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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 24 gennaio 2009

Buona domenica


10:30 Piazza Plebiscito
Consegna dei primi Kit per la raccolta differenziata

Raccolta differenziata 25-01-09



Aggiornamento



ore 18,00 Palazzetto dello sport
CEGLIE-SALERNO
Pallacanestro Serie C Dilettanti Maschile - Gir. G





ore 19.15  Primo concerto della XV stagione concertistica Caelium
Teatro comunale
CANTO GENERAL QUINTET
In Africa Mood




Musica jazz liberamente ispirata alle radici musicali di “Madre Africa”
Esecutori:
Pino Minafra - tromba, flicorno e didjeridoo
Roberto Ottaviano - sax soprano e contralto
Livio Minafra - pianoforte e fisarmonica
Pasquale Gadaleta - contrabasso
Vincenzo Mazzone - batteria e strumenti a percussione


Biografia e discografia di Pino Minafra
Biografia e discografia di Roberto Ottaviano


Madre Africa omaggio jazz in salsa pugliese
Livio Minafra, figlio d’arte, parla di questa musica e dei fermenti nella regione.
La Gazzetta del Mezzogiorno, 25/01/09
PIERPAOLO FAGGIANO


Nell’ensemble tutto pugliese che aprirà questa sera la stagione di «Caelium» (Pino Minafra, tomba, Roberto Ottaviano, sax, Pasquale Gadaleta, basso, Vincenzo Mazzone, batteria) figura al pianoforte Livio Minafra, 26 anni, fresco di vittoria del referendum «Top Jazz 08» come miglior nuovo talento. Figlio d’ar te (suo padre è il trombettista, Pino, sua madre la clavicembalista Margherita Porfido), Livio è oggi una delle più belle realtà del jazz italiano. Due dischi all’attivo come leader, varie partecipazioni a Festival internazionali (ha suonato anche a CeglieJazz nel 2005).
   Oltre te il Top Jazz ha premiato anche Gianluca Petrella come miglior trombonista. Un bel successo per la Puglia. Ritieni che qui ci siano spazi ed opportunità adeguati per dare voce ai nuovi artisti?
«Innanzitutto sono contento per Gianluca che si conferma un leone al trombone. Poi gioisco anche dell’ottimo piazzamento di Gaetano Partipilo. La scena pugliese è una delle più floride in Italia. È interessante e non casuale che la Puglia copra tutte le musiche incircolazione poiché data la sua posizione geografica che le ha fatto incontrare tanti popoli nel corso della storia, è favorita nella spontanea integrazione di nuovi linguaggi, o nella sintesi di nuovi e vecchi “g eneri”. Spazi non ce ne sono tantissimi, ma nemmeno pochi. Ma la domanda di rimbalzo è, aspettiamo che ci creino spazi (come in Europa) o ci organizziamo come musicisti e ce li inventiamo noi persuadendo la politica?
   Hai due dischi per pianoforte solo all’attivo. Una scelta rischiosa. Pensi che il Solo sia la tua dimensione ideale?
«Si. È spontaneo per me pensare alpiano in solo, improvvisare al piano e creare qualcosa di autosufficiente. È umanamente che non mi è più autosufficiente il piano solo, perché voglio condividere con gli altri la musica!».
   Tu sei cresciuto musicalmente con l’Europa Jazz Festival di Noci. Qual è il ricordo più bello che hai di quell'esperienza?
«Gli artisti indimenticabili: Sergej Kuryokhin, Sakis Papadimitriou, Antonello Salis, Peter Kowald, Pau Rutherford, Mario Schiano, E poi i miei genitori che mi lasciavano libero fino all’alba, a me che avevo 8/9 anni, in giro per il dopo festival!»
    Qual è l’insegnamento più grande che ti ha dato tuo padre, Pino?
«La consapevolezza della propria origine geografica e il desiderio di creare musica raccontando la tua storia. A questo aggiungi la testa dura!
    Parliamo di Canto Generàl. Cosa ascolteremo stasera?
«Un omaggio al Sud Africa. Quel Sud Africa che ai tempi dell’apartheid vide gente come Louis Moholo, Mongezi Feza, Dudu Pukwana od anche Dollar Brand scappar via in esilio per potersi salvare e poter far musica. Una musica forte nei suoi temi e nelle sue evocazioni emozionali attraverso le note. Un musica per gioire della vita, per un mondo migliore, ma anche per gridare alle ingiustizie. That's jazz».