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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 11 gennaio 2018

a proposito dell'azzeramento


a proposito dell'azzeramento.
Dicono i 3 moschettieri democratici (una volta all'opposizione ora dentro la maggioranza e già non ci siamo) che il sindaco ha operato benissimo in tutti questi anni ma ora ci vorrebbe uno scarto d'anca per risultati migliori. Bene. Se i 3 giudicano ottima l'amministrazione appena azzerata (quando erano all'opposizione non erano dello stesso parere, quindi si desume che positivo è solo il periodo del loro appoggio) con un carico di problemi sulle spalle di non poco conto, che loro sanno ma che fingono di non sapere, dall'anticorruzione che già li ha stangati una prima volta, poi i rilievi della corte dei conti che avranno di certo ripercussioni non solo amministrative, per consecutio logica e temporum, vuol dire forse che con il loro contributo sarà sollecitata ancora di più l'anac e la corte dei conti ad attivarsi contro questa amministrazione per evitare maggiori disastri? oppure vogliono superare quella fase negativa di sfascio apportando il loro contributo e quindi si contraddicono con la premessa-che ha operato bene- a base del loro necessarissimo contributo per il bene della città? Delle due l'una: se devono continuare l'opera di disastro di caroli, da loro giudicata positiva, il loro contributo non serve, abbiamo già tanti cazzi per la testa e tanti guai di fronte alla giustizia; se vogliono entrare in giunta perchè ritengono che caroli ha male amministrato sono dei bugiardi verso se stessi e i cittadini che non lo dicono in faccia e la città non ha bisogno di altri ipocriti in cerca solo di posti al sole: la città ha bisogno di risparmiare nelle risorse e nell'apporto di persone che non aggiungrebbero nulla all'attuale disastro organizzativo. Ordunque: perchè azzerare la giunta se queste sono le premesse? semplice: se i tre sono numeri necessari per proseguire a governare devi dar giustamente degli assessorati, punto. Non si tratta di contributi ad un nuovo corso di governo ma un semplice balletto delle poltrone e chi paga di questo disastro? la città, i soliti fessi che ancora credono a questi politici e alla politica del do ut des, per il semplice piacere di spartirsi il potere con le conseguenze del caso.
Intanto in calabria retata di sindaci, convinti anche lì, di apportare benefici alla popolazione.
Angelo Ciciriello