.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 12 novembre 2012

Ricomincia il Posto delle Favole


Ass. Cult. Tra il dire e il fare - Compagnia La luna nel letto
Teatri Abitati - Residenza di Ruvo di Puglia
in collaborazione con la Scuola di Danza Artinscena

CENERENTOLA 
across the Universe
Domenica 18 novembre

drammaturgia Katia Scarimbolo
regia, scene e luci Michelangelo Campanale
con Nunzia Antonino, Annarita De Michele, Paolo Gubello, Luigi Tagliente


 età consigliata: dai 7 ai 101 anni

Avete mai confuso il sogno con la vita? O nascosto qualcosa come un ladruncolo qualsiasi? Vi siete mai sentiti impauriti come davanti ad una strega? O creduto che i vostri oggetti come per magia si muovessero e invece erano fermi? Forse aveva ragione mia madre. Forse sognavo e basta. Forse erano gli anni ‘80. O magari ero o mi sentivo una CENERENTOLA.

Con queste parole inizia Cenerentola. Across the Universe, diretto da Michelangelo Campanale che, dopo il grande successo nella scorsa stagione de “Il vecchio e il mare” torna con una regia rivolta al pubblico dei ragazzi. Come per lo spettacolo ispirato al celebre romanzo di Ernest Hemingway, in cui il testo diventava il cardine intorno a cui si costruiva un’indagine sull’argomento relativo alla crescita e all’adolescenza messa a confronto con l’età adulta, anche in questa nuova produzione, il tema centrale è la complessa trama delle relazioni parentali tra madre e figlia. In particolare, i rapporti tra donne, che devono scegliere di essere madri o matrigne, sorelle o sorellastre.
Ambientato nel tempo presente, lo spettacolo gioca continuamente tra il passato e l’oggi e vede come protagonista Anna: una ragazza interrotta dalla presenza di una madre “troppo buona”, e racconta la bontà che diventa identica alla cattiveria, quando presume di sapere ciò che è giusto o sbagliato, quando non riesce a lasciare spazio per vivere. Ripercorrendo i passi di Cenerentola, incontrando i personaggi della storia che si animano nella sua stanza e che prendono sostanza, forma e colore dalla tappezzeria delle pareti e dagli oggetti di uso quotidiano, la protagonista gioca, sogna e modifica la sua vita. La fiaba suggerisce una via di uscita: quale che sia il contesto difficile che si vive. Il domani, si può essere certi, porta sorprese. Ed è per questo che vale la pena tentare, sognare, per incontrare i mille fatti del caso e della realtà.
Lo spettacolo si costruisce attorno ad un grande portone: un elemento scenografico, una macchina scenica che si sposa con la dimensione evocativa degli eventi simbolici delle fiabe. Trasformandosi in casa, castello, bosco, campo di papaveri e grazie ad un sistema di pedane e botole che permettono i cambi scena, e alle luci e proiezioni video che ridisegnano e allargano lo spazio scenico reale, lo spettatore viene immerso in una dimensione onirica. In questa messa in scena centrale è la visione, dove la grazia della parola recitata ci suggerisce metafore ed emozioni, poesia dunque, che completa l’immagine.