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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 14 dicembre 2012

Fave e Favelle


Lunedi 17 dicembre 2012 alle ore 18.00, presso la pinacoteca E. Notte sarà presentato il libro “ Fave e Favelle – Le piante della Puglia Peninsulare nelle voci dialettali: aforismi, modi di dire, farmaci, cosmetici “, edito dal Centro di Studi Salentini, con la presentazione di Silvano Marchiori e l'introduzione di Rosario Jurlaro. Il volume scritto da Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno e Santina Lamusta, frutto di una ricerca durata parecchi anni, riporta un ricco dizionario della flora salentina con cui l’uomo ha interagito nel corso dei secoli e dei millenni. 
Ad organizzare la serata è l’UNITRE – Università della Terza Età di Ceglie Messapica.
Nell’incontro, dopo i saluti del sindaco Luigi Caroli e dell’assessore Angelo Palmisano, introdurrà Pietro Maggiore, presidente Unitre, e relazioneranno gli autori. Concluderà la serata il prof. Gaetano di Tiene Scatigna Minghetti.
Il volume è strutturato in tre parti. La prima contiene un dizionario delle "voci dialettali delle piante ed espressioni attinenti".Seguono nella seconda parte 621 schede etnobotaniche, disposte sempre in ordine rigorosamente alfabetico. Si parte dalla descrizione scientifica della pianta fino ad arrivare alle sue virtù terapeutiche, alle annotazioni storiche, alle diverse denominazioni dialettali, alle tradizioni popolari, agli aforismi e ai modi di dire.
Conclude una tabella sinottica delle proprietà e degli usi di tutte le piante censite, da quelle coltivate a quelle spontanee della macchia mediterranea.
Completano l’opera oltre cento pagine di indici.
Un estratto.

Secondo l’antica tradizione agraria salentina «nell’orto sarebbe bene seminare alcune fave all’interno delle altre colture poiché questo legume, oltre ad arricchire il terreno di azoto, attirerebbe su di se tutti i parassiti, che di conseguenza non infesterebbero gli altri ortaggi». Consigli che spesso si accompagnavano a dicerie di natura più scaramantica e popolare come quella vuole che «se si trova un baccello contenente sette semi si avrà un periodo di grande fortuna».