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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 28 giugno 2010

Prigionieri in Sudafrica


Carlo Annese
I diavoli di Zonderwater.
1941-1947.
La storia dei prigionieri italiani in Sudafrica che sopravvissero alla guerra grazie allo sport

Lontani da casa, dagli affetti. Ma anche lontani dalla battaglia, dall'adrenalina del fronte. Erano soldati nel pieno della giovinezza, quelli che fra il 1941 e il 1947 si ritrovarono esiliati a Zonderwater, in Sudafrica. Un'intera generazione rinchiusa nel campo che ospitò il maggior numero di prigionieri di guerra italiani, quasi centomila su un totale di oltre seicentomila: una prigione a cielo aperto, talmente remota da aver lasciato poche tracce persino nei libri di storia. In un paesaggio lunare, arido e bersagliato dai fulmini, gli italiani dovettero inventarsi un modo per sopravvivere alla fame, alle malattie, alla noia, alla nostalgia del proprio Paese (e alla mancanza di donne). Li aveva accolti un altipiano brullo disseminato di tende: alla loro partenza, sei anni più tardi, lasciarono una vera città, con edifici in muratura, due ospedali, trenta chilometri di strade, quindici scuole, ventidue teatri, un monumento. Fu un capo illuminato, il colonnello Hendrik Fredrik Prinsloo, a capire che a quei giovani uomini doveva prima di tutto restituire una vita normale. Così scelse lo sport come alleato: promosse gare di scherma, atletica, ginnastica, oltre a un campionato di calcio vissuto con tale passione da trasformare in divi i più bravi fra i prigionieri. (Prefazione di Gian Antonio Stella)

Carlo Annese presenterà il suo lavoro a Ceglie Messapica nel prossimo mese di agosto.
Carlo Annese, giornalista professionista, è nato a Brindisi nel 1964. Ha iniziato la sua carriera come redattore nella redazione di Brindisi di “Quotidiano”. E’ capo servizio de “La Gazzetta dello Sport” a Milano, responsabile delle pagine “Altri Mondi”, e del blog di scrittura collettiva “quasirete.gazzetta.it” realizzato con em bycicleta. Inviato di basket e ginnastica artistica per oltre 15 anni, ha seguito quattro edizioni dei Giochi olimpici e innumerevoli campionati mondiali ed europei. Ha collaborato alla stesura dell’autobiografia di Jury Chechi “Semplicemente Jury”.