Recensione di Pasquale Tempesta pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno del 07.05.2012
A che servono le rose del salentino Vincenzo Gasparro
Già maggio: A che servono le rose? Una domanda, una provocazione? Forse. Per intanto, è il titolo di un piccolo, prezioso libro di poesie. Con versi, però, un po’ ”diversi”. L’autore: Vincenzo Gasparro che i colori del maggio e della incipiente primavera avrà certo cantato in precedenti sue pubblicazioni(Melagrane scarlatte, more nere, Grazie per i balconi fioriti,Barchette arancio e limone), ispirandosi alla luce sfolgorante del suo e del nostro Salento (Gasparro è nato a Ceglie Messapica).
Qualcuno ha già detto-lo ricorda Vincenzo Di Oronzo in prefazione-che il poeta <è colui che guarisce con la luce>. E questa non si esprime soltanto nelle dorate esplosioni dell’alba o nel caleidoscopico dei fiori rugiadosi del mattino, bensì anche nel bianco della calce che accende le cuspidi dei trulli e i sassi dei muretti a secco delle nostre contrade. Ma la è anche-e forse soprattutto-sentimento, passione, sofferenza, nostalgia.Quali ritrovi, tutti, in un lungo soliloquio dell’autore: nei versi senza titolo delle prime pagine e nell’intensa prosa conclusiva di un che riassume il suo intimo sentire.