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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 17 giugno 2009

Referendum

Andrò a votare per il sì. Penso che l'astensione sia una scelta legittima, ma trovo triste che per sfruttare come un NO l'astensione si sia scelto di non informare i cittadini sui quesiti.
Voto perché sia fatta una nuova legge elettorale, “perché se il referendum fallirà tutto resterà esattamente come prima. In questo caso non è come alle politiche. Non votare non è uno sfregio alla politica, ma è una resa di noi cittadini”. La riuscita di questo referendum obbligherà il Parlamento a cancellare l’attuale legge elettorale non a caso definita dallo stesso estensore una “porcata”.














QUESITI 1 E 2 (CAMERA & SENATO)


Se vincono i Sì, scompariranno le coalizioni di partiti e si eviterà che questi si uniscano il giorno delle elezioni e si dividano subito dopo imponendo veti, mediazioni e verifiche continue a maggioranza e governo. Si realizzerà anche in Italia il bipartitismo, così come negli Usa, in Inghilterra, in Francia e in Spagna. Senza coalizioni, la soglia di accesso a Camera (4%) e Senato (8%) diventerà uguale per tutti e il premio di maggioranza non potrà più andare alla coalizione ma solo alla lista che avrà ottenuto più voti.



QUESITO 3 (CANDIDATURE MULTIPLE)


Se vincono i Sì, sarà vietato candidarsi in più di un collegio e scomparirà la pratica abusata di presentare ovunque candidati“acchiappa-voti” (normalmente i leader di partito). In questo modo sarà colpita la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie di partito, che decidono chi deve andare al Parlamento sia prima delle elzioni, sia (mediante questa pratica abusata) all'indomani del voto.