Cungett' è cadut'
Commedia in vernacolo di Mario Crescenzio
Omaggio a Pietro Gatti
Largo ognissanti ore 21.00
Gruppo Teatrale Amatoriale "S. Maria Assunta"
Giunti alla settima rappresentazione ringraziamo tutti coloro che ci hanno visto e ci vedranno questa sera e gli amici che non hanno potuto farlo. Personalmente ringrazio tutti i componenti del gruppo: Mimmo Turrisi, Pasqualina Sgura, Cataldo Suma, Antonella Bellanova, Giovanni Albanese, Antonio Albanese, Mattia Albanese, Marika Nacci, Oronzo Elia, Roberta Gioia, Paola Ricci, Vincenzo Suma, Francesca Pomarico, Isa Vitale, Pino Santoro, Antonella Dipresa, Mimmo Urso.
Fra le associazioni destinatarie del nostro aiuto vi segnalo gli "Amici di Stefano Costantino". L’ Associazione intende perseguire finalità di solidarietà e beneficenza con particolare riferimento a situazione di disagio dei minori, ma soprattutto si pone come obiettivo il rendere possibile, per chi lo desidererà, l’impegno in prima persona in tali situazioni di disagio.
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Il post sulla prima rappresentazione del 2 gennaio 2010.
Pochi tratti, pochi segni della ricchezza e della complessità del nostro dialetto sopravvivono, ormai, nei pochi momenti che abbiamo l’occasione di usarlo. Questi bisogna riscoprirli, rileggerli, presentarli in qualsiasi forma, che vanno da quella più alta rappresentata dalla poesia di Pietro Gatti al teatro delle semplici storie, per evitare che scompaiano definitivamente.
Il gruppo teatrale amatoriale della Parrocchia Santa Maria Assunta di Ceglie Messapica metterà in scena il 2 gennaio 2010 la commedia in vernacolo “Cungett’ è cadut’" di Mario Crescenzio. Il palcoscenico che ospiterà l’evento è quello del Teatro Comunale della città. L’incasso della serata sarà devoluto in beneficenza all’AMREF ((African Medical and Research Foundation), organizzazione non governativa internazionale che si propone di migliorare la salute in Africa attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. La commedia sarà preceduta da un breve omaggio alla poesia di Pietro Gatti con la lettura di due sue poesie estratte da “Nu viecchju diare d’amore”. Le liriche del poeta costituiscono una efficace introduzione di uno dei temi della commedia, che si svolge attorno al filo conduttore dell’equivoco nato da un banale evento quotidiano. La commedia descrive attraverso i suoi personaggi un microcosmo, con i relativi pregi e difetti, che oggi non c’è più o che forse ha assunto aspetti diversi, ma nella sostanza uguali. Si ride e si sorride con qualche frecciatina satirica.
Regia e trasposizione dal dialetto ostunese a quello cegliese a cura di Mimmo Turrisi. Scenografia di Pino Santoro.
Mimmo Barletta