.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 27 giugno 2008

CEGLIESTATE

logo CegliEstate miniDa uno sguardo veloce al programma di CegliEstate un giudizio rapido e sintetico, rinviando quello definitivo allo svolgimento delle singole manifestazioni.


Note positive:


CeglieJazz Open Festival 2008, Barocco Festival “Leonardo Leo” di S.Vito, La Ghironda  e le due serate dedicate alla presentazione di due libri.


Presente la pinacoteca Emilio Notte.


Note dolenti:


Rispetto allo scorso anno è stata inserita una serata di musica classica, manca però la serata con gli allievi del conservatorio. Che fine ha fatto “Musica al chiostro”? Troppo costosa? Non credo. Peccato!


Assente la sinergia con il conservatorio Tito Schipa.


Assente il Centro di documentazione archeologica.


P.S. Quest'anno non ci sarà la polemica sulle feste di partito, se non si lamentano quelli del PD.


Il programma cliccando sul logo.

martedì 24 giugno 2008

APRèS LA CLASSE

Aspettando il programma di Cegliestate ....


APRÈS LA CLASSE
LUNA PARK "DAL VIVO" TOUR



Domenica 31 agosto
Piazza Plebiscito
Ceglie Messapica (BR)


Gli Après La Classe sono un gruppo salentino di musica reggae-pop e ska.


Altri appuntamenti:


Venerdì 04 Luglio 2008
Francesco Merola in Piazza Plebiscito


Mercoledi  13 Agosto 2008
ALTOSALENTO FOLK FESTIVAL in Piazza Plebiscito


Agosto 2008
Le Vibrazioni
ingresso con biglietto

domenica 22 giugno 2008

Buona domenica

Musica


Nino Rota 21-06-08


L'omaggio a Nino Rota del Collegium Musicum diretto dal M° Rino Marrone ha visto l'esecuzione delle suite per alcuni film di Federico Fellini e di Francis Ford Coppola: La strada, La dolce vita, Amarcord, Otto e mezzo e Il Padrino. 


Patrimonio storico 1


La vita è un carcere ..... 


Asilo 01


 


Asilo 02


bisogna abituarsi da piccoli.



Patrimonio storico 2


Cappella ruraleCappella rurale di Ceglie Messapica (BR)
continua ...

venerdì 20 giugno 2008

OMAGGIO A NINO ROTA

Teatro Comunale - Ceglie Messapica (BR)
Sabato 21 giugno ore 20.30



Collegium Musicum
OMAGGIO A NINO ROTA
Dirige il  M° Rino Marrone


Nino Rota
Ad undici anni è allievo di Ildebrando Pizzetti e a 15 di Alfredo Casella. Perfeziona i suoi studi negli Stati Uniti; rientra in Italia e a 37 anni è direttore del Conservatorio di Bari. La dote di Nino Rota è la semplicità di configurare la musica a livelli di una facilità d’ascolto molto elevata, derivata principalmente dalla semplicità di vena, inserita in prospettive tradizionali e sorretta da una creatività eccezionale. Dopo la guerra diventa uno dei più prolifici e richiesti compositori per il cinema, fornendo partiture a registi italiani (Soldati, Lattuada, Castellani, Monicelli, Visconti, Zeffirelli, Wertmüller) e stranieri (Vidor, Clément, Bondarcuk, Coppola); ma soprattutto con Fellini stabilisce un sodalizio di ferro. Vasta anche la sua produzione teatrale (Ariodante, 1942; Il cappello di paglia di Firenze, 1955; La notte di un nevrastenico, 1959; Aladino e la lampada magica, 1968; La visita meravigliosa, 1970) e strumentale - sinfonie e orchestra - (Concerto per arpa e orchestra, 1948; Variazioni sopra un tema gioviale, 1953; Concerto per orchestra, 1958; Napoli milionaria, 1977, dal testo di Eduardo De Filippo). Ha inoltre composto musica corale (Il Natale Degli Innocenti, 1969), balletti (Torquemada, 1943) e musica da camera (Sonata in sol per Viola e Pianoforte, 1934). Tra i numerosi riconoscimeni critici il Nastro d'Argento, postumo, per la sua ultima composizione, Prova d’orchestra .


Alcune colonne sonore:
1954  Senso, 1954  La strada, 1957  Le notti di Cabiria, 1957  Guerra e pace, 1960  Rocco e i suoi fratelli, 1963  Il Gattopardo, 1964  Otto e mezzo, 1966  Giulietta degli spiriti, 1967  La bisbetica domata, 1968  Romeo e Giulietta, 1970  I clowns, 1972  Il padrino, 1973  Amarcord, 1974  Il padrino - Parte seconda, 1977  Il Casanova, 1978  Assassinio sul Nilo, 1979  Prova d’orchestra.
Fonte


    

mercoledì 18 giugno 2008

Castariedde


Castariedde (Gheppio)


...
a 'm mienz'a lle rascche a lle strazze d'a fame
de ciende i ciende castariedde
...

Pietro Gatti, 'Nguna vite.


... tra i graffi e gli squarci della fame di cento e cento gheppi ...





Gheppio - Falcus tinnunculus - Falconidae
Piccolo rapace diurno, raggiunge circa 44 cm, con apertura alare di circa 75cm. Peso medio 70-270 gr. Durante la caccia lo si vede volare in modo stazionario, detto "spirito santo" (sbatte velocemente le ali, controvento, rimanendo immobile).
L'habitat ed illuogo di caccia preferiti sono le zone aperte. Eccellente cacciatore, si nutre di piccoli mammiferi, piccoli roditori, insetti vari, lucertole, molti invertebrati (lombrichi, cavallette, grillotalpa, etc.), piccoli serpenti ed uccelli, come storni, allodole, pipistrelli e passeri.
Fonte

sabato 14 giugno 2008

Uno studio sui proverbi cegliesi - 2

Presagi e proverbi meteorologici nel sapere contadino di Ceglie Messapica


Cosimo Francesco Palmisano


Riflessioni-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, Luglio 1998 



Il bello e il cattivo tempo nei presagi della campagna


 


È in campagna più facile riscontrare la so­pravvivenza di una mentalità magica, che un tempo aveva maggiore consistenza e che, oggi, resiste con sempre maggiore fatica all'assalto delle macchine e dei sistemi di produzione del­l’industria, applicati all'agricoltura. La soprav­vivenza, secondo l'antropologo inglese Edward Burnett Tylor, innalza tuttora in mezzo a noi monumenti primordiali di pensiero e di vita. 5


I presagi meteorologici, di cui rimane traccia sempre più labile anche nella campagna ceglie­se, documentano mirabilmente il tema della so­pravvivenza.


La cultura contadina aveva proprie forme di divinazione, relativamente a ciascuno dei quat­tro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco) ma qui saranno riesumate alcune credenze, so­stanziate da presagi, legate a due degli elementi fondamentali della campagna, ossia l'acqua e la terra.


1 presagi per comodità si prestano a essere suddivisi in due ampie categorie: presagi segni­ci, fondati sull'interpretazione di segni, quali la mistica di particolari numeri e il comporta­mento degli animali; presagi oracolari, i quali si manifestano attraverso le forme di un sapere empirico, trasmesso oralmente, mediante i pro­verbi.


Nel novero dei primi s'include la conta bu­strofedica dei primi ventiquattro giorni del me­se di dicembre per trarre auspici sul ciclo delle piogge nell'anno successivo.


La pioggia in alcuni dei primi dodici giorni di dicembre sarebbe coincisa, nei primi quindici giorni dei mesi dell'anno successivo con preci­pitazioni meteoriche più o meno copiose: per esempio, un 3 dicembre piovoso consentiva al contadino di Ceglie di pronosticare un mese di marzo altrettanto ricco di piogge nella prima metà.


Dall'osservazione dei fenomeni meteorolo­gici dal 13 al 24 dicembre era possibile, a ritroso, prevedere il ciclo delle piogge degli ultimi quin­dici giorni dei mesi dell'anno seguente: la piog­gia il 14 dicembre, pertanto, sarebbe coincisa con una seconda quindicina di novembre pio­vosa; un 15 dicembre asciutto, invece, avrebbe resa parimenti asciutta la seconda quindicina di ottobre dell'anno seguente e così via a decresce­re.


Di questo elaborato sistema cabalistico, di cui si va perdendo memoria, ovviamente esistono varianti: alcuni escludono dalla conta il 13 di­cembre, antico giorno solstiziale e ancor oggi fe­sta della rinascita del sole presso molte culture nordiche. 6


Il computo si estenderebbe, così, al 25 dicem­bre ma l'impalcatura bustrofedica del conteg­gio rimane immutata.


Un altro modo di trarre presagi secondo una procedura numerica consisteva nell'associare i tuoni di marzo alla quantità di grano da racco­gliere: raccolto scarso se tuonava in principio del mese ma, se i tuoni venivano uditi dopo il giorno 15, i tomoli di grano da raccogliere sareb­bero stati pari al numero del giorno in cui il fe­nomeno si manifestava.


Va ricordato, per inciso, che il mese di marzo nell'antico anno romano occupava il primo po­sto e che, tuttora, al pari di dicembre, esso con­serva una posizione liminare in ragion della quale molte culture contadine traggono presagi dai fenomeni uranici di detti mesi. 7


Non a caso un proverbio, vulgato a Ceglie e in molti comuni viciniori, ha codificato: Ci chiov di Sanda Bibbian_ (2 dicembre) chiove nu mes i na sittiman.


Remotissimo è anche l'uso di osservare la lu­na per trarre presagi sul tempo a venire: Luna... si nigrum obscuro comprenderit aëra cornu, maxu­mus agricolis pelagoque parabitur imber (la luna se mai avrà rappreso dell'aria nera nella falce oscura, copiosissima pioggia si procurerà agli agricoltori ed al mare), avvertiva già Virgilio nelle Georgiche. 8


I contadini di Ceglie e di altri comuni conter­mini, quasi analogamente, alla vista della luna offuscata da un cerchio di luce, presagivano la pioggia. 9


Il gracidio delle cornacchie era un altro sinto­mo di tempesta imminente, cosa che Virgilio annotava nelle Georgiche: tum cornix plena plu­viam vocat improba voce (allora la cornacchia ma­ligna chiama a gran voce la pioggia). 10


Presagi segnici di pioggia, non solo nella cam­pagna cegliese ma anche in quella di comuni fi­nitimi, come Putignano, 11 sono, anche: il gatto che si lava la faccia o la comparsa delle formiche alate.


Il cane, che riproduce il verso del lupo, è un segno ambivalente: alcuni dicono che prean­nunci l'arrivo del grande freddo, analogamente all'orso intento a fabbricarsi un riparo nell'ulti­mo triduo di gennaio; 12 altri sostengono che es­so presagisca una morte imminente nel nucleo famigliare di chi ascolta l'ululato o nel vicina­to. 13


Indizio di gran freddo sopravveniente è, pu­re, la fiamma del camino, quando, secondo la credenza, si mantiene bassa e s'avvinghia alla pa­letta o all'attizzatoio.


Dall'osservazione di segni il sapere popolare è passato, poi, alla codificazione di un patrimo­nio di conoscenze, intorno agli auspici sul bello e sul cattivo tempo, attraverso proverbi dalla semplice scrittura, che prevede un paio di versi­coli in rima fra loro, condensazione di una tra­smissione orale attraverso varie generazioni.


Alcuni proverbi trovano riscontro anche in italiano, come: Tiemp russ di ser / Tiempu buen si sper, Tiemp russ di matin / Tiempu brutt s'av­vicin; Ciel' a picuredd /Jacqu a catinedd. 14


Altri, elaborati nella campagna di Ceglie, hanno qualche affinità con quelli di contadi vi­ciniori: Levand / Jacqu annand; / Quann u gio­vidi u sol pone anzak / Fin a dimenik ma javì l'ac­qu. Il primo di questi adagi allude all'approssi­marsi della piogga con il vento di levante; il se­condo ai presagi connessi con il giovedì, giorno centrale della settimana in cui si vuole che, se il sole tramonta fra le nuvole, pioverà fino alla do­menica. 15


Un riscontro nel libro della Genesi (9, 13-16) evidenzia il presagio Quann jess l'ark di Novè / Ci na chiov josc chiov crè (quando spunta l'ar­cobaleno, se non piove oggi, piove domani). 16


In quest’ultimo adagio si coglie un'inversio­ne dei significati comunemente connessi all'ar­cobaleno, che indica la fine della pioggia e, pres­so gli antichi Greci, anche il passaggio nel cielo di Iride, messaggera degli dei. 17




Continua...2/4


note


(1) E. LE ROY LADURIE, Tempo di festa, Tempo di carestia, Torino, 1982; Idem, La storia della pioggia e del bel tem­po, in AA.VV., Fare storia, Torino, 1981, pp. 209-234.


(2) A. CATTABIANI, Calendario, Milano, 1994, p.13.


(3) M. MESLIN, L'uomo romano, Milano, 1981, pp. 45-46, 52-53,62-63; R. GRAVES, I miti greci, Milano, 1983, par. 34, nt. 3; par. 37, nt. 2.


(4) C.F. PALMISANO, Gestualità e formularità scaramanti­che nella cultura contadina di Ceglie Messapica, in Ri­flessioni-Umanesimo della Pietra (in seguito R-UdP) Martina Franca, Luglio 1997, p. 220.


(5) E.B. TYLOR, Alle origini della cultura, Roma, 1985, vol. l, p. 26.


(6) A. CATTABIANI, op. cit., pp. 21 e 83. (7) Ivi, p.15.


(8) VIRGILIO, Georgiche, I, 427-429.


(9) M. GIULIVO, La luna e il sole nei proverbi e nelle curio­sità, in R-UdP, Martina Franca, luglio 1988, p.164. (10) VIRGILIO, Georgiche, I, 388; cfr. anche C.F. PALMISA­NO, op. cit., p. 220.


(11) M. GIULIVO, Credenze e pregiudizi nella meteorologia popolare, in R-UdP, Martina Franca, luglio 1987, p. 121,


(12) C.F. PALMISANO, op. cit., p. 220; M. GIULIVO, Creden­ze... cit., p.123.


(13) E. B. TYLOR, op. cit., p. 125.


(14) CENTRO REGIONALE SERVIZI EDUCATIVI E CULTURA­LI BR/21 (a cura del; in seguito CRSEC), Per le parole antiche-Proverbi cegliesi, Oria,1993, pp. 58-60. (15) Ivi, pp. 60 e 62.


Cfr. G. G. MARANGI, Il vento nella tradizione popolare di Martina Franca, in R-UdP, Martina Franca, lu­glio 1955, p. 7.


(16) Ivi, p. 62.


(17) A. BURGIO, Dizionario delle superstizioni, Milano, 1965, pp. 44-45.


giovedì 5 giugno 2008

concerto fine anno conservatorio di ceglie messapica

Concerto conservatorio Ceglie M. giugno 2008


Hanno suonato:


Basso cont.   Francesco Buccolieri


Chitarre        Rocco Daniele Carlucci   Marco De Luca


Clarinetti      Rocco Missere, Raffaella Palombo, Anna Romito, Angelo Semeraro


Flauto          Silvia Mazzeo, Anna Chiara Pagliara


Oboe           Viviana Macelletti


Pianoforte    Marco Biscosi, Francesco Buccolieri, Mara Caramia, Laura Gigante, Andrea Rizzo


Soprano       Maria Nicolardi


Trombone    Dario Carlucci

mercoledì 4 giugno 2008

C'è...vive ed opera in mezzo a noi.

Teatro Comunale - Ceglie Messapica (BR)


Mercoledi 4 giugno ore 20.00

CONCERTO DI FINE ANNO ACCADEMICO DEGLI ALUNNI DEL CONSERVATORIO TITO SCHIPA, SEZIONE DI CEGLIE MESSAPICA.

UN CONCERTO CON BRANI DAL REPERTORIO DA CAMERA ESEGUITI DAI RAGAZZI DELLE CLASSI DI CANTO, CHITARRA, OBOE, CLARINETTO, TROMBA, PIANOFORTE....