Gli uomini di Ceglie, schiavi e divoti vassalli di essa maiestà, come essi si autodefinirono, chiesero conferma, pur senza elencarli, dei privilegi concessi in passato da Carlo III d’Angiò, Ladislao di Durazzo, Giovanna II, Alfonso d’Aragona, dal principe Giovanni Antonio Orsini e dalla principessa Colonna; invocarono l’esenzione dal focatico per cinque anni e la riduzione delle imposte, poiché la città, a loro dire, era disabbitata, vetustata e ruinata. Ma non chiesero la demanialità; insistettero, invece, perché Anna Colonna rimanesse como per lo passato loro utilis domina, esaltandone il buongoverno….