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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 22 giugno 2011

Voci del tempo



Voci del tempo
La Puglia dei poeti dialettali


a cura di Sergio D'Amaro
note linguistiche di Francesco Granatiero
La Casa Editrice Gelsorosso, nella Collana di studi locali “Quaderni della Biblioteca” curata dalla Biblioteca comunale di Noci, presenta Voci del tempo. La Puglia dei poeti dialettali (pp. 112, euro 20, con Cd allegato), l’antologia di sei voci poetiche pugliesi, una per ambito provinciale, tutte criticamente accreditate e tutte riconosciute emblematiche della cultura antropologica e letteraria della nostra Regione. Gli autori antologizzati sono: Pietro Gatti (Ceglie Messapica); Nicola De Donno (Maglie); Ffrancesco Granatiero (Mattinata); Claudio De Cuia (Taranto); Grazia Stella Elia (Trinitapoli); Lino Angiuli (Valenzano). L’antologia, con schede linguistiche firmate da Francesco Granatiero, è dotata di un CD audio recante la registrazione dei testi antologizzati, letti dagli stessi autori (per i viventi e per lo scomparso Pietro Gatti, a suo tempo registrato) e da un attore (per lo scomparso Nicola De Donno).

Generazioni diverse in Puglia hanno elaborato nell'ultimo quarantennio una singolare reviviscenza dialettale.
[…] Dialetto come neo-lingua, naturalmente, come lingua ritrovata all'indomani di un trasloco e all'uscita da una metamorfosi antropologica, pronta a rimettersi in gioco dopo lo scuotimento del boom economico e nella prospettiva di un nuovo spirito democratico.
Non più la denuncia aperta e la delusione di Scotellaro, non più solo i viaggi nella condizione di De Martino e di Tommaso Fiore, ma, invece, l'antico richiamo di De Sanctis, di Gramsci, di Salvemini ad un più stringente orgoglio della provincia, del paese, della piccola patria, delle radici: necessario, questo orgoglio, meglio questa consapevolezza, per affrontare il mondo diventato globalizzato, crogiuolo tutto
compresente di lingue, di culture, di miti, di confronti ideali e tecnologici, di interazioni multimediali. Non
più il paese e basta, la terra e basta, il Sud e basta: ma un luogo ormai poroso, sensibile ai confini e alle "traduzioni", compreso sì entro vicende esemplari e individuabili, ma proprio per questo più forte di una sua identità da mettere sulla carta geografica del mondo, […] sintesi più esperta di un'umanità esposta a tutti i venti della storia.