Siamo ancora all'inizio della campagna elettorale e ne vedremo e sentiremo delle belle. In attesa vi consiglio di comprare il libro "La città allucinata" del nostro concittadino Vincenzo Di Oronzo in edicola in questi giorni e pubblicato per i tipi dell'Editore Giuseppe Laterza,Bari. Un capolavoro, un viaggio onirico nel mondo della poesia con al centro Piazza Plebiscito, la Taranta suicida che fa da sacerdotessa alla città e il re Pulcinella. Naturalmente senza alcuna allusione alla miseria dei nostri giorni.Per tutti,ma soprattutto per i politici candidati sindaco sarebbe un'ottima occasione per riflettere sulla nostra Kailìa vista attraverso gli occhi di un cegliese coltissimo a affascinato della terra dei Messapi,sperando che i futuri reggitori della città ci facciano comprendere con chiarezza qual è il progetto di città che hanno in mente a prescindere dalla lista della spesa quotidiana delle cose da fare.
Vincenzo Di Oronzo, nato a Ceglie Messapica (BR.), risiede a Roma e svolge la sua attività artistica e culturale. Già preside in Istituti di Istruzione Secondaria Statale, è critico letterario, saggista di Psicoanalisi junghiana, di Estetica, di Ermeneutica. Opere di poesia: La Coscienza dell’acqua (International Publishing, Ragusa, 2004); Mimi e sonnambuli (Edizioni Empiria, Roma, 2007); Hanphora Hermaphrodita (Cierre Grafica, Verona, 2007); Calchi di luna//Moon Castings (Gradiva Publications, New York, 2009). Opere di psicoanalisi e filosofia: Le lune di Jung (Moretti & Vitali Editori, Bergamo, 2009); Medea, in “Nel nome della madre” (Moretti & Vitali Editori, Bergamo, 2008). Suoi testi sono stati pubblicati su «Gradiva», rivista internazionale di poesia diretta da Luigi Fontanella. È presente in prestigiose antologie di poesia contemporanea del secondo Novecento. Nel 2008, ha vinto la VII Edizione del Premio Internazionale di Poesia ARCHÉ, di Anguillara Sabazia Città d’Arte.
A una prima lettura, ti aspetti di incontrare La città allucinata, ma subito ti rendi conto che essa non è identificabile con un luogo fisico né con un punto geografico e, anche quando l'autore la chiama per nome, la città allucinata è sempre cangiante, un punto dell'anima.
Dall'introduzione di Vincenzo Gasparro
A una prima lettura, ti aspetti di incontrare La città allucinata, ma subito ti rendi conto che essa non è identificabile con un luogo fisico né con un punto geografico e, anche quando l'autore la chiama per nome, la città allucinata è sempre cangiante, un punto dell'anima.
Dall'introduzione di Vincenzo Gasparro