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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 6 marzo 2019

C'era una volta... Quaremma

Finito il Carnevale con il Martedì Grasso inizia con il Mercoledì delle Ceneri la Quaresimail periodo dedicato alla moderazione, al ritiro, alla purificazione del corpo e dell'anima, che si conclude il giorno di Pasqua. 
In passato era usuale, passeggiando tra le vie imbattersi in uno strano pupazzo sospeso tra un balcone ed un altro con le sembianze di una vecchia col fazzoletto nero in testa, lo scialle sulle spalle ed il grembiule, con in una mano il fuso e la conocchia, simboli del tempo che trascorre, trasformazione del mito pagano delle tre Parche tra le quali una, Cloto, era la filatrice della vita degli uomini e a volte accompagnati da altri oggetti tipici del lavoro domestico. A Ceglie Quaremma aveva una collana formata da 7 taralli che venivano tolti uno alla volta ogni settimana della Quaresima trascorsa. In altri paesi del Salento ha un’arancia con 7 penne di gallina infilzate a raggiera. In Valle d’Itria Quaremma portava anche una grattugia, che rammentava di non mangiare formaggi, i quali venivano sostituiti sui primi piatti con il pane grattato.
Quaremma è a lutto a causa della morte del marito il Carnevale, che nei suoi ultimi giorni di vita ha condotto una vita dissoluta sperperando tutti i suoi beni e lasciando la povera moglie nella miseria.
Arrivata la Pasqua il fantoccio veniva rimosso, bruciato o fatto esplodere utilizzando dei petardi con una sorta di rito attraverso il quale si andava a purificare, mediante le fiamme, i numerosi peccati dando così il via ad una nuova vita.

 Foto Unitre Ceglie Messapica