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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 30 ottobre 2009

FRAGILE. Il numero zero.

Fragile n.0 smallII tempo presente è post ideologico. bombardamento di attraversamenti spietati in cui pare scontato, confusionario e passivo l'investimento dell'essere umano. Nei momenti bui, costretti dalle ossessioni delle paure nascoste negli angoli della quotidianità, guardiamo in faccia il mondo uscendo dal guscio dei municipalismi senza resa nè rinunce. Mai. Recuperare la centralità della cultura intesa come con­tenitore e insieme contenuto, punto d'avvio per individuare un senso comune, un­ tracciante futuribile. Da qui l'azzardo: Fragile. foglio di cultura periferica. Fragi­le non è contro gli esiti tecnologici della modernità (televisore, computer...) ma con essa viaggia in parallelo. Non chiude vuoti di insufficienza ma da periferico, guarda al centro per coglierne motivi di riflessione e di critica. Fragile nasce in provincia ma non è  appendice localistica della paesanità. Non è foglio di partito politico n'è sposa il disimpegno. Fragile non è buonista né bigotto, né crede nel po­tere della forza e della censura nelle forme più bieche e violente. Non si compiace né intende essere autoreferenziale. Fragile non è carta straccia. Non ha padroni e per questo autoproduce la sua romantica anarchica indipendenza. Non conosce il suo fruitore un suo possibile pubblico. Avrà diffusione militante ma sen­za essere legato ad alcuna scadenza mensile. Fragile è invece spazio aperto alla contemporaneità. Creazione di idee, coesione e fattualità. Capacità di catturare l'immaginazione, Insomma, carta di cm. 70x50 volta alle sperimentazioni anche le più ardite. Fragile è foglio bastardo. Coglie cioè le contaminazioni tra i diversi ambiti del pensiero e.del fare arte.musica.teatro.architettura.danza.poesia.antropologia.ambiente.letteratura.cucina.
storia.fotografia.video.cinema.editoria.gossip. Fragile
è prodotto di cultura intesa come sostanza e non più come sovrastruttura, belletto occasionale di cui quando c'è crisi è possibile fare a meno. È in momenti come questi che la domanda cresce a dismisura. Stimoli e buone idee ci offriranno un supporto agevole per leggere al meglio e senza condizionamenti la realtà. Per questo va conservato e sostenuto. Fragile è scollegamento vitale, attraver­samento dei saperi, zapping della contemporaneità. Il sibilo incessante di uno s.futurismo nativo a sud. Fragile è paradossalmente Fragilissimo ma non se ne può fare a meno perché le anime e i corpi che gli danno vita adorano con odio la terra di cui si è figli. Terra che vorrebbero terribilmente liberata dalla montagna di cenere sempre calda sotto cui si celano umanità, saggezza e vivacità creativa.


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Martedì 3 novembre la presentazione del nuovo numero.
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