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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 2 gennaio 2009

La Confradia

CEGLIE MESSAPICA (BR)

Chiesa Matrice

venerdì 2 gennaio ore 20.00

La Confradia

la tradizione dei canti natalizi del meridione come la seicentesca

“Quanno nascette ninno”, incontra repertori e interpreti della

cultura musicale ispano-portoghese

direzione Mº Mimmo Epifani

ospite della serata Tiziana D’Angelo

 

Il Mº Mimmo Epifani è considerato dalla critica uno tra i migliori musicisti e conoscitori di musica etnica di livello internazionale per le innovazioni tecniche di improvvisazione applicate al suo strumento, il mandolino, nonché per la tecnica della sua mandola alla “barbiere”. Viene chiamata tecnica alla “barbiere” poiché veniva insegnata in un salone da barbiere a San Vito dei Normanni (Brindisi), dal Maestro Costantino Vita, barbiere e musicista, e dal Maestro “Peppu D’Augusta”, una sorte di direttore di orchestrine, che suonavano la “pizzica-pizzica”.
Tiziana D’Angelo, attrice – cantante, da anni interpreta, narra, canta, “le voci delle donne del sud del mondo”, attraverso il teatro greco, la tradizione sacro-profana, i riti, la magia, le danze, la tammurriata, le fronne, la serenata, le ninna nanne, il tango, il bolero, la salsa, la rumba.



Il mandolino e la mandola.

Il mandolino possiede un corpo di tipo piriforme, e quattro coppie di corde accordate come nel violino (sol re la mi, partendo dal sol sotto al do centrale). È suonato con un plettro, generalmente con la tecnica del tremolo. Con il semplice movimento del polso bisogna colpire con il plettro una volta la corda dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto. Eseguendo questo movimento alternato molto rapidamente su una stessa nota si ottiene un effetto detto tremolo che rende unico il suono di questo strumento. Pur essendo uno strumento popolare, è stato impiegato anche nella musica cosiddetta colta e, talvolta, anche nell'opera lirica. Lo stesso Antonio Vivaldi compose un concerto per mandolino (Concerto in Do maggiore Op.3 n.6) e due per due mandolini ed orchestra, Mozart lo inserì nel suo Don Giovanni, Beethoven gli dedicò quattro sonatine.

La mandola, a parte le dimensioni visibilmente maggiori rispetto al mandolino, consta di quattro (raramente cinque) corde doppie che possono essere accordate come nel mandolino a intervalli di quinta (sol, re, la, mi) ma un'ottava sotto.

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