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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 2 luglio 2015

Il deserto

Dalle case, sulle porte, la gente grande saluta benigna, e fa cenno indicando l’orizzonte con sorrisi di intesa; così il cuore comincia a battere per eroici e teneri desideri, si assapora la vigilia delle cose meravigliose che si attendono più avanti; ancora non si vedono, no, ma è certo, assolutamente certo che un giorno ci arriveremo. Ancora molto? 
Il Deserto dei Tartari, Dino Buzzati.


Tutto tranquillo, tutto scorre come prima! E' trascorsa una settimana e non ci sono novità nella città: i nuovi consiglieri comunali non ci sono, la nuova giunta non c'è, CegliEstate non c'è, le strade vengono asfaltate e subito dopo sfasciate di nuovo. E piazza S. Antonio? Procede, ma il progetto è cambiato? Ce la faranno per S. Anna? 
Tutto scorre immobile.  


Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Infatti, il diretto, legittimo, immediato frutto della coscienza è l'inerzia, cioè il cosciente starsene a mani conserte.
Memorie dal sottosuolo, Fëdor Dostoevskij