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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 14 giugno 2017

Nell'inferno

Saranno  il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori i temi al centro del secondo appuntamento in programma per la terza edizione di "Libriamo", la rassegna letteraria organizzata dall'associazione "Gioia", con il Patrocinio del Comune di Ceglie Messapica e in collaborazione con Istituti e realtà associative del territorio. Media Partner: Idea Radio. 
Giovedì 15 giugno, alle 18, nella sala conferenze del MAAC (Museo Archeologico e di Arte Contemporanea), Enrica Simonetti presenta il suo libro dal titolo Morire come schiavi. La storia di Paola Clemente nell’inferno del caporalato (Imprimatur Edizioni). A dialogare con l’autrice sarà la giornalista di La7, Lucia Portolano, con gli interventi della Sen. Rosa Stanisci e di Angelo Leo (FLAI-CGIL). Sono previste le testimonianze dei parenti delle vittime del caporalato di Ceglie Messapica. L'ingresso è libero.
Paola Clemente è morta a 49 anni nei campi di Andria in un’estate piena di sole, sotto una cappa di silenzi e omertà che ha permesso a qualcuno di utilizzare le sue braccia per troppo tempo, con la ricompensa di due euro all’ora e nessun diritto. Paola. Ma anche molti altri: uomini e donne, braccianti stagionali sfruttati in modo vergognoso da caporali e mediatori capaci di produrre contratti fasulli.
Il libro. 
In questo viaggio on the road, o meglio in the fields, dal Gargano alla Calabria, si raccontano le storie di tante donne pugliesi, calabresi, lucane, di numerosi immigrati africani o romeni, arrivati in Italia con la promessa di un lavoro sicuro. Chiamati per “fare l’acinino” ai grappoli d’uva, raccogliere pomodori, olive, arance, mandarini, per necessità sono costretti a condizioni di lavoro stremanti. La precarietà fa accettare di tutto. E se questo accade al Sud, non si può dire che il Nord sia indenne, perché non c’è una geografia dello sfruttamento e dove c’è una campagna o un cantiere, spesso si “assume” manodopera in questo modo. Le pagine di questo libro vogliono essere un viaggio sociale utile a scuotere le coscienze.

"Una bracciante agricola. In realtà è la prima volta che ne incontro una; viviamo in mondi solo apparentemente contigui e questa sensazione è avvilente, ora che siamo tutti qui, cronisti e inviati, a raccontare una tragedia che non è sola, una vita che appartiene a migliaia di lavoratori come Paola: donne, immigrati, persone che ogni notte hanno un "capo" che li porta nei campi su un pullmino, attraversando chilometri di strade piene di curve e vuote di umanità. Così partiva anche lei, Paola, ogni notte alle tre, da San Giorgio Jonico, dalla Puglia tarantina verso nord, verso quelle campagne tra Canosa e Andria, profumate di uva dorata dal sole. Faccio i conti di quel viaggio al buio, che doveva essere amaro: centocinquanta chilometri ogni volta, trecento in tutto ogni giorno, dopo sette ore almeno di lavoro, con le braccia alzate, con quegli acini d'uva da selezionare che sfioravano il viso. Provo a immaginare il viaggio di ritorno, a dodici ore di distanza dalla partenza, con Paola che forse continuava a sentire sfregare sul suo volto le foglie della vigna. Che strano, per un attimo mi siedo al suo fianco nel piccolo pullman carico di almeno venti persone e mi sembra di vederla, con la testa appoggiata al finestrino e il sudore che lascia l'alone sul vetro; intorno a me e a lei, dormono tutti. Anche Rosa, che è una di quelle che non smetterebbe mai di parlare, che avrebbe un dialogo persino con le pietre della Murgia. Dorme il ragazzo marocchino di cui nessuno sa il nome: abbandonato sul sedile con la bocca semiaperta sembra aver perso tutto, anche la sua notoria diffidenza." 

L'autrice. 
Enrica Simonetti è laureata in Scienze politiche ed è giornalista della «Gazzetta del Mezzogiorno», dove cura le pagine culturali. Ha scritto tre libri, editi da Laterza, sul mare e sui fari (Lampi e splendori, Fari d’Italia, Luci sull’Adriatico) che documentano un viaggio lungo le coste e le isole, tra le storie degli ultimi guardiani di lanterne. In quest’opera percorre il suo primo itinerario nelle campagne, tra il fascino del paesaggio e l’orrore dello sfruttamento.