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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 29 giugno 2011

San Paolo

Ankor' avvet' a serp', chiam sandu Pavul'.

Ancora deve vedere il serpe, invoca san Paolo.
Non gridare subito "al lupo, al lupo".

Fonte: Per le parole antiche, Proverbi cegliesi
 
A San Paolo patrono di Galatina (LE), è legata una tradizione molto particolare ed unica nel suo genere: il fenomeno del Tarantismo; “malattia" causata dal morso della Taranta o Tarantola; che è un ragno velenoso dal cui morso è tratto il termine "pizzica", che è la nostra musica per eccellenza. La leggenda del culto di Paolo a Galatina, tappa di uno dei suoi lunghi viaggi di evangelizzazione, è legata al miracolo dell’acqua e della puntura velenosa delle Tarantole. Si racconta infatti che, giunto a Galatina, fu ospitato da un pio galatinese nella propria casa, poi chiamata “Casa di San Paolo”. L’apostolo, riconoscente per l’ospitalità ricevuta, dette all’uomo ed ai suoi discendenti la facoltà di guarire coloro i quali fossero stati morsicati da animali velenosi: sarebbe stato sufficiente tracciare il segno della croce sulla ferita e far bere l’acqua del pozzo che si trovava nella casa. Inoltre, concesse agli abitanti di Galatina l’immunità dal veleno dei serpenti e di ogni altro animale dal morso nocivo.
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