Buon Anno
.
mercoledì 31 dicembre 2008
Jubilee Gospel Singer
Con qualche difficoltà ambientale, che ha fatto apprezzare lo sforzo dei musicisti e soprattutto dei cantanti nel rendere godibile l'ascolto, si è svolto il concerto del Jubilee Gospel Singer nella chiesa di San Lorenzo da Brindisi.Sono stati eseguiti brani famosi come Happy days e When the Saints Go Marching In, come sempre coinvolgenti nel canto e nel battito delle mani. Si è delineato così un sound elettrizzante, generante e sprigionante una fortissima carica emotiva, che ha coinvolto e trascinato anche gli spettatori meno abituati ad ascoltare questo genere musicale.
martedì 30 dicembre 2008
Gospel
CEGLIE MESSAPICA (BR)
Chiesa San Lorenzo da Brindisi
martedì 30 dicembreore 20.00
Jubilee Gospel Singer
direzione Mº Mario Petrosillo
Concerto di Natale
lunedì 29 dicembre 2008
Musica e poesia
per soprano, contralto, tenore e basso solisti, coro e orchestra.
Fatto per la Notte di Natale.
Beatus vir.
Concerto sacro per soprano, contralto, tenore e basso, solisti, coro e orchestra.
Ricostruzione di Graziano Semeraro.
Adeste fideles.
Tradizionale natalizio.
Elaborazione per soli, coro ed orchestra di Graziano Semeraro.
Sezione "C" Adulti: I Premio Dora Erculeo di Ceglie Messapica con la lirica "Nelle tue mani".
L'elenco completo dei vincitori sul sito www.lavocediangelopalma.com
NELLE TUE MANI
Metterò
nelle tue mani
un paio d'ali...
per farti
sognare e volare.
Metterò
nelle tue mani
un granello
di sabbia
per capire
chi sei.
Metterò
nelle tue mani
un sorriso
per guardare
alla vita
con gioia.
Metterò
nelle tue mani
una candela
così...
quando non saprai
dove andare,
cosa fare,
lei... saprà
darti la luce
per trovare la strada.
mercoledì 24 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
Nniccu Furcedda
Grande successo di pubblico e di critica per lo spettacolo andato in scena domenica sera. Quasi due ore di spettacolo trascorse velocemente in un susseguirsi di situazioni esilaranti e di battute semplici ma efficaci per raggiungere lo scopo: il riso e per far riflettere su vizi e virtù dell'uomo. In fondo dal 1730, data di scrittura di questa farsa, l'uomo non è cambiato molto, ma far ridere rimane un'arte più difficile di quella di far piangere.
Bravi.
Personaggi:
Niccu: Mimmo Turrisi; Nina: Mina Vitale; Pavl Cappanganna: Rocco Gioia; Perna: Donatella Andrisani; Rocch Spillecchia: Antonello Caroli; Rienzu: Mimmo Roma; Tonnu: Aldo Bellanova; Titta: Donato Francioso; Necca: Mimma Venerito.
Regia di Antonello Caroli.
Suggerimenti di scena e quinte: Anna Urso e Fabio Tarì.
Arrangiamento musicale: Mimino Gigliola.
domenica 21 dicembre 2008
Buona domenica
Dalle ore 11.00
Piazza Vecchia
Aperitivo in Musica
obolo volontario per la attività formative di teatro e musica
a cura della Leonard’s Band e della Free Band.
Mercatino Medievale a cura di Anna Maria Vitto.
dalle ore 17.00
via San Rocco, piazza Sant’Antonio e corso Garibaldi
Mercatino serale natalizio
Arriva Babbo Natale …
caramelle e giro con l’asinello per i bambini, caldarroste per tutti.
Mercatino artigianale e pettolata
a cura dell’AIAS.
ore 18,00
Teatro Comunale
Per Telethon
raccolta fondi per la ricerca sulle malattie genetiche.
Musica e Danza a cura del Lions Club Ceglie Messapica Alto Salento.
ore 18,00
Palazzetto dello sport
Ceglie – Termoli
Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile.
ore 19.00
chiesa San Lorenzo da Brindisi
a cura del Gruppo teatrale della parrocchia
NICCU FURCEDDA
commedia dialettale di Girolamo Bax.
Ingresso libero.
Personaggi:
Niccu: Mimmo Turrisi; Nina: Mina Vitale; Pavl Cappanganna: Rocco Gioia; Perna: Donatella Andrisani; Rocch Spillecchia: Antonello Caroli; Rienzu: Mimmo Roma; Tonnu: Aldo Bellanova; Titta: Donato Francioso; Necca: Mimma Venerito.
Regia di Antonello Caroli
Suggerimenti di scena e quinte: Anna Urso e Fabio Tari
Arrangiamento musicale: Mimino Gigliola.
Ambrogio Sparagna, Peppe Servillo
giovedì 18 dicembre 2008
ORCHESTRA DI FIATI
Amilcare Ponchielli
'IL CONVEGNO"
Divertimento per due clarinetti e banda
martedì 16 dicembre 2008
FERMARONO I CIELI
Giuseppe Verdi nella notte di Natale del 1890, ascoltando la messa nella cappella del palazzo Doria a Genova, dove abitava, si congratulò con i ragazzi cantori «per aver eseguito con bella intonazione quella tradizionale canzone sacra, che era "Tu scendi dalle stelle", senza la quale Natale non sarebbe Natale».
Autore delle parole e della musica del canto natalizio più celebre, più diffuso del folclore italiano è S. Alfonso Maria de’ Liguori. Egli è stato autore anche delle musiche e delle parole di diverse canzoncine spirituali e di componimenti poetici. La poesia di S. Alfonso ha, praticamente lo stesso scopo che aveva la pittura attraverso l'immagine: parlare alla gente. Molte canzoncine erano legate al ciclo delle festività natalizie e fra queste le famosissime Tu scendi dalle stelle, Quante nascette ninno, Fermarono i cieli, altre alla devozione mariana.
Questo repertorio si diffuse intorno alla metà del Settecento in tutto il territorio del Regno di Napoli diventando protagonista dei tanti rituali del ciclo liturgico in particolare quello natalizio e mariano.
Il successo di queste canzoncine spirituali favorì lo sviluppo in ambito popolare di un larghissimo repertorio di canti popolari religiosi che sono ancora largamente in uso.
“Tu scendi dalle stelle” è stata scritta a Nola nel dicembre del 1754 nel periodo natalizio, proprio in occasione di una missione che S. Alfonso stava predicando in questa cittadina. Don Michele Zamparelli, che ospitava S. Alfonso sentendo le parole e la musica, mentre le stava componedo, chiese al Santo se gliela avrebbe fatta copiare. S. Alfonso rispose di no perché prima avrebbe dovuto stamparle e poi eventualmente gliene avrebbe regalato una copia. Invece, il sacerdote, mentre S. Alfonso era andato in chiesa per fare la sua predica intorno al Natale, copiò di nascosto musica e parole. La cerimonia religiosa era ormai giunta quasi al termine, e S. Alfonso cominciò a cantare il canto di conclusione, ma a un certo momento lui stesso che aveva scritto quelle parole, ne dimenticò alcune. Avendo intuito che don Michele aveva copiato le sue parole, mandò un chierichetto a chiedergliele. Don Michele rimase così sorpreso, così sconvolto per il fatto che S. Alfonso si fosse accorto di quel furto, che non volle scendere in chiesa né volle più scendere a cena per mangiare con il Santo fino a quando capì che S. Alfonso aveva immediatamente perdonato.
CEGLIE MESSAPICA (BR)
TEATRO COMUNALE
19 Dicembre 2008 ore 21
Ambrogio Sparagna, Peppe Servillo
FERMARONO I CIELI
Le Canzoncine spirituali di Sant’Alfonso
Lo spettacolo "Fermarono i cieli" propone alcuni di questi canti religiosi popolari ed altri appositamente composti da Ambrogio Sparagna affidandoli all’interpretazione originalissima di Peppe Servillo (voce degli Avion Travel), di un quintetto vocale e di un trio di strumenti popolari fra cui una zampogna gigante, un modello di straordinarie proporzioni, alta quasi due metri, diffusasi nel regno di Napoli a partire dalla fine del settecento proprio allo scopo di accompagnare il repertorio tipico delle canzoncine spirituali.
lunedì 15 dicembre 2008
C'è
CEGLIE MESSAPICA (BR)
TEATRO COMUNALE
mercoledì 17 dicembre 2008 Ore 20.30
Concerto
ORCHESTRA DI FIATI
DEL CONSERVATORIO "TITO SCHIPA" - LECCE
duo pianistico Maria SBEGLIA - Umberto ZAMUNER
Clarinetti Cosimo TAFURO - Maurizio BORREGA
Direttore Giovanni PELLEGRINI
PROGRAMMA
Lorenzo Puscceddo
ERICE
Concert March
Camille Saint-Saéns (strum. F. Muolo)
IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI
Solisti: duo pianistico SBEGLIA – ZAMUNER
Amilcare Ponchielli
'IL CONVEGNO"
Divertimento per due clarinetti e banda
Solisti: Cosimo TAFURO - Maurizio BORREGA
Francesco MUOLO
NATALE 2008
Fantasia su temi natalizi
domenica 14 dicembre 2008
Sport
Dalla redazione sportiva | |
Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile - Gir. G | |
Classifica: Martina 24, Bisceglie 24, Ceglie 20, Monopoli 18, M.S. Campobasso 16, Airola 16, Lucera 14, Termoli 12, Taranto 12, Salerno 8, Francavilla 8, Lanciano 8, O. Campobasso 8, Benevento 6, Pescara 6, Napoli 4. | |
Pallacanestro Serie C Regionale | |
Classifica: Monteroni 24, Juve Trani 20, Mola 18, Lecce 16, N.P Ceglie 16, Castellana 14, Bari 12, Barletta 12, Poseidone Brindisi 10, FBK Trani 8, Trinitapoli 8, Mesagne 6, Invicta Brindisi 6, Trevi Brindisi 6, Nardò 4. | |
Pallavolo Serie C Femminile - Gir. B | |
Classifica: San Pietro 23, Noci 22, Oria 19, Ugento 16, Ceglie 16, Corsano 11, Puglia Eco 13, Masssafra 10, Galatina 11, Brindisi 8, Nardò 7, Trepuzzi 6, Talsano 3, Fit Center 0. | |
Pallavolo Serie D Maschile - Gir. B | |
Classifica: SV Campi Sal. 16, Torricella 16, S. Elia Brindisi 11, Talsano 9, Ricciato 10, Pal."S.Mariano 9, ASDP 80 Brindisi 10, NP Ceglie 7, ASDT Volley Brindisi 5, Lecce 5, Autoargentiero 4, Massafra 6. |
sabato 13 dicembre 2008
Buona domenica
« La Musica, per un momento,
distragga ogni vostro tormento »
John Dryden, Oedipus, a Tragedy (1679), musica di Henry Purcell
Buona domenica.
In attesa del concerto, presso la Chiesa di San Rocco a Ceglie Messapica (BR), del 29 dicembre con l'Orchestra del Settecento diretta dal M°Graziano Semeraro, date un'occhiata al sito.
Orchestra del Settecento
Vivaldi, Concerto RV 566
venerdì 12 dicembre 2008
Nniccu Furcedda 2/2
La data più probabile di composizione della commedia rimane quella ipotizzata dal Palumbo il 1730, "quando vissero alcuni uomini che vi sono nominati". Infatti, secondo il Palumbo, Nniccu Furcedda è ispirato caricaturalmente alla figura di un ricco e spilorcio signore, proprietario della "masseria di Fallacchia, nel tenimento di Francavilla", (oggi Villa Castelli) come recita l'esergo del manoscritto: un tal Giuseppe Scazzeri. Sulla natura satirica della farsa, tuttavia, c'è da avanzare qualche riserva perché il riferimento storico preciso può essere considerato tutt'al più un mero pretesto per lo svolgimento dell'azione e per l'accensione di una fantasia che trova in un genere letterario, oramai ben delineato e costituito, la sua più autentica ragione.
Ciò non vuol dire che la commedia non abbia un forte collegamento con la realtà della regione e, in particolare, della città nella quale essa è ambientata. Il dialetto fa riferimento a oggetti, costumi, riti propri della cultura antropologica salentina; la stessa geografia rappresenta un territorio caratterizzato da una agricoltura prettamente mediterranea, percorso dalle serre ("sierri", I, 50), costellato di paesi familiari alla sua storia: Ceglie ("Cegghiu", 111, 598), Oria (II, 367) e il suo protettore Sant'Eligio ("Sant'Aloi"), Veglie ("Vegghi", 111, 599). Forse anche i nomi dei personaggi che casualmente ricorrono nelle battute hanno dietro di sé vicende, mestieri, caratteristiche assai noti tra gli abitanti della città. E ciò al fine di dare agli spettatori punti di riferimento concreti e muovere quindi sentimenti di ilarità o, comunque, dì partecipazione: Cesare il sorciaio, (111, 8), Giuseppe Pozzessiri falegname (1, 387), Giuseppe Uerciu, lo scemo del villaggio (Il, 281), Giuseppe Vistila sarto (Il, 538), Uerra figulo (111, 448), ecc.. Insomma il radicamento nella vita e nella realtà agricola e pastorale del Salento è totale ed è del tutto omogeneo alla funzionalità del dialetto.
A questo punto occorre fare un cenno alla particolare forma metrica della commedia, che tutti gli editori hanno considerato scritta in endecasillabi variamente articolati secondo l'andamento delle battute dei protagonisti e dell'intreccio. Marti invece ha dimostrato che essa è scritta in quel particolare metro che porta il nome di "gliuommero", particolare forma metrica consistente nell'endecasillabo con rima al mezzo. Con il passare degli anni e col recupero di quelle forme d'espressione che sono l'opera buffa e la commedia popolare in prosa, l'indicazione di "gliuommero" non si ferma solo alla natura metrica del racconto, ma coinvolge anche la trama e la costruzione dell'intreccio scenico mediante il ricorso a situazioni ambigue, fraintendimenti verbali, scambi di persone, travestimenti di personaggi e così via dicendo. Siamo giustappunto al caso di Nniccu Furcedda. Questo "gliuommero", questo intrico di situazioni finisce con l'attenuare il realismo del racconto, che è tale soltanto per quanto attiene l'ambiente e il linguaggio, e con l'esaltare invece la capacità inventiva dell'autore, che si compiace nel creare scenari di artificio al solo fine di determinare il riso e il divertimento degli spettatori.
Liberamente tratto da: Donato Valli, Storia della poesia dialettale nel Salento, Congedo Editore, 2003.
Nniccu Furcedda 2/2
La data più probabile di composizione della commedia rimane quella ipotizzata dal Palumbo il 1730, "quando vissero alcuni uomini che vi sono nominati". Infatti, secondo il Palumbo, Nniccu Furcedda è ispirato caricaturalmente alla figura di un ricco e spilorcio signore, proprietario della "masseria di Fallacchia, nel tenimento di Francavilla", (oggi Villa Castelli) come recita l'esergo del manoscritto: un tal Giuseppe Scazzeri. Sulla natura satirica della farsa, tuttavia, c'è da avanzare qualche riserva perché il riferimento storico preciso può essere considerato tutt'al più un mero pretesto per lo svolgimento dell'azione e per l'accensione di una fantasia che trova in un genere letterario, oramai ben delineato e costituito, la sua più autentica ragione.
Ciò non vuol dire che la commedia non abbia un forte collegamento con la realtà della regione e, in particolare, della città nella quale essa è ambientata. Il dialetto fa riferimento a oggetti, costumi, riti propri della cultura antropologica salentina; la stessa geografia rappresenta un territorio caratterizzato da una agricoltura prettamente mediterranea, percorso dalle serre ("sierri", I, 50), costellato di paesi familiari alla sua storia: Ceglie ("Cegghiu", 111, 598), Oria (II, 367) e il suo protettore Sant'Eligio ("Sant'Aloi"), Veglie ("Vegghi", 111, 599). Forse anche i nomi dei personaggi che casualmente ricorrono nelle battute hanno dietro di sé vicende, mestieri, caratteristiche assai noti tra gli abitanti della città. E ciò al fine di dare agli spettatori punti di riferimento concreti e muovere quindi sentimenti di ilarità o, comunque, dì partecipazione: Cesare il sorciaio, (111, 8), Giuseppe Pozzessiri falegname (1, 387), Giuseppe Uerciu, lo scemo del villaggio (Il, 281), Giuseppe Vistila sarto (Il, 538), Uerra figulo (111, 448), ecc.. Insomma il radicamento nella vita e nella realtà agricola e pastorale del Salento è totale ed è del tutto omogeneo alla funzionalità del dialetto.
A questo punto occorre fare un cenno alla particolare forma metrica della commedia, che tutti gli editori hanno considerato scritta in endecasillabi variamente articolati secondo l'andamento delle battute dei protagonisti e dell'intreccio. Marti invece ha dimostrato che essa è scritta in quel particolare metro che porta il nome di "gliuommero", particolare forma metrica consistente nell'endecasillabo con rima al mezzo. Con il passare degli anni e col recupero di quelle forme d'espressione che sono l'opera buffa e la commedia popolare in prosa, l'indicazione di "gliuommero" non si ferma solo alla natura metrica del racconto, ma coinvolge anche la trama e la costruzione dell'intreccio scenico mediante il ricorso a situazioni ambigue, fraintendimenti verbali, scambi di persone, travestimenti di personaggi e così via dicendo. Siamo giustappunto al caso di Nniccu Furcedda. Questo "gliuommero", questo intrico di situazioni finisce con l'attenuare il realismo del racconto, che è tale soltanto per quanto attiene l'ambiente e il linguaggio, e con l'esaltare invece la capacità inventiva dell'autore, che si compiace nel creare scenari di artificio al solo fine di determinare il riso e il divertimento degli spettatori.
Liberamente tratto da: Donato Valli, Storia della poesia dialettale nel Salento, Congedo Editore, 2003.
giovedì 11 dicembre 2008
Nniccu Furcedda 1/2
La dipendenza culturale del Salento da Napoli dal punto dì vista letterario è un fatto incontestabile per tutto il Settecento, che è il secolo nel quale prende inizio e vigore la produzione letteraria in dialetto. Una conferma si ha dall'esame di documenti del tempo: l'opera buffa La Rassa a bute e la farsa Nniccu Furcedda del medico francavillese Girolamo Bax.
Non abbiamo molte certezze né sulla vita né sull'attività di questo scrittore, del quale sono messe in dubbio la località in cui egli nacque e la stessa data dell’evento. Sembra certo comunque, anche a voler prendere per attendibile l'indicazione dello storico salentino Pietro Palumbo che lo vuole nato a Grottaglie, che i genitori e il casato fossero invece di Francavilla Fontana, importante ed evoluta città del Salento (oggi in provincia di Brindisi), al limite dell'area linguistica dialettale salentina, la dove essa, procedendo verso il Nord, subisce l'influsso della limitrofa area barese. È per questo che già all'inizio della farsa al v. 15 del primo atto propone al posto di "stu puercu" la lettura "cuddu puercu" secondo l'uso del dimostrativo proprio dell'area barese. Si ricordi a proposito che per caratterizzare il personaggio di Rienzu, l'unico non leccese dell'opera buffa La Rassa a bute e per indicare la sua origine non propriamente salentina, l'anonimo autore ricorre allo stesso espediente. Se poi consideriamo che anche in quel libretto per opera ricorrono nomi identici per indicare alcuni personaggi (Rienzo e Titta sono nomi comuni alle due commedie), troveremo un ulteriore motivo per riportare le due opere a due tipologie diverse d'uno stesso fenomeno storico-letterario: quello che determinò la nascita del teatro popolare dialettale a Napoli agli inizi del sec. XVIII.
Infatti le due forme della commedia dialettale nacquero, come dice Croce, "quasi a un parto": la prima, la commedia dialettale in prosa, nel 1701; la seconda, quella in musica, nel 1709 con l'opera buffa Patrò Calienno de la Costa di Agasippo Mercotellis, che si vuole essere l'anagramma di Giaseppo Martoscelli. Questa circostanza della omonimia dei personaggi è un'ulteriore prova del fatto che agiva fortemente nel Salento il modello teatrale napoletano, com'era uso in gran parte dell'intero territorio del Regno; ed è altresì prova d'una certa stereotipia che informa tutte le opere teatrali secondo uno schema culturale che ha messo in crisi la commedia dell'arte con il recupero di una lingua diversa, il dialetto appunto, che portava con sé un nuovo mondo: a Napoli quello popolare cittadino della plebe, nel Salento quello della vita contadina, dei suoi costumi, del suo gergo.
Continua 1/2
Liberamente tratto da: Donato Valli, Storia della poesia dialettale nel Salento, Congedo Editore, 2003.
Nniccu Furcedda 1/2
La dipendenza culturale del Salento da Napoli dal punto dì vista letterario è un fatto incontestabile per tutto il Settecento, che è il secolo nel quale prende inizio e vigore la produzione letteraria in dialetto. Una conferma si ha dall'esame di documenti del tempo: l'opera buffa La Rassa a bute e la farsa Nniccu Furcedda del medico francavillese Girolamo Bax.
Non abbiamo molte certezze né sulla vita né sull'attività di questo scrittore, del quale sono messe in dubbio la località in cui egli nacque e la stessa data dell’evento. Sembra certo comunque, anche a voler prendere per attendibile l'indicazione dello storico salentino Pietro Palumbo che lo vuole nato a Grottaglie, che i genitori e il casato fossero invece di Francavilla Fontana, importante ed evoluta città del Salento (oggi in provincia di Brindisi), al limite dell'area linguistica dialettale salentina, la dove essa, procedendo verso il Nord, subisce l'influsso della limitrofa area barese. È per questo che già all'inizio della farsa al v. 15 del primo atto propone al posto di "stu puercu" la lettura "cuddu puercu" secondo l'uso del dimostrativo proprio dell'area barese. Si ricordi a proposito che per caratterizzare il personaggio di Rienzu, l'unico non leccese dell'opera buffa La Rassa a bute e per indicare la sua origine non propriamente salentina, l'anonimo autore ricorre allo stesso espediente. Se poi consideriamo che anche in quel libretto per opera ricorrono nomi identici per indicare alcuni personaggi (Rienzo e Titta sono nomi comuni alle due commedie), troveremo un ulteriore motivo per riportare le due opere a due tipologie diverse d'uno stesso fenomeno storico-letterario: quello che determinò la nascita del teatro popolare dialettale a Napoli agli inizi del sec. XVIII.
Infatti le due forme della commedia dialettale nacquero, come dice Croce, "quasi a un parto": la prima, la commedia dialettale in prosa, nel 1701; la seconda, quella in musica, nel 1709 con l'opera buffa Patrò Calienno de la Costa di Agasippo Mercotellis, che si vuole essere l'anagramma di Giaseppo Martoscelli. Questa circostanza della omonimia dei personaggi è un'ulteriore prova del fatto che agiva fortemente nel Salento il modello teatrale napoletano, com'era uso in gran parte dell'intero territorio del Regno; ed è altresì prova d'una certa stereotipia che informa tutte le opere teatrali secondo uno schema culturale che ha messo in crisi la commedia dell'arte con il recupero di una lingua diversa, il dialetto appunto, che portava con sé un nuovo mondo: a Napoli quello popolare cittadino della plebe, nel Salento quello della vita contadina, dei suoi costumi, del suo gergo.
Continua 1/2
Liberamente tratto da: Donato Valli, Storia della poesia dialettale nel Salento, Congedo Editore, 2003.
lunedì 8 dicembre 2008
Sport
Dalla redazione sportiva | |
Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile - Gir. G | |
Classifica: Martina 22, Bisceglie 22, Ceglie 18, Monopoli 16, M.S. Campobasso 14, Airola 14, Lucera 14, Termoli 10, Taranto 10, Salerno 8, Francavilla 8, Lanciano 8, O. Campobasso 8,Benevento 6, Pescara 6, Napoli 4. | |
Pallacanestro Serie C Regionale | |
Classifica: Monteroni 22, Juve Trani 20, Mola 16, Lecce 16, N.P Ceglie 14, Castellana 12, Bari 12, Barletta 10, Poseidone Brindisi 10, FBK Trani 8, Trinitapoli 8, Mesagne 6, Invicta Brindisi 4, Trevi Brindisi 4, Nardò 4. |
Sport
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Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile - Gir. G | |
Classifica: Martina 22, Bisceglie 22, Ceglie 18, Monopoli 16, M.S. Campobasso 14, Airola 14, Lucera 14, Termoli 10, Taranto 10, Salerno 8, Francavilla 8, Lanciano 8, O. Campobasso 8,Benevento 6, Pescara 6, Napoli 4. | |
Pallacanestro Serie C Regionale | |
Classifica: Monteroni 22, Juve Trani 20, Mola 16, Lecce 16, N.P Ceglie 14, Castellana 12, Bari 12, Barletta 10, Poseidone Brindisi 10, FBK Trani 8, Trinitapoli 8, Mesagne 6, Invicta Brindisi 4, Trevi Brindisi 4, Nardò 4. |
sabato 6 dicembre 2008
SEMI DI LEGALITA'
Nell'ambito del progetto di educazione alla legalità "Semi di legalità", che il Comune di Ceglie Messapica in associazione con il Comune di Villa Castelli sta sviluppando sul territorio, ci sarà questa sera alle ore 20:30 l’esibizione in Piazza Plebiscito del gruppo musicale i Rinoplastici. Seguirà l'esibizione del cantautore Fabrizio Moro, vincitore del Festival di Sanremo (sezione Giovani) nell’anno 2007.
" Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un'autentica cultura dei valori civili. Si tratta di una cultura che
-intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni;
-consente l'acquisizione di una nozione più profonda ed estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità;
-aiuta a comprendere come l'organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche;
- sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette".
"L'educazione alla legalità si pone non soltanto come premessa culturale indispensabile ma anche come sostegno operativo quotidiano, poiché soltanto se l'azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, essa potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all'incalzare temibile del fenomeno criminale."
Il rispetto delle leggi non comporta tuttavia un atteggiamento acritico e passivo, ma nasce dalla consapevolezza che, se ingiuste o non più rispondenti alle esigenze del momento, regole, norme e leggi possono essere modificate.
Infatti, educare alla legalità vuol dire in primo luogo praticarla: le regole non devono essere presentate come puri comportamenti obbligatori, ma devono essere vissute con consapevolezza e partecipazione.
Per recuperare e per affermare il valore della cultura della legalità, occorre promuovere il concetto di cittadinanza fondato sulla coscienza di due principi essenziali: quello del "diritto" e quello del "dovere", sul rispetto dell'altro, delle regole e delle leggi.
Fonte
SEMI DI LEGALITA'
Nell'ambito del progetto di educazione alla legalità "Semi di legalità", che il Comune di Ceglie Messapica in associazione con il Comune di Villa Castelli sta sviluppando sul territorio, ci sarà questa sera alle ore 20:30 l’esibizione in Piazza Plebiscito del gruppo musicale i Rinoplastici. Seguirà l'esibizione del cantautore Fabrizio Moro, vincitore del Festival di Sanremo (sezione Giovani) nell’anno 2007.
" Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un'autentica cultura dei valori civili. Si tratta di una cultura che
-intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni;
-consente l'acquisizione di una nozione più profonda ed estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità;
-aiuta a comprendere come l'organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche;
- sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette".
"L'educazione alla legalità si pone non soltanto come premessa culturale indispensabile ma anche come sostegno operativo quotidiano, poiché soltanto se l'azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, essa potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all'incalzare temibile del fenomeno criminale."
Il rispetto delle leggi non comporta tuttavia un atteggiamento acritico e passivo, ma nasce dalla consapevolezza che, se ingiuste o non più rispondenti alle esigenze del momento, regole, norme e leggi possono essere modificate.
Infatti, educare alla legalità vuol dire in primo luogo praticarla: le regole non devono essere presentate come puri comportamenti obbligatori, ma devono essere vissute con consapevolezza e partecipazione.
Per recuperare e per affermare il valore della cultura della legalità, occorre promuovere il concetto di cittadinanza fondato sulla coscienza di due principi essenziali: quello del "diritto" e quello del "dovere", sul rispetto dell'altro, delle regole e delle leggi.
Fonte
venerdì 5 dicembre 2008
XV Stagione Concertistica Caelium
La programmazione della rassegna, oltre al consueto spazio per la musica della tradizione classica, presenta dei concerti che puntano ad integrare e favorire le contaminazioni fra diversi generi musicali. Infatti, come da tradizione, la manifestazione segue diverse direttrici di progettazione degli eventi: MUSICA ETNICA (in stile jazz), MUSICA VOCALE (da camera), MUSICA JAZZ, LEGGERA, MUSICA SERIA (genere strumentale).
XV Stagione Concertistica Caelium
La programmazione della rassegna, oltre al consueto spazio per la musica della tradizione classica, presenta dei concerti che puntano ad integrare e favorire le contaminazioni fra diversi generi musicali. Infatti, come da tradizione, la manifestazione segue diverse direttrici di progettazione degli eventi: MUSICA ETNICA (in stile jazz), MUSICA VOCALE (da camera), MUSICA JAZZ, LEGGERA, MUSICA SERIA (genere strumentale).
mercoledì 3 dicembre 2008
Cappella contrada Lecci
“Ipsa pictura, quasi Scriptura”
Gregorio Magno
La cappella fotografata si trova in contrada Lecci a nord del comune di Ceglie Messapica (Br). La sua costruzione probabilmente risale a prima dell’inizio del secolo scorso, dedotto dai ricordi di alcune persone anziane. La cappella ha una struttura semplice: pianta rettangolare con volta a botte. Facciata anch’essa semplice con un marcapiano, un timpano, che nasconde la curvatura della copertura, e una finestra ovale al di sopra della porta d'ingresso. La decorazione è dovuta al blu che colora gli stipiti e l’architrave della porta, il marcapiano e due finte lesene agli spigoli.
All’interno l’altare semidistrutto presenta lo stemma dell'ordine dei Cappuccini, che raffigura l'incrocio di due braccia, uno nudo e l'altro con la manica di un saio, davanti ad una croce. Esso indica la spiritualità dei Francescani, che intendono riprodurre nella propria vita il Vangelo di Cristo, per questo il braccio nudo di Gesù si intreccia a quello col saio dei frati, nel nome della croce. Sull’altare tra due nicchie, che probabilmente ospitavano statue, sono rappresentate due figure. Purtroppo una è poco riconoscibile grazie ai vandali che vi hanno operato. Sulle due pareti laterali sono presenti quattro medaglioni, di cui due andati completamente distrutti. Uno rappresenta S. Tommaso d’Aquino e S. Bonaventura, l’altro due figure monacali.
Sulle quattro pareti è dipinto un trompe d’oeil costituito da una balaustra di colonnine. Si tratta di un tipo di elemento decorativo che, dando una percezione di profondità, crea l’illusione, ingannando l’occhio, di un ambiente più grande.
Grazie ai vandali e all’incuria, fra poco non resterà più niente.
Cappella contrada Lecci
“Ipsa pictura, quasi Scriptura”
Gregorio Magno
La cappella fotografata si trova in contrada Lecci a nord del comune di Ceglie Messapica (Br). La sua costruzione probabilmente risale a prima dell’inizio del secolo scorso, dedotto dai ricordi di alcune persone anziane. La cappella ha una struttura semplice: pianta rettangolare con volta a botte. Facciata anch’essa semplice con un marcapiano, un timpano, che nasconde la curvatura della copertura, e una finestra ovale al di sopra della porta d'ingresso. La decorazione è dovuta al blu che colora gli stipiti e l’architrave della porta, il marcapiano e due finte lesene agli spigoli.
All’interno l’altare semidistrutto presenta lo stemma dell'ordine dei Cappuccini, che raffigura l'incrocio di due braccia, uno nudo e l'altro con la manica di un saio, davanti ad una croce. Esso indica la spiritualità dei Francescani, che intendono riprodurre nella propria vita il Vangelo di Cristo, per questo il braccio nudo di Gesù si intreccia a quello col saio dei frati, nel nome della croce. Sull’altare tra due nicchie, che probabilmente ospitavano statue, sono rappresentate due figure. Purtroppo una è poco riconoscibile grazie ai vandali che vi hanno operato. Sulle due pareti laterali sono presenti quattro medaglioni, di cui due andati completamente distrutti. Uno rappresenta S. Tommaso d’Aquino e S. Bonaventura, l’altro due figure monacali.
Sulle quattro pareti è dipinto un trompe d’oeil costituito da una balaustra di colonnine. Si tratta di un tipo di elemento decorativo che, dando una percezione di profondità, crea l’illusione, ingannando l’occhio, di un ambiente più grande.
Grazie ai vandali e all’incuria, fra poco non resterà più niente.
lunedì 1 dicembre 2008
Sport
Dalla redazione sportiva | |
Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile - Gir. G | |
Classifica: Martina 22, Bisceglie 20, Ceglie 16, M.S. Campobasso 14, Monopoli 14, Airola 14, Lucera 12, Termoli 10, Lanciano 8, Taranto 8, Benevento 6, Salerno 8, Francavilla 6, O. Campobasso 6, Pescara 4, Napoli 4. | |
Pallacanestro Serie C Regionale | |
Classifica: Monteroni 20, Juve Trani 18, Mola 16, Lecce 14, N.P Ceglie 14, Castellana 12, Bari 12, Barletta 8, Poseidone Brindisi 8, FBK Trani 8, Trinitapoli 8, Mesagne 6, Invicta Brindisi 4, Trevi Brindisi 4, Nardò 2. | |
Pallavolo Serie C Femminile - Gir. B | |
Classifica: San Pietro 21, Oria 18, Noci 20, Ugento 16, Ceglie 13, Corsano 11, Puglia Eco 10, Masssafra 10, Galatina 9, Brindisi 7, Nardò 6, Trepuzzi 3, Talszno 3, Fit Center 0. | |
Pallavolo Serie D Maschile - Gir. B | |
Classifica: SV Campi Sal. 13, Torricella 13, S. Elia Brindisi 11, Talsano 9, Ricciato 9, Pal."S.Mariano 7, ASDP 80 Brindisi 7, ASDT Volley Brindisi 5, Lecce 5, NP Ceglie 4, Autoargentiero 4, Massafra 3. |