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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 28 aprile 2009

Braccianti



Teatro Comunale di Ceglie Messapica.
giovedì 30 aprile ore 21.00
Braccianti,la memoria che resta
di e con
Enrico Messina, Micaela Sapienza


liberamente ispirato a
La memoria che resta. Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia di Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero.


Braccianti viaggia nel passato, nella fatica di quando si lavorava “da sole a sole”… fino a squarci odierni, a quei nuovi braccianti “a colori”, venuti dalla miseria di altre parti del mondo.
Nello spazio vuoto del palcoscenico poche sedie e, sul fondo, un grande velo bianco dove sono proiettate immagini che prendono vita dai gesti degli interpreti: volti, mani, stalle, strade, campi, vigne, povere stanze dove il ritratto di Giuseppe Di Vittorio, l’uomo che fece della lotta contadina il proprio credo, affianca una grande icona di Cristo. E la terra, quella terra che inghiotte e prosciuga le forze, torna nelle voci, nei racconti, nelle parole dei testimoni di allora.
Un paesaggio umano dal quale emergono gli attori, che da narratori si trasformano in dettagli, in elementi che evocano l’emozione di un mondo, ad aprire la porta della riflessione su quello che siamo, sul passato che ci portiamo denso o negato dentro.
“…Era la stagione delle lotte contadine, dell’occupazione delle terre, della Riforma Agraria. L’entusiasmo e il dolore dello scontro. E subito dopo il sapore amaro di una sconfitta inattesa, perché la riforma era stentata, parziale, stravolta. E la terra ottenuta, tre ettari di pietraie quasi sempre, non bastava; e bisognava partire, andare via. I cortei di contadini a cavallo, fanfare in testa e bandiere in mano, lasciavano un po’ alla volta il posto alle lunghe file di emigranti nelle stazioni. I treni per le fabbriche: Torino, Milano, la Svizzera, la Germania… il paradiso”.
Il teatro, così effimero, si fa carico, di costruire memoria: lo sfruttamento passato che, in altre forme, si ripropone oggi; echi della storia tra paure e ribellioni, durezze, sogni e solidarietà.
Fonte  http://www.armamaxa.it/