Il ciociaro Augusto Orestini ha vinto quest’anno il primo premio con un lavoro post-pop su ossessione e sovrabbondanza di prodotti alimentari, ma il nostro Sergio Laterza ha ottenuto una menzione speciale da parte della giuria, inizialmente non prevista ma resasi quasi necessaria visto lo straordinario successo ottenuto dall’opera “L’origin du munn” che il Laterza ha esposto, come al solito, per sconvolgere il pubblico, dissacrando il senso stesso dell’arte.
Si tratta di un’installazione che riprende il celebre dipinto (del 1866) di Gustave Courbet denominato “L’origine du monde” (riproducente un rigoglioso organo genitale femminile in primo piano) nel quale la vulva è stata sostituita con una “fica” e cioè con un frutto (come viene chiamato negli idiomi locali appulo-lucani) – vero – dell’albero di fico. Il successo è stato strabiliante. Orde di giapponesi in coda per una foto e gente del posto a ridacchiare smaliziata. Un inno al senso profondo del cibo – accostato al sesso che rende possibile la vita – e giuria unanime nel riconoscere all’opera un premio speciale.
Non mi sono sconvolto alla vista dell'opera (in verità neanche per le altre) né come provincialotto "del posto" ho ridacchiato, forse perché ho visto l'originale di Courbet al museo d'Orsay che contestualizzato nell'epoca in cui è stato dipinto è sicuramente più sconvolgente. Un ortaggio "maschile" sarebbe stato più dissacrante e provocatorio. Quanto al legame cibo-sesso nessun artista ha visto "La grande abbuffata" film del 1973 diretto da Marco Ferreri? Sarà per la prossima edizione.