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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 10 ottobre 2016

Come nasce l’idea di questo libro?

Intervista all'autore - Vincenzo Gasparro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo per raccontare me stesso. È un interpretare e sistemare la trama del mio vissuto. Mi serve per portare a sintesi il senso della mia vita, delle esperienze pubbliche e private che ho attraversato. Anche in “Novecento” le esperienze politiche sono filtrate dalla mia memoria e dal mio impegno di ricercatore curioso di documenti.

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Per un lungo tratto del secolo scorso, la mia vita è stata anche pubblica perché impegnato attivamente nel processo di costruzione della città e sono stato nell'agorà al centro del dibattito culturale e civile della città. “Novecento” continua un percorso iniziato 30 anni fa e racchiuso in una trilogia di storia e memoria e che concludo con questo quarto libro. 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sintetizzare in poche pagine i vizi e le virtù, le meschinità e le grandezze di una piccola comunità della provincia italiana, ma che assurge a metafora dei vizi e delle virtù italiane e di una fauna politica e umana coloratissima, a volte umoristica, a volte santa, a volte meschina e a volte dolorosamente tragica. 

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