Il processo che portò alla definizione del jazz come musica dalle caratteristiche proprie e innovative fu molto lungo e attraversò molte fasi della storia degli Stati Uniti e, in seguito, anche del resto del mondo, in particolare dell’Europa e del Sud America. Tutto ebbe inizio sicuramente da un avvenimento storico drammatico come quello della deportazione degli schiavi africani negli Stati Uniti, in particolare negli stati del Sud.
Lo schiavo aveva la facoltà di spostarsi solo per recarsi sui luoghi di lavoro e in Chiesa. Proprio qui nacquero i canti religiosi come lo spiritual e il gospel, che avevano preso spunto dal patrimonio musicale africano. In pratica lo spiritual era un modo di cantare (anzi di urlare, mutuando lo stile di certi canti del Sud) che venne via via assumendo caratteristiche originali, musicali innanzitutto, perché accompagnato dal battere delle mani o dei piedi dei presenti (si immagini il risultato della cosa quando aveva luogo all’interno delle chiese, costruite in genere in legno e con l’impiantito fatto di tavole sostenute da pali per dividere il corpo del fabbricato dall’umido del terreno sottostante...), ma anche, e chiaramente, “politiche”.
Il “call and response”, che ha origine dal cosiddetto “lining out”, canto comunitario settecentesco
consistente nella prassi di recitare (intonando o meno) un verso da parte del predicatore, e di far seguire l’enunciazione dello stesso verso da parte dei fedeli, era molto utilizzato anche nei work songs, i canti che venivano intonati nei campi di cotone, spesso per controllare lo schiavo mentre lavorava e assicurarsi che non scappasse. Il carattere dei work songs è molto vario e ci sono canzoni di protesta, critica sociale, canzoni su episodi di vita vissuta o di cronaca.
Il contenuto del concerto di questa sera rappresenta un punto fondamentale nel bagaglio culturale di ogni appassionato di musica.
CEGLIE MESSAPICA (BR)
Chiesa San Lorenzo da Brindisi
martedì 30 dicembreore 20.00
Jubilee Gospel Singer
direzione Mº Mario Petrosillo
Concerto di Natale
L’Orchestra del Settecento e lo Stupor Mundi Chorus, sotto la direzione del Mº Graziano Semeraro, hanno presentato al folto pubblico presente nella chiesa di S. Rocco alcune pagine di musica classica o meglio di musica antica tra le più conosciute (Vivaldi, Corelli e Wade) ed altre meno (Delalande e Rosenmuller). IL “Beatus vir” di Rosenmuller è stato eseguito in prima nazionale ed è frutto delle ricerche del Mº Semeraro. Da sottolineare e da applaudire gli interventi del maestro, prima di ogni esecuzione, che evidenziavano alcuni particolari esecutivi o storici. Particolarmente efficaci le spiegazioni sulla tecnica del chiaroscuro e della prospettiva. Spiegazioni superflue per alcuni, ma utili per altri che hanno voglia e pazienza di approfondire e quindi apprezzare di più quello che ascoltano.
Giudizio ampiamente positivo sull’evento.