Morcheeba
Blaze away
Lunedì 12 agosto 2019 ore 22:00
Piazza Plebiscito Ceglie Messapica
L'esordio della band risale al 1995, con quella che è considerata la storica formazione del gruppo: Skye Edwards (voce), Paul Godfrey (disc jockey) e Ross Godfrey (chitarrista e tastierista).
Affermatisi sulla scena Trip hop inglese al termine degli anni novanta, la loro fama si è protratta ed accresciuta nel tempo. Nel corso della loro carriera ventennale, hanno abbracciato con l'utilizzo dell'elettronica più di un genere musicale, attingendo al pop rock, all'alternative rock e all'indie rock.
Il termine "Morcheeba" vuole significare "La via della cannabis" è infatti composto da "MOR" espressione inglese che indica un genere musicale affine allo smooth jazz nonché, letteralmente, la parte centrale della strada (Middle of the Road), e "cheeba", nome gergale della cannabis.
Dimenticatevi definitivamente le melodie catchy da “Rome Wasn’t Built In A Day”: l’ultima prova di studio dei Morcheeba, “Blaze Away”, non sembra intenzionata a far presa sul gusto più popolare per concentrarsi, invece, su chi ha seguito negli anni il terzetto – ora duo - per l’altra faccia della sua produzione, quella raffinata e poco mainstream che rende interessante il progetto Morcheeba. A cinque anni di distanza dal precedente “Head Up High”, Skye Edwards e Ross Godfrey sono tornati con un disco delicato e ricco di stratificazioni sonore, che conferma la formula che unisce trip-hop, dub, reggae, elettronica e psichedelia tipica dei Morcheeba. Il mood è quello rilassato da musica chillout, con pochissimi momenti – come “Mezcal Dream” e “Sweet L.A.” - a gettare una leggera ombra sulla serendipità dell’album, che profuma, specie grazie ai vocalizzi di Skye, di spazi eterei – “Never Undo” - e d’estate – “It’s Summertime” -, con quest’ultima traccia che potrebbe benissimo essere la versione colta del classico tormentone di stagione. Le buone vibrazioni dominano anche, e forse soprattutto, nei pezzi maggiormente votati al reggae, come la title track con il featuring di Roots Manuva e “Love Dub”, dove tra bei riff di chitarra i Morcheeba diffondono il verbo del “One Love”. Anche per “Paris sur Mer” e “Mezcal Dream” la band ha voluto con sé degli ospiti, rispettivamente i francesi Benjamin Biolay e Amanda Zamolo.
I territori di “Blaze Away” non sono inesplorati per i Morcheeba, che se di qualcosa peccano è di non essersi spinti troppo fuori dalla loro comfort zone. Squadra vincente non si cambia, si dice, e in effetti l’album gira senza sbavature con anche qualche piccolo regalo di facile ascolto - “Find Another Way” ne è un esempio - a chi storce il naso davanti alle acrobazie sonore della band. Una volta ritrovatisi, insomma, anche se sono ormai passati otto anni, Edwards e Godfrey non sembrano volersi discostare dal marchio di fabbrica dei Morcheeba. E finché il risultato è un album come “Blaze Away” non saremo noi a mettere loro fretta.