Pubblico una mia sintesi dell'intervento della Prof.ssa Maria Antonietta Epifani in occasione della presentazione del progetto per le vetrate artistiche della Chiesa di San Lorenzo del Maestro Uccio Biondi.
Che cosa è il sacro?
Il sacro è una realtà polimorfa che ci suggerisce una dimensione compatta distaccata dall’ordinario perché è la sede di una entità straordinaria che trovandosi su un piano ontologicamente diverso rispetto all’uomo, raffigura il puro spirituale, una realtà inaccessibile, il numinoso misterioso e lontano a cui si accede solo attraverso un salto del cuore.
Premessa fondamentale per la comprensione dell’opera: Biondi lo possiamo definire un cristiano anarchico e queste vetrate rappresentano una produzione laica che si fa attraversare dalla dimensione cristologia. Infatti, del Cristo non assume solo la parte sofferente ma assorbe la parte socialista della tolleranza, della non violenza e di speranza di un mondo nuovo che rappresentano i polmoni del messaggio. Cristo è un uomo in grado di gettare al mondo messaggi di pace e fratellanza, esibendo tesi di egualitarismo.
Il sacro di Biondi è altro dal sacro a cui siamo abituati, non stupitevi osservando le bozze delle vetrate, perché non troverete mai i topoi che caratterizzano coloro i quali sono chiamati a fare arte sacra (Madonne, angioletti, mani giunte, banali posture di santità, aureole, occhi rivolti strabicamente verso l’alto), non troverete mai le servili immagini e gli abituali colori a cui ci hanno abituato gli affabulatori di cose sacre.
Questi, con una tale retorica populista, allontanano dal sacro.
Non ci permettono di entrare nel bellissimo mondo simbolico del sacro.
Delle vetrate artistiche dovete cogliere essenzialmente l’essenza laica del vivere l’insegnamento cristologico.
I Sacramenti, progetto per le vetrate è un percorso di lettura del sacro attraverso il linguaggio simbolico. Emerge con nettezza che Biondi, documentatosi ampiamente, fa risaltare le tematiche sacre ma fa innanzitutto risaltare il suo colore, oggetto sul quale rivolge le proprie tendenze formative.
Le vetrate sono 11.
Tralci di vite (ai lati del portale di ingresso) tema assai realizzato nell’iconografia ne testimonia l’importanza nella storia della cultura religiosa poiché è innalzata a contrassegno e metafora di comunione tra il Cristo e i suoi discepoli. Qui i tralci sono rossi, colore-simbolo della divinità.
Pietre vive sempre (ingresso principale) i bambini sono la freschezza con cui il Cristo vuole che si creda, i bambini sorridenti sono la speranza del domani.
Battesimo è la purificazione rafforzata dall’acqua e dalla luce data dall’uso sapiente dei colori; la colomba vuole rappresentare lo spirito santo e la speranza della vita che si salva.
Cresima: ritorna la colomba che nel becco trasporta la fiammella che ha un posto fondamentale nel culto ed è spesso simbolo della divinità. Nell’Antico Testamento, Dio si rivela a Mosè sotto forma di fuoco nel roveto ardente che non si consuma; nella colonna di fuoco Dio Illumina e guida il popolo ebraico nelle notti dell’Esodo; durante la consegna delle Tavole della Legge a Mosè, per la presenza di Dio il Monte Sinai era tutto avvolto da fuoco.
Nelle visioni profetiche dell’Antico Testamento, il fuoco è sempre presente e Dio apparirà alla fine dei tempi con il fuoco e farà giustizia su tutta la terra; anche nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista annuncia Gesù come colui che battezza in Spirito Santo e fuoco (Matteo, 3, 11).
Confessione: qui risaltano le mani. C’è quella aperta del Cristo risorto e un intrico di mani che si congiungono rinsaldando un antico legame.
Unzione: in un ostensorio un’ampolla contenente olio, simbolo costante con cui si impartiscono i sacramenti, segno della presenza di Dio"; con gli oli benedetti durante la Messa Crismale del Giovedì Santo vengono somministrati i sacramenti della Cresima, della Consacrazione sacerdotale e dell’Unzione degli infermi. Cristo si prepara alla passione nell’orto degli ulivi del Getzemani. E non dimentichiamo che il termine greco Christhos significa “unto” e il Cristo è appunto il Messia unto dal Signore.
Unione-Matrimonio: la vera nuziale rappresenta il simbolo della unione affettiva degli sposi che in questa vetrata sono abbracciati al suo interno.
Eucarestia: sono presenti tutti i segni tipici il Cristo sulla croce, il pesce, il pane e il calice. Segni discreti, paradossali, come lo è la manifestazione del Figlio di Dio sulla croce; come lo è la sua presenza nel pane e nel vino; cose di tutti i giorni, trasformate in forza e coraggio nel cammino di fede.
Ordine Sacro: ancora il tema delle mani che qui chiuse accolgono e proteggono il fuoco dello Spirito Santo. Ma ci sono ancora le chiavi di Pietro, la stola, il messale, il gregge che Biondi contestualizza nel nostro territorio perché introduce i suggestivi segni antichi e fortemente simbolici posti sui trulli.
Per terminare Volo, 5 colombe- fra l’altro simbolo dell’anima- atterrano in un disco, in un tondo rosso colorato dal sangue del divino. L’uomo non può non concludersi in Dio.
Nonostante la sua laicità, Biondi rimane affascinato dal messaggio cristologico, un fare mosso dallo spirito di un Dio laico che cerca di imprimere sulle cose la sua forza biblica. Biondi utilizza colori di luce, spinta del corpo materico verso il Dio nei dettagli degli oggetti delle vetrate e anche nella loro gestualità.
Le vetrate sono animate dalla luce delle cose invisibili, nel quale il misero laico si converte nel mistero cristiano e la religiosità è qui intesa come disponibilità ad accettare il mistero dell’immanifesto. Per concludere devo sottolineare che questo progetto è contrassegnato dalla plasticità, dalla polisemia e da una grande capacità di adattamento dell’arte alla destinazione d’uso: le vetrate, medium per fare arte, per educare all’arte.
Che cosa è il sacro?
Il sacro è una realtà polimorfa che ci suggerisce una dimensione compatta distaccata dall’ordinario perché è la sede di una entità straordinaria che trovandosi su un piano ontologicamente diverso rispetto all’uomo, raffigura il puro spirituale, una realtà inaccessibile, il numinoso misterioso e lontano a cui si accede solo attraverso un salto del cuore.
Premessa fondamentale per la comprensione dell’opera: Biondi lo possiamo definire un cristiano anarchico e queste vetrate rappresentano una produzione laica che si fa attraversare dalla dimensione cristologia. Infatti, del Cristo non assume solo la parte sofferente ma assorbe la parte socialista della tolleranza, della non violenza e di speranza di un mondo nuovo che rappresentano i polmoni del messaggio. Cristo è un uomo in grado di gettare al mondo messaggi di pace e fratellanza, esibendo tesi di egualitarismo.
Il sacro di Biondi è altro dal sacro a cui siamo abituati, non stupitevi osservando le bozze delle vetrate, perché non troverete mai i topoi che caratterizzano coloro i quali sono chiamati a fare arte sacra (Madonne, angioletti, mani giunte, banali posture di santità, aureole, occhi rivolti strabicamente verso l’alto), non troverete mai le servili immagini e gli abituali colori a cui ci hanno abituato gli affabulatori di cose sacre.
Questi, con una tale retorica populista, allontanano dal sacro.
Non ci permettono di entrare nel bellissimo mondo simbolico del sacro.
Delle vetrate artistiche dovete cogliere essenzialmente l’essenza laica del vivere l’insegnamento cristologico.
I Sacramenti, progetto per le vetrate è un percorso di lettura del sacro attraverso il linguaggio simbolico. Emerge con nettezza che Biondi, documentatosi ampiamente, fa risaltare le tematiche sacre ma fa innanzitutto risaltare il suo colore, oggetto sul quale rivolge le proprie tendenze formative.
Le vetrate sono 11.
Tralci di vite (ai lati del portale di ingresso) tema assai realizzato nell’iconografia ne testimonia l’importanza nella storia della cultura religiosa poiché è innalzata a contrassegno e metafora di comunione tra il Cristo e i suoi discepoli. Qui i tralci sono rossi, colore-simbolo della divinità.
Pietre vive sempre (ingresso principale) i bambini sono la freschezza con cui il Cristo vuole che si creda, i bambini sorridenti sono la speranza del domani.
Battesimo è la purificazione rafforzata dall’acqua e dalla luce data dall’uso sapiente dei colori; la colomba vuole rappresentare lo spirito santo e la speranza della vita che si salva.
Cresima: ritorna la colomba che nel becco trasporta la fiammella che ha un posto fondamentale nel culto ed è spesso simbolo della divinità. Nell’Antico Testamento, Dio si rivela a Mosè sotto forma di fuoco nel roveto ardente che non si consuma; nella colonna di fuoco Dio Illumina e guida il popolo ebraico nelle notti dell’Esodo; durante la consegna delle Tavole della Legge a Mosè, per la presenza di Dio il Monte Sinai era tutto avvolto da fuoco.
Nelle visioni profetiche dell’Antico Testamento, il fuoco è sempre presente e Dio apparirà alla fine dei tempi con il fuoco e farà giustizia su tutta la terra; anche nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista annuncia Gesù come colui che battezza in Spirito Santo e fuoco (Matteo, 3, 11).
Confessione: qui risaltano le mani. C’è quella aperta del Cristo risorto e un intrico di mani che si congiungono rinsaldando un antico legame.
Unzione: in un ostensorio un’ampolla contenente olio, simbolo costante con cui si impartiscono i sacramenti, segno della presenza di Dio"; con gli oli benedetti durante la Messa Crismale del Giovedì Santo vengono somministrati i sacramenti della Cresima, della Consacrazione sacerdotale e dell’Unzione degli infermi. Cristo si prepara alla passione nell’orto degli ulivi del Getzemani. E non dimentichiamo che il termine greco Christhos significa “unto” e il Cristo è appunto il Messia unto dal Signore.
Unione-Matrimonio: la vera nuziale rappresenta il simbolo della unione affettiva degli sposi che in questa vetrata sono abbracciati al suo interno.
Eucarestia: sono presenti tutti i segni tipici il Cristo sulla croce, il pesce, il pane e il calice. Segni discreti, paradossali, come lo è la manifestazione del Figlio di Dio sulla croce; come lo è la sua presenza nel pane e nel vino; cose di tutti i giorni, trasformate in forza e coraggio nel cammino di fede.
Ordine Sacro: ancora il tema delle mani che qui chiuse accolgono e proteggono il fuoco dello Spirito Santo. Ma ci sono ancora le chiavi di Pietro, la stola, il messale, il gregge che Biondi contestualizza nel nostro territorio perché introduce i suggestivi segni antichi e fortemente simbolici posti sui trulli.
Per terminare Volo, 5 colombe- fra l’altro simbolo dell’anima- atterrano in un disco, in un tondo rosso colorato dal sangue del divino. L’uomo non può non concludersi in Dio.
Nonostante la sua laicità, Biondi rimane affascinato dal messaggio cristologico, un fare mosso dallo spirito di un Dio laico che cerca di imprimere sulle cose la sua forza biblica. Biondi utilizza colori di luce, spinta del corpo materico verso il Dio nei dettagli degli oggetti delle vetrate e anche nella loro gestualità.
Le vetrate sono animate dalla luce delle cose invisibili, nel quale il misero laico si converte nel mistero cristiano e la religiosità è qui intesa come disponibilità ad accettare il mistero dell’immanifesto. Per concludere devo sottolineare che questo progetto è contrassegnato dalla plasticità, dalla polisemia e da una grande capacità di adattamento dell’arte alla destinazione d’uso: le vetrate, medium per fare arte, per educare all’arte.
AGGIORNAMENTO
Domenica 3 gennaio 2010 ore 18.30 LECCE
La libreria Nisich via Matteotti 23/A
nei pressi di piazza S. Oronzo
La libreria Nisich via Matteotti 23/A
nei pressi di piazza S. Oronzo
presenta
FRAGILE
foglio di cultura periferica
FRAGILE
foglio di cultura periferica
Interventi di Uccio Biondi e Maria Antonietta Epifani.
Il sito aggiornato di Uccio Biondi, clicca qui.
Il sito aggiornato di Uccio Biondi, clicca qui.