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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 24 settembre 2015

Madonna della Grotta non è assolutamente nostra

Comunicato stampa
Al contrario di quello che molti pensano, la Chiesa della Madonna della Grotta non è assolutamente nostra, anzi.
Lo testimonia la risposta alla mia interrogazione parlamentare n. 4/08126 a firma del Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dott.ssa Barracciu, nella quale, oltre a ribadire che “la Chiesa Madonna della Grotta di Ceglie Messapica costituisce uno dei simboli più importanti della storia dell’arte pugliese” la stessa specifica che il monumento, malgrado sia sottoposto a vincolo monumentale con decreto Ministeriale del 3/11/1993, “versa in uno stato di completo abbandono e incuria”.
Dopo la lettura di tale interrogazione, ho dato mandato ai miei legali di preparare un esposto da presentare alla competente Procura della Repubblica, convinto che non si possa accettare questa gravissima situazione in maniera inerme con Autorità dello Stato che rimangono impassibili e contravvengono a precisi articoli del Codice dei Beni Culturali.
Non si comprende quali siano le ragioni per le quali viene escluso un intervento da parte della Soprintendenza, con eventuale azione di rivalsa verso i proprietari o non si immagini neanche lontanamente di creare un tavolo tra MiBACT, Soprintendenza, proprietari, Comune di Ceglie Messapica e Curia Vescovile di Oria, al fine di cercare una soluzione per l’acquisizione del bene da parte del pubblico.
A questo punto credo che l’intera comunità cegliese debba fare fronte comune e costituire un comitato per l’acquisizione di tale monumento che potrebbe chiamarsi S.O.S Madonna della Grotta e pertanto chiedo ai blogger di Ceglie, agli storici locali, ad iniziare dal professor Scatigna Minghetti e Michele Ciracì, all’Associazione Borgo Antico, all’Università della Terza Età, alle altre associazioni, a tutti i rappresentanti istituzionali, oltre a tutti i cittadini che hanno a cuore le proprie radici, di incontrarsi presso la sede dell’Associazione Amici del Borgo Antico sita in Piazza Vecchia 25, venerdì 2 ottobre alle ore 16.30.

Roma, 24 settembre 2015                                             On. Nicola Ciracì 



Interrogazione a risposta scritta 408126
presentato da
CIRACÌ Nicola
testo di
Mercoledì 25 febbraio 2015, seduta n. 381
CIRACÌ, LAFFRANCO, MARTI, LATRONICO, PELLEGRINO, D'OTTAVIO, ALTIERI, FUCCI
e DISTASO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso
che:
la Costituzione, ai sensi dell'articolo 9, dispone che la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico e la Nazione» e in ottemperanza all'articolo 117 s) Cost. lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali»;
la legge 29 marzo 2001, n. 135 in materia di Riforma della legislazione nazionale del turismo, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2001 dispone all'articolo 2 a) che la Repubblica «riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese nel contesto internazionale e dell'Unione europea, per la crescita culturale e sociale della persona e della collettività e per favorire le relazioni tra popoli diversi»;
il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 legge 6 luglio 2002, n. 1372. dispone che «la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura» e che «i privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a garantirne la conservazione»;
uno dei simboli più importanti dell'arte italiana e della storia pugliese, nonché attrazione turistica di notevole spessore, è la trecentesca Chiesa della Madonna della Grotta, che insiste nel territorio della città di Ceglie Messapica (Br), costruita nel XIV secolo, su una cripta basiliana dell'VIII secolo dall'architetto Domenico de Juliano, in principio di proprietà del Capitolo della Collegiata cegliese, poi venduta dal demanio a privati nel 1871 a tutt'oggi difficilmente identificabili, che attualmente versa in uno stato di pietoso abbandono per l'incuria e il disinteresse degli organi preposti alla sua tutela, rischiando pertanto di essere cancellata dal panorama storico e artistico della nazione;
da anni il grido di allarme lanciato da studiosi italiani e stranieri, da studenti che intendono svolgere tesi di laurea e da semplici cittadini che, a più riprese, hanno raccolto migliaia di firme, per salvare almeno quello che resta di questa splendida chiese del Trecento pugliese, non è stato ascoltato;
il decreto ministeriale 3 novembre 1993 del Ministero dei beni culturali ha sottoposto la Chiesa a tutela «stante il rilevante interesse storico e culturale nonché l'abbandono in cui versa»; ma nessun atto concreto e consequenziale è stato posto in essere per salvare questo monumento e gli antichi affreschi ornamentali, ormai irrimediabilmente perduti;
il Codice dei beni Culturale e del Paesaggio prevede pene severe e poteri sostitutivi contro chi, come in questo caso, sistematicamente distrugge un patrimonio che appartiene alla cultura nazionale (proprietà che vieta anche alle autorità l'ingresso al monumento);
risulta necessario e urgente che gli organi competenti attivino tutte le procedure previste dalla legge poiché ogni ulteriore silenzio o mancanza di adeguati interventi di tutela porteranno alla sicura distruzione di questa splendida chiesa e questa perdita sarà addebitata all'incuria e alla responsabilità di coloro che sono preposti alla sua tutela e conservazione –:
se sia a conoscenza dei fatti e se ritenga che possano sussistere i presupposti per l'esproprio del bene al fine di garantire il restauro e la conservazione dell'intero corpo di fabbrica per salvaguardare uno dei simboli religiosi e artistici più significativi del Sud Italia, in nome di un esclusivo interesse per la cultura e per il rilancio turistico della zona. (408126)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 14 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 481
408126
presentata da
CIRACÌ Nicola
RISPOSTA. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame con il quale l'interrogante, premesso che la chiesa della Madonna della Grotta di Ceglie Messapica, che costituisce uno dei simboli più importanti della storia e dell'arte pugliese, versa in uno stato di completo abbandono e incuria, chiede di sapere se esistano i presupposti per l'esproprio del bene al fine di eventuale restauro e conservazione dello stesso.
Al riguardo, si comunica quanto segue.
La chiesa trecentesca, affidata dapprima al demanio dello Stato, fu successivamente venduta ai privati, e nel corso degli anni ha cambiato diverse proprietà.
Con decreto ministeriale 3 novembre 1993 il Ministero ha sottoposto il bene alle disposizioni di vincolo monumentale.
La chiesa è collocata al di sopra di una struttura ipogea di proprietà ecclesiastica, con confini peraltro non del tutto definiti, anch'essa in stato di abbandono.
Già con una nota del marzo 1994, l'allora soprintendenza belle arti della Puglia, in ragione delle condizioni di degrado della chiesa della Madonna delle Grotte, ordinava ai privati proprietari del bene l'esecuzione di opere di presidio e consolidamento per scongiurarne la perdita anche parziale, interessando a riguardo anche la procura della Repubblica di Bari.
Da quella data non si evincono, dagli atti della soprintendenza belle arti e paesaggio delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, sviluppi sulla questione, che attiene alla conservazione di un immobile di proprietà privata.
La soprintendenza competente ha provveduto nei mesi scorsi a reiterare ai proprietari l'obbligo di eseguire i lavori necessari alla conservazione del bene al fine di scongiurare perdite anche parziali dell'immobile, aventi porzioni murarie in fase di collasso.
A tal fine, si è anche espressa la disponibilità della soprintendenza ad affiancare un tecnico di fiducia incaricato dalla proprietà dell'immobile al fine di individuare le modalità di tali eventuali interventi.
Tuttavia, stante l'inerzia fino ad oggi manifestata dalla proprietà dell'immobile, appare sussistere una indisponibilità anche economica dei privati ad affrontare l'oneroso e impegnativo intervento.
La soprintendenza competente ha provveduto inoltre a inviare una nota alla Curia vescovile di Oria, proprietaria dell'ipogeo sul quale sorge la chiesa, con la quale, tenendo conto del fatto che Chiesa e ipogeo costituiscono un unicum architettonico, si invita a «valutare l'opportunità di ristabilire l'unità del bene, anche sotto il profilo della proprietà, auspicabile per il doveroso e ormai non più procrastinabile intervento di restauro e valorizzazione del complesso monumentale», esaminando dunque la possibilità di acquisire l'immobile. La segnalazione è stata indirizzata anche al sindaco.
La soprintendenza inoltre ha segnalato che, stante quanto esposto, non sembrano esservi le
condizioni per intervenire in via diretta e successivamente rivalersi sui proprietari inadempienti, come teoricamente previsto dalla normativa vigente.
Stante il riconosciuto valore storico della Chiesa della Madonna delle Grotte si assicura che il Ministero, espletando le sue funzioni di tutela e vigilanza, collaborerà attivamente con la proprietà al fine di addivenire ad una soluzione che garantisca la valorizzazione dell'immobile, per la cui acquisizione allo Stato occorrerebbero peraltro risorse straordinarie, al momento non disponibili.
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Francesca Barracciu.