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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 28 settembre 2010

Sapiens Populus Quaerit Romam


Anche davanti all’evidenza, i corifei della santa alleanza Bossi-Berlusconi non temono il ridicolo. L’ineffabile Daniele Capezzone, per esempio, dice senza vergogna che “alle parole del capo della Lega non conseguono fatti politici”, e dunque tanto rumore per nulla.
Non c’è da stupirsi.
Sorprende di più che una come Giorgia Meloni, ministro cresciuto alla Garbatella, storico quartiere della capitale, ripeta lo stesso mantra del portavoce Pdl.
“Battute fastidiose, ma che non costituiscono la sua linea politica”, dice il ministro della Gioventù, e c’è da chiedersi se avrebbe il coraggio di ribadire il pilatesco giudizio anche davanti a qualche bar del suo quartiere.
Non solo. Davanti a tanto post-doroteismo vengono in mente sillogismi che in un paese meno che civile non si dovrebbero né dire né pensare. Perché se dare del ‘porco’ ad alcuni milioni di persone è una “battuta fastidiosa”, allora da domani si potrà dare dei ‘froci’ agli omosessuali, e poi dire che non si è scesi a bastonarli; si potrà dare della ‘mignotta’ a una donna che passa per strada, e poi dire  che mica la si è violentata; si potrà dire ’sporco negro’ a un immigrato e poi dire che mica lo si è messo in catene.
Battute. Magari fastidiose, ma solo battute e senza linea politica. 
Un po’ come quando Alfano dice che la stella polare del governo è la legalità, cosa da cui (Bossi docet) non deriva alcuna conseguente linea politica.
Marco Bracconi