L’Italia è un paese a elevata sismicità, dove frequentemente si verificano terremoti di un certo rilievo. La pericolosità sismica descrive quanto il territorio sia soggetto/esposto ai terremoti; essa viene convenzionalmente indicata come la probabilità di osservare un certo scuotimento del terreno in un certo periodo di tempo, a seguito di terremoti. Questa disciplina si avvale di competenze specialistiche di carattere geologico, storico, sismologico, matematico-statistico e ingegneristico.
Conoscere i terremoti del passato è fondamentale per poter valutare meglio la pericolosità sismica di una determinata area. Attraverso lo studio di documenti storici si ricostruisce la storia sismica di un sito, cioè l’insieme degli effetti sismici che hanno avuto luogo in una certa località nel corso del tempo.
La difesa dai terremoti in Italia è affidata alla normativa sismica, ovvero a un insieme di regole costruttive. Una mappa di pericolosità sismica permette di definire il diverso livello di sismicità dei comuni, differenziandone quindi le esigenze in termini di norme costruttive.Tutti i comuni italiani sono per legge classificati in quattro zone sismiche, ognuna delle quali prevede un diverso livello di pericolosità sismica. Ceglie Messapica è classificata in Zona 4, quella che comprende i comuni che hanno possibilità di danneggiamento piuttosto basse.
Nel 1456 un violento terremoto semidistrusse Brindisi, Ostuni, Francavilla, Carovigno, Oria e tra queste anche Ceglie.
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Mercoledì 20 febbraio 1743, alle ore 23.45 (ASBr., Notaio G. M. Bonavoglia, prot.42, CC.39-40; Notaio A. Carrasco, a. 1745, prot.16, CC.12/v-13/r; E. De Simone, Vicende Sismiche Salentine, Lecce 1993, p.73; Cattedrale di Brindisi targa posta sulla facciata anteriore a destra dell’ingresso), ultimo giorno di carnevale – riportano le cronache del tempo – una disastrosa scossa tellurica, del 5°-6° della scala Mercalli, colpì il Salento con epicentro il Canale d’Otranto provocando, tra l’altro, non pochi danni. Le città più colpite dal sisma, con gravi danni a cose e persone, di cui si hanno notizie, furono Brindisi, Lecce, Francavilla, Nardò, Oria, Mesagne, Manduria.
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Il 20 febbraio 1743, una forte scossa di terremoto colpì le città del Salento e, tra queste anche la nostra Città, provocando molti danni a cose e persone. Non sappiamo se ci furono vittime a Ceglie, forse ci saranno state pure, ma di danni alle infrastrutture, certamente si.
Alcuni mesi dopo (12 dicembre 1743), infatti, decisero di riedificare e ristrutturare l'ospedale cittadino (ASBr.,Not. Tommaso Lamarina, C.298/t.inv.III.B.3.1.X.29). Ora se stabilirono di riedificare e ristrutturare il nosocomio, ciò significa che una parte di esso era crollato quindi era urgente la sua riedificazione, mentre l'altra parte aveva subìto danni abbastanza gravi tanto da essere necessaria la sua ristrutturazione.
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Manifestazioni di penitenza e di ringraziamento per lo scampato pericolo si svolsero in tutti i centri coinvolti dal sisma, ma l’emergenza sarebbe continuata nei mesi successivi. Mentre tutti erano intenti a riparare i danni cagionati dal terremoto del 20 febbraio, altre due scosse, sempre del 5°-6° della scala Mercalli, si fecero sentire nel mese di ottobre: l’una alle ore 09.00 del giorno 11 e l’altra alle ore 08.55 del 31 (F.Ascoli,
Pasquale Elia, CEGLIE MESSAPICA
Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia
Mappa interattiva dei terremoti storici e contemeporanei.
Ultimi terremoti registrati dalla Rete INGV