All'idea delle cose che mancano, anche le più piccole e insignificanti.
È strano pensare che non sentirai più quella voce e quella risata, che non vedrai più quel viso, non sentirai più il calore di quell'abbraccio ...
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Ti voglio un mondo di bene la tua piccenn Lucrezia
E’ l’introduzione all’ultima raccolta di “riflessioni” di Antonio Conserva elaborate in un’ultima occasione dolorosa vissuta recentemente. La raccolta “Assenza” segue il filo conduttore della dicotomia presenza-assenza in un continuo rielaborare quel qualcosa che ogni essere umano deve affrontare nella propria vita: il dolore della morte. “Quello che si prova non si può spiegare” ma ci si può provare mettendo insieme le piccole cose che hanno costituito la presenza delle persone a noi care per ricavarne il senso della vita. Chi meglio di un poeta può farlo?
Sarà vera assenza? Il sottotitolo suggerisce che no, sarà una rinascita come meglio espresso nell’ultima “riflessione” contenuta in questa raccolta.