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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 24 giugno 2017

Nella città dei ragazzi...


C'è qualcosa di più intrigante e meraviglioso che un paese - dove da anni giovani volenterosi insieme al Consiglio  Comunale degli adulti riscoprono alla grande i giochi antichi fatti di miseria di materiali e d'inventiva coraggiosa, per lo più caduti in disuso e soppiantati da ipad ipod,cell,tablet,computer tv,play station - riviva con un tuffo nel passato l'universo magico delle strade assolate animate fino a notte fonda dalle grida dei ragazzi che dalle strade ora siedono negli scranni di un consiglio comunale affiancando il mondo degli adulti? Passi da gigante e di responsabilità, di una cittadina di dotarsi di un consiglio comunale di ragazzi, tale che il mondo assuma uno sguardo diverso a dimensione dei ragazzi, degli adulti e dei vecchi, una volta bambini. Il sindaco dell'Amministrazione cittadina dei ragazzi  in realtà è una bambina, Anna, affiancata da suoi amici provenienti dalle altre scuole inferiori del comune.
Sembra una favola per ragazzi e per adulti e una felice congiunzione astrale, dove due pianeti, quello adulto che torna a fare il ragazzo, e quello dei ragazzi che difendono questa loro prerogativa coi denti,si deve crescere con il cuore del tempo, dicono sorridendo. La favola ricorda un po' La città senza genitori di Manfred Michael, ragazzi e figli che si trovarono alle prese di un allontanamento improvviso ma voluto dai genitori e quindi dover gestire il mondo degli adulti con le loro forze e con la loro meraviglia, la vita quotidiana senza perdere da conto il gioco e risolvere i problemi di ogni giorno di una comunità allargata, senza esperienza ma con la sapienza e la sfrontatezza ingenua tipica dei ragazzi e con qualche difficoltà ci riescono. Se si tratta poi di giochi inventarli e sperimentarli, nessun maestro o adulto li potrebbe mai sostituire.
L'anno scorso questa congiunzione astrale non si è verificata, a dire dei ragazzi, nemmeno verificata 
o peggio, cercata dagli adulti e potete capire la loro delusione e amarezza. Come è possibile, escludere i ragazzi dall'organizzare giochi antichi per ragazzi? Una vera e proprio bestemmia non solo letteraria, didattica o educativa, ludica principalmente; un esperimento da tentare tanto sicura sarebbe la certezza se non di un fallimento, di certo di uno snaturamento incomprensibile. 
L'anno scorso, i ragazzi, erano rimasti molto perplessi per essere stati tenuti in disparte ma fino all'ultimo giorno, avevano sperato in una chiamata dal mondo degli adulti, ritenuti più sensibili, a torto o a ragione, ma sbagliavano e potete comprendere il mare di delusione che li ha accompagnati per tutta l'estate.Ma gli adulti a volte non capiscono, non si rendono conto che basta un niente, anche se qui si trattava quasi di un vero e proprio esproprio di competenza e gioia, ma proprio un niente, per far perdere il sorriso a dei ragazzi, difficile poi da recuperare.
Ma, l'animo dei ragazzi ha un grande pregio: dimenticano subito i torti subiti, le parole grosse dal tono burbero,e ritornano lindi come un oceano profondo o come un cielo senza nuvole.Di questi giorni hanno ricominciato a sperare, con il cuore sempre attento e aperto, caso mai una voce d'adulto bussi e li chiami per essere accompagnata, per mano, non solo per partecipare come concorrenti ai giochi , magari come responsabili della città dei ragazzi, voluta proprio dagli adulti.
Ecco, tutto ritornerebbe ad avere un senso : i ragazzi che sognano e giocano con i loro coetanei, gli adulti che fanno gli adulti seri e che chiedano ai loro figli se magari possono fare anche loro un giro sui carrettoni, giusto per ritornare padri e figli e ridare una dimensione umana alla città che cambia. Meglio sempre divertirsi insieme.
angelo ciciriello