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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 28 settembre 2012

Sulle origini del castello

Foto Progettixcomunicare
Al di là delle peculiarità delle indagini locali, quale fondamento ha il rapporto tra il primo nucleo del castello cegliese e i Normanni? In realtà, nessun documento ci consente una datazione certa e indiscutibilmente riferibile all'età normanna. La stessa relazione sugli Ambienti e stato attuale della struttura castellare svolta da Isidoro Conte nel 1999, ribadita l'inesistenza di una documentazione scritta non solo sul primo impianto castellare, e indicate le date corrette reperibili in alcuni punti della struttura, il 1525 sull'ingresso della Sala del Consiglio e il 1602 (invece che il tradizionale ma errato 1492) sul portale di ingresso al castello, concludeva correttamente in questi termini: «Quello che può definirsi con esattezza è che il nucleo originario del castello ducale di Ceglie è co­stituito dalla torre, cosiddetta per tradizione normanna; da non confondersi con il mastio, opera successiva dei Sanseverino».
Si obietterà che nel più volte citato documento di Accardo dell'aprile 1120 esiste un esplicito quanto inelu­dibile riferimento al castellum di Ceglie: «...sere Paganus filius Drimi, baronis de castello Cilij». La datazione del castello cegliese quanto meno agli inizi del secolo XII apparirebbe in questo caso confortata pienamente da un documento scritto, che avrebbe anche il merito di segna­lare l'esistenza di un castello in un territorio che, carat­terizzato in particolare dalla presenza di aree boschive e da un'economia prevalentemente pastorale piuttosto che agricola (in età bassomedievale, come sappiamo, Ceglie sarà spesso chiamata Ceglie del Gualdo) certo all'epo­ca - e non solo in quell'epoca — non può dirsi ricco di fortificazioni castellari. Effettivamente, se prendiamo in considerazione il Salento brindisino del secolo XII, pos­siamo notare che nei documenti di età normanna solo in rapporto a cinque località viene usato il termine castellum in relazione agli insediamenti di Carovigno e Ceglie Messapica, e poi nel toponimo di piccoli nuclei rurali come Castellum (località presso Nardò oggi scomparsa), Castelli (oggi è forse Villa Castelli), Castelpagano. Tre di queste località sono nel territorio di Ostuni (Carovigno, Ceglie e castellum Paganum, l'attuale masseria di Castel Pagano, a sud ovest di Ostuni), le altre sono rispettiva mente in quello di Oria (Castelli), e Nardò (Castellum).
Ebbene, come ho già precisato nella relazione del 1999, in nessuna di quelle località esiste agli inizi del secolo XII, e probabilmente nemmeno in quello prece­dente, un castello in pietra. Nel documento di Accardo, il termine castellum va inteso non già come una struttura paragonabile al nostro edificio castellare in pietra, ma come "villaggio o borgo fortificato" o "casale murato", come località cioè dotata di qualche fortificazione, un muro di cinta, forse una torre. Ecco: Ceglie è definita castellum, borgo fortificato, sicuramente non per la pre­senza di un castello; tutt'al più, forse, per la presenza di una torre. Ma il forse non può essere sottaciuto.
E se una torre può essere ipotizzata, essa è da at­tribuire ai Normanni, o è stata edificata contro i Nor­manni? Torre di età normanna o (perché no?) di età prenormanna? Edificata da un potente del luogo o da un signore normanno? Torre con funzioni difensive e mili­tari, o piuttosto con funzioni strategiche e di controllo del territorio? Tutte domande che allo stato attuale, sulla base della scarsa documentazione esistente, non possono essere soddisfatte con risposte certe.

Dal castello al territorio. Dinamiche insediative a Ceglie Messapica tra XII e XV secolo. Atti della Giornata di studio (Ceglie Messapica, 29 aprile 2009)