VENERDI’ 1 MARZO 2013
Teatro comunale Ceglie Messapica
Teatro comunale Ceglie Messapica
BRACCIANTI
la memoria che resta
di e con Enrico Messina,
Micaela Sapienza
disegno luci Francesco
Collinelli
progetto e coordinamento Enrico
Messina,
Giovanni Rinaldi, Federico
Toni
liberamente
ispirato a: “La memoria che resta.
Vita
quotidiana, mito e storia dei braccianti
nel
Tavoliere di Puglia”
di
Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero.
[I ed.
1981, n.e. Ed. Aramirè, Lecce 2004]
Braccianti
viaggia nel passato, nella fatica di quando si lavorava “da sole a sole”… fino
a squarci odierni, a quei nuovi braccianti “a colori”, venuti dalla miseria di
altre parti del mondo.
Nello spazio vuoto del palcoscenico poche sedie e,
sul fondo, un grande velo bianco dove sono proiettate immagini che prendono
vita dai gesti degli interpreti: volti, mani, stalle, strade, campi, vigne,
povere stanze dove il ritratto di Giuseppe Di Vittorio, l’uomo che fece della
lotta contadina il proprio credo, affianca una grande icona di Cristo. E la
terra, quella terra che inghiotte e prosciuga le forze, torna nelle voci, nei
racconti, nelle parole dei testimoni di allora.
Un paesaggio umano dal quale emergono gli attori,
che da narratori si trasformano in dettagli, in elementi che evocano l’emozione
di un mondo, ad aprire la porta della riflessione su quello che siamo, sul
passato che ci portiamo denso o negato dentro.
“…Era la stagione delle lotte contadine,
dell’occupazione delle terre, della Riforma Agraria. L’entusiasmo e il dolore
dello scontro. E subito dopo il sapore amaro di una sconfitta inattesa, perché
la riforma era stentata, parziale, stravolta. E la terra ottenuta, tre ettari
di pietraie quasi sempre, non bastava; e bisognava partire, andare via. I
cortei di contadini a cavallo, fanfare in testa e bandiere in mano, lasciavano
un po’ alla volta il posto alle lunghe file di emigranti nelle stazioni. I
treni per le fabbriche: Torino, Milano, la Svizzera, la Germania… il paradiso”.
Il teatro, così effimero, si fa carico, di
costruire memoria: lo sfruttamento passato che, in altre forme, si ripropone
oggi; echi della storia tra paure e ribellioni, durezze, sogni e solidarietà.