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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 16 febbraio 2010

Molto rumore per nulla

Come spesso accade quando si mette in scena una commedia così nota, si cerca di trovare un taglio inedito, un punto di vista diverso dai precedenti. Lavia decide di sfruttare il bel gruppo di giovani attori della Compagnia Lavia Anagni per mantenere vivo lo spirito brillante del testo, mostrandoli mentre si vestono in scena, entrando ed uscendo continuamente dai personaggi che interpretano. L’idea di dimostrare il divertimento degli attori nel recitare e la concezione che la commedia possa essere una festa – interrotta solamente dalla finta morte di Ero, ridotta anch’essa, però, ad una pura messa in scena – prevedono la presenza di musica in scena, canzoni, accenni di danze e riducono l’apparato scenografico a pochi oggetti, come se si osservasse una compagnia amatoriale che prova.
In generale la compagnia riesce a sostenere bene le quasi tre ore di spettacolo, con energia e brio continui. Alcuni personaggi – soprattutto i comprimari come Don Juan, i soldati della ronda notturna – spiccano per qualità espressive, e a livello d’orchestrazione, lo spettacolo scorre senza intoppi.
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