verità) autoritratto. Cosa spinge un artista a ‘specchiarsi’ in una propria opera (sia essa pittorica o fotografica), ritraendo se stesso? In fondo quel ‘se stesso’ è sempre lì, presente in ogni millimetro di ogni sua creatura: un testo, o una tela, o una pellicola, non può non avere dentro l’autore che l’ha generato, c’è sempre, è un fatto ineludibile, e ciò in ogni caso, tanto nella consonanza con l’opera, quanto nella dissociazione da essa, o nel suo rifiuto totale. Il dialogo autore-opera, armonico o conflittuale che sia, è costante e precipita nell’opera medesima, dicendo perciò sempre dell’autore.
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