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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 25 febbraio 2013

San Demetrio

Venerdì 1 marzo alle ore 16.00 ci sarà l'inaugurazione della chiesa restaurata di san Demetrio grazie ad un finanziamento regionale (accordo di programma 15 dicembre 2009) e al contributo dei fedeli della città.
Interverranno il vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello e il sindaco di Ceglie Messapica Luigi Caroli. 
Il prof. Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti relazionerà sugli aspetti storico-artistici della chiesa che successivamente alla sua inaugurazione assolverà funzioni culturali.


Agli inizi degli anni Sessanta l’ottocentesca chiesa di san Demetrio subì un improvviso crollo, preannunciato da alcune crepe apertesi nel soffitto, per cui si fece appena in tempo a mettere in salvo le statue dei Misteri e dell’Immacolata, che da sempre avevano la loro sede in questa chiesa. Oggi di san Demetrio è rimasta in piedi la facciata, mentre il campanile è andato completamente distrutto. La campana, fatta fondere dalla Confraternita dell’Immacolata, campeggia sul campanile del Seminario diocesano di Oria, in contrada “san Cosimo alla Macchia”. Sull’architrave della porta d’ingresso si trova scolpito l’anno di costruzione e la dedicazione di questo edificio di culto nell’ultima redazione architettonica: “Hac est Domus Immaculatae Conceptionis Beatae Mariae Virginis Bene Fundata Supra Firman Petram et Firmiter Aedificata A.B.S. MDCCCLIV”. Come si apprende, però, dai documenti antichi e dalle numerose visite pastorali compiute dai vescovi della Diocesi di Oria dal 1565 al 1900, nello stesso luogo, già a partire dal 1500, sorgeva una chiesa dedicata a san Demetrio, andata distrutta nella prima metà dell’Ottocento. Per svolgere la propria attività la Confraternita dell’Immacolata aveva bisogno di una Cappella, un luogo dove poter riunirsi, officiare la santa Messa e, in particolare - prima che fosse costruita la Cappella funeraria nel Cimitero comunale - seppellire i propri morti. Questa chiesetta era del tutto confacente alle esigenze dei confratelli, anche per la posizione centrale, a ridosso della chiesa Matrice, dove si recavano processionalmente la domenica per assistere alla Santa Messa. Non conosciamo l’architetto che ha disegnato la chiesa cinquecentesca, mentre sappiamo che a costruire quella ottocentesca sono stati i maestri muratori locali Cavallo e Antelmi, con materiali reperiti dalle cave cegliesi. Essa fu edificata su suolo capitolare, propriamente nel “giardino della Chiesa Grande”, con il contributo dei confratelli. Fu terminata in pochi mesi e consacrata nel 1855 dal vescovo mons. Luigi Margarita. La chiesa di san Demetrio è in stile neoclassico, ad una sola navata, con due altari laterali ed un centrale, dedicato all’Immacolata. La volta era affrescata con motivi floreali e la copertura dell’altare maggiore era dipinta con angeli e scene della vita della Madre di Gesù. Al Campanile si accedeva dall’interno, attraverso una ripida scalinata. Gli altari laterali erano due, uno dedicato all’Immacolata, l’altro all’Addolorata. Nell’antica chiesa era presente uno stupendo organo costruito a Gallipoli nel 1862 dal maestro organaro Chircher, andato, in seguito, distrutto. L’organo veniva suonato durante l’officiatura dei defunti, avendo la Congrega ricevuto dal Vescovo l’autorizzazione a seppellire i confratelli in questa chiesa semi diroccata, dove ancora oggi riposano. Non solo i confratelli erano seppelliti in chiesa ma anche molti cittadini chiedevano di trovare riposo in questoluogo sacro e di godere dell’officiatura funebre, versando nelle casse della Congrega del denaro che veniva utilizzato per i compiti istituzionali del sodalizio. Con il passare degli anni questo edificio di culto, per merito della Confraternita, divenne punto di riferimento della vita religiosa e sociale della città. Venne, infatti, nominato un organista fisso ed un sacerdote che giornalmente celebrava la messa; inoltre vi erano due necrofori per il seppellimento dei defunti.