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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 9 febbraio 2010

Il politico di turno e i politicanti.

Ricevo da Antonio Conserva e pubblico volentieri due poesie inedite. 
Ai tempi della Roma antica, coloro che si presentavano alle elezioni, dovevano indossare una toga bianca,candida, simbolo della purezza delle loro intenzioni. Queste cose non si usano più. Oggi i clientes apprezzerebbero molto di più una toga grigia, simbolo che il loro patronus ci sa fare. 





IL POLITICO DI TURNO

Ecco, idilliaco mi viene incontro
il politico di turno
Mi porge, mi stringe la mano
Accompagnata da belle parole
per sedurre l'entusiasmo
Orgoglioso mi vede
il suo benefattore e pastore
Oggi agnello, domani lupo
e farà di me l'agnello


POLITICANTI

Non c'è politico che non è per sé stesso
e non per l'uomo...
prendiamoci per mano e facciamo un girotondo
c'è la destra e la sinistra, siamo tutti uniti
in piazza va a braccetto l'onesta con la disonestà
c'è l'amico e il compagno
con sequela si avvicendano
Qualcuno cita libri di storia
altri non hanno certezza per il futuro
mentre qualcun altro risponde:
il passato e il futuro derivano dal presente
Confacenti transitano in esso
e l'uomo è direttore d'orchestra
e della politica ne fa mestiere

Antonio Conserva